In Francia è scoppiato un caso attorno al giovanissimo direttore d’orchestra (declinato al maschile perché lei preferisce così) Beatrice Venezi, che nel novembre dello scorso anno è stata nominata consigliere per la musica dal ministero della Cultura.
Per chi fosse poco avvezzo alla questione, ecco un riepilogo: Venezi dovrà dirigere l’orchestra filarmonica in due appuntamenti importanti, ossia i concerti di Natale e Capodanno a Nizza. Lunedì i comitati antifascisti e per la democrazia della città si sono detti contrari alla presenza di Venezi, chiedendo di annullare i concerti e accusandola di essere “neofascista” per via del suo ruolo consultivo all’interno del governo Meloni e del suo passato (ci arriveremo tra poco).
La polemica ha cominciato a fare capolino anche tra i giornali d’Oltralpe più noti, come ad esempio Le Figaro, che ha pubblicato un comunicato riassuntivo delle istanze di queste sigle. Riunite nel collettivo “Touscitoyens06”, le associazioni hanno palesato a mezzo stampa la loro «opposizione» nei confronti di «un direttore d’orchestra neofascista», chiedendo al sindaco di Nizza Christian Estrosi e al direttore generale dell’Opera di annullare i concerti.
Le accuse di neofascismo, come accennavamo, sono relative non soltanto al suo ruolo nel ministero guidato da Gennaro Sangiuliano, ma al contesto familiare in cui Venezi è cresciuta: nei primi anni Duemila, infatti, suo padre Gabriele ha ricoperto la carica di dirigente nazionale dell’organizzazione neofascista Forza Nuova.
Inoltre, negli scorsi anni, Venezi ha catalizzato l’attenzione mediatica con alcune prese di posizione ambigue. Nel 2019 si scatenò una polemica politica perché l’allora senatrice del PD Monica Cirinnà mostrò a una manifestazione per l’8 marzo un cartello che diceva: “Dio Patria Famiglia, che vita de merda”. Venezi non la prese bene, sfruttando il pretesto per rivendicare i suoi valori: «Forse c’è chi avrebbe preferito che io avessi genitori da centro sociale? Oggi parlano di mio padre come fosse una vergogna. E invece sa che le dico? Che mi vergognerei se avessi avuto genitori che si fumavano gli spinelli. O una madre come la Cirinnà, che pubblica la foto “Dio, Patria e famiglia, che vita di merda”, che invece sono proprio i miei valori», rispose. Inoltre, il direttore non ha mai nascosto il suo apprezzamento per Giorgia Meloni e, nel 2021, è stata insignita proprio del Premio Atreju, durante la manifestazione annuale che il partito tiene da una quindicina di anni.
Ieri dodici associazioni hanno presentato una petizione per ribadire la loro contrarietà ai concerti diretti da Venezi: «Ricordiamo – si legge nella petizione – le posizioni politiche e intellettuali assunte da Beatrice Venezi che si è impegnata con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, come consigliere musicale. Molto presente sui media italiani, ha partecipato alla convention del partito di estrema destra Fratelli d’Italia nel maggio 2022 e ci tiene a dare la massima visibilità possibile all’ideologia che difende, sfruttando per questo la sua notorietà di direttrice d’orchestra. In un contesto di banalizzazione dell’estrema destra e del fascismo, l’invito rivolto alla signora Venezi a Nizza costituisce un gesto politico che contestiamo e denunciamo con forza”. Da qui la richiesta al sindaco di Nizza e al direttore generale dell’Opera Nice Côte d’Azur di annullare l’invito all’italiana».
C’è anche chi ha preso le sue difese, come il direttore dell’Opera Nizza Bertrand Rossi che ha ricordato che Venezi, che è «direttrice d’orchestra di talento, di fama internazionale», era già stata accolta a Nizza per un concerto nel 2022.
Da par suo, Venezi ha risposto alle critiche in maniera abbastanza accesa: «Il talento non si inchinerà mai davanti a dei miserabili», ha scritto sui suoi canali social.