Secondo alcuni osservatori avrebbero dovuto essere le elezioni di Vox, quelle che avrebbero segnato lo sdoganamento definitivo della nostalgia franchista e della lotta al multiculturalismo e ai diritti civili. E invece niente, no pasarán: Abascal, Garriga e soci dovranno accontentarsi di appena 33 seggi, troppo pochi anche soltanto per blindare la maggioranza assoluta e governare come appendice del Partito Popolare – che di seggi ne ha conquistati 136, consacrandosi come da previsioni come la prima forza politica del Paese, ma costretta a cercare sponde per ottenere la fiducia.
🇪🇸 Elezioni in #Spagna – dati del Ministero dell'Interno (97% scrutinato)
PP 136 seggi
PSOE 122
Vox 33
Sumar 31
Altri 28PP+Vox 169
PSOE+Sumar 153Maggioranza assoluta: 176 su 350 pic.twitter.com/Cb5oY8dGWj
— YouTrend (@you_trend) July 23, 2023
I numeri, insomma, parlano chiaro: l’operazione egemonica di normalizzazione del neofranchismo è naufragata. I nazionalisti hanno floppato nonostante tutto; non è bastata una campagna elettorale all’insegna dello scontro diretto con la stampa “troppo progressista” e le pacche sulle spalle della cuginetta italiana post missina, alla fine della fiera, non hanno agito da formidabile detonatore di istanze sovraniste represse, anzi: slogan come «No alla lobby LGBT, sì alla famiglia tradizionale» e «Sono una donna, sono una madre, sono cristiana, non me lo toglierete» sono stati rigettati dalla stragrande maggioranza dell’elettorato spagnolo.
In serata il leader del Partito Popolare Alberto Núñez Feijóo ha reclamato la sua investitura a premier e il diritto a governare il Paese, ma come accennato in apertura mente sapendo di mentire. I numeri non sono dalla sua parte: l’unica speranza è quella di intraprendere una trattativa con i partiti regionali più marcatamente di destra, come PDeCAT (4 deputati) e PNV (6 deputati).
Dall’altro lato, i socialisti di Pedro Sánchez cantano vittoria per il risultato inaspettato: non solo hanno resistito oltre ogni possibile previsione, ma hanno addirittura guadagnato due seggi, arrivando a 122. «Il blocco di Partito Popolare e Vox è uscito sconfitto. Siamo molti di più noi che vogliamo avanzare», ha detto Sánchez. Ma la strada è tutt’altro che in discesa: i tanti partiti locali hanno già annunciato che non daranno il loro appoggio a Sanchez “gratis”. Ora gli scenari potrebbero essere due: o Sánchez mette in piedi una nuova maggioranza (difficile, ma non impossibile), oppure si rischia di cadere «nell’incertezza politica» che porterebbe a nuove elezioni. In attesa di ulteriori sviluppi, la certezza è una: in Spagna l’estrema destra è un fenomeno di folklore allargato.