Cos’hanno in comune Smells Like Teen Spirit dei Nirvana, Creep dei Radiohead e Shiny Happy People dei REM? In primis che sono tre canzoni conosciute più o meno da tutti, ma anche che sono tre hit che le band in questione hanno deciso di escludere dai propri live durante la propria carriera tra lo sconcerto e la delusione dei fan. Chi per sfinimento, e chi invece per disgusto, spesso è capitato nella storia del rock che molte hit non venissero riproposte ai concerti tra la delusione dei fan.
Sul tema è intervenuto Josh Homme, intervistato nel podcast Tuna on Toast With Stryker. «Penso sia un po’ da stronzi non voler suonare i propri grandi successi», ha esordito il leader dei Queens of the Stone Age: «Comportarsi come se una canzone che è piaciuta a tanta gente fosse un fardello da portarsi dietro è una strana reazione in risposta all’amore che il pubblico ti dà. È una reazione particolare». E ancora: «In questi anni mi è capito di vedere molti artisti aver questo comportamento. Come fossero arrabbiati con la loro stessa musica. Avere un pubblico è figo, ed è normale che i fan vogliano qualcosa in cambio. Sono quelle canzoni ad aver portato quel pubblico ai tuoi concerti. Mi sembra normale che quelle persone poi vogliano sentire quei pezzi».
Riportando l’argomento a sé, il musicista ha parlato infine del suo rapporto con la sua canzone di successo: «So che suonerò per sempre No One Knows perché amo suonare quel brano; è un patto con il pubblico. Penso sia anche parte del motivo per cui la gente si presenta ai nostri show, quindi, eccoci».