Jimmy Buffett – cantautore noto per Margaritaville al contempo titolo di un suo tormentone dell’estate del 1977, contenuto nell’album Changes in Latitudes, Changes in Attitudes, e marchio alberghiero famoso in tutto il mondo – è morto all’età di 76 anni.
A confermarlo un messaggio pubblicato ieri sul suo sito e sui suoi canali social: «Jimmy è morto pacificamente la notte del primo settembre circondato dalla sua famiglia, dai suoi amici, dalla musica e dai suoi cani. Ha vissuto la sua vita come una canzone fino all’ultimo respiro e mancherà oltre misura a tante persone».
Al momento non si hanno notizie sulle cause della morte. L’anno scorso, Buffett aveva posticipato le date del tour a causa di non specificati «problemi di salute» e di un «breve ricovero ospedaliero».
Nato il 25 dicembre del 1946 a Pascagoula, in Mississipi, Buffett trascorse i suoi primi anni in Alabama e frequentò brevemente la Auburn University prima di trasferirsi e laurearsi alla University of Southern Mississippi nel 1969. In quel periodo si trasferì a Nashville per intraprendere la carriera musicale. Imparò a suonare la chitarra negli anni del college e, prima di formare la sua prima band, si esibì per un certo tempo nelle strade di New Orleans. Nel 1970 debuttò con l’album Down to Earth, pubblicato dalla Barnaby. Dopo le prime esperienze dal vivo nei club di Nashville, nel 1972 si trasferì in Florida, a Key West. Il successo internazionale arrivò nel 1977, grazie alla summenzionata Margaritaville.
Nel 1985 fondò l’omonima azienda, la Margaritaville Holdings, diventando un colosso del settore alberghiero: il suo portafoglio comprendeva anche immobili ( su tutti la famosa Latitude Margaritaville, una hospitality da oltre un miliardo di dollari a Daytona Beach, Florida) e investimenti nel campo della cannabis legale (la linea di cannabis Coral Reefer, dal nome della band itinerante di Buffett).