I sogni non si sa di che sostanza siano fatti, ma di sicuro stanno comodi addosso. Lo dimostra la linea di abbigliamento tecnico Nike Tech Fleece, con cui un brand già iconico per sostenere chi sogna forte e vuole andare lontano si arricchisce ancora di più. In fondo, superare i propri limiti significa correre sempre più veloci, sulla pista come nella vita. Oppure, perché no, volare un po’ più in alto. È il caso della break dance, protagonista, insieme ad Antilai Sandrini (in arte BGirl Anti) dell’evento speciale targato Nike Tech Fleece tenutosi il 10 ottobre a Milano, prima al flagship store Nike Loreto, poi nel magnifico Palazzo Serbelloni, per una serata all’insegna dell’energia e della creatività: che si aprano le danze, dunque.
«Io vivo la danza come un sogno. Ho sempre sognato di ballare, e ancora adesso che lo faccio lo sento come un desiderio continuo. Non do mai per scontato il mio movimento in pista». Antilai Sandrini ha 26 anni, nata a Livorno ma cresciuta in Friuli, ed ha già calcato i palchi di tutto il mondo. Si è inoltre classificata sesta agli ultimi Mondiali di Breaking, tenutisi lo scorso settembre a Lovanio (Belgio). Ora, il sogno è la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024, che ospiteranno per la prima volta la break dance nella rosa delle discipline olimpiche.
Per Antilai – che è anche Campionessa italiana di Wushu e Argento ai Giochi del Mediterraneo nella stessa disciplina, arte marziale che pratica a fianco della danza – il ritmo è sempre stato nel sangue. Gli inizi sono con la ginnastica artistica e il cheerleading, ma è a tredici anni che arriva la folgorazione: «La prima mossa che ho provato a fare è stata la famosa “onda con le braccia”, semplicemente perché l’avevo vista fare a mio padre. Poi avevo iniziato a copiare le coreografie di Michael Jackson, e da lì il passo ad avvicinarsi davvero al breaking è stato cortissimo».
Per sviluppare il suo stile personale è arrivato in aiuto proprio il Wushu, che come tutte le arti marziali ha un legame intimo con il ritmo e il fluire del movimento. «Quando ho iniziato a praticare Wushu non c’erano calcoli legati al mio percorso nel breaking. Di sicuro anche il semplice fatto di essere influenzato da ritmi e tempi diversi mi ha aiutato a creare uno stile “mio”. Dell’arte marziale, però, mi porto dietro di sicuro il rispetto, e l’umiltà. Credo che siano virtù importati anche per il mondo e la pratica della danza».
Ma, oltre l’energia frizzante e positiva che si porta dietro, Anti ha mai dovuto sopportare i soliti commenti, “ma il breaking non è da ragazze?” «Me l’hanno detto spesso. Ma la mia danza non è un problema, e voglio pensare che chi mi chiede queste cose semplicemente non sappia che anche le ragazze ballano break dance. Una ragazza che balla breaking rompe di sicuro qualche schema di pensiero tradizionalista. Ed è stupendo anche per questo».
Con così tanta energia e voglia di sognare, che cosa ci può riservare il futuro di Antilai? «Il mio sogno rimanere sempre ballare… per altri però. Vorrei far parte dei corpi di ballo di artisti che ammiro e che stimo. Poi c’è sempre il viaggio e il conoscere posti nuovi. Ma su quello sono fortunata, lo sto già facendo».