È morta la grande compositrice e jazzista Carla Bley | Rolling Stone Italia
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È morta la grande compositrice e jazzista Carla Bley

Aveva 87 anni. La sua opera a cavallo tra jazz, classica e avanguardia (e oltre) ha conquistato tra i tanti anche Nick Mason dei Pink Floyd

È morta la grande compositrice e jazzista Carla Bley

Carla Bley

Foto: Roger Ressmeyer/Corbis/VCG via Getty Images

È morta Carla Bley. Aveva 87 anni. Ne dà notizia Radio France citando il marito e musicista Steve Swallow. La causa della morte, scrive il New York Times citando il marito, sono complicazioni legati a un tumore al cervello. Pianista, compositrice, pensatrice musicale, artista prolifica e instancabile, lascia un’opera ampia e sfaccettata a cavallo tra jazz, classica e avanguardia, che va da pezzi da camera ad altri per big band. Un’opera che ha conquistato tra i tanti anche Nick Mason dei Pink Floyd.

Nata a Oakland, California nel 1936, introdotta alla musica fin da bambina dal padre, si forma musicalmente fra New York, dove per un certo periodo lavora giovanissima come cigarette girl al Birdland («Non vendevo quasi nulla perché ascoltavo la musica e se qualcuno mi chiedeva di comprare un pacchetto di Luckies, rispondevo: “Un attimo che finisce l’assolo”»), e Los Angeles. Legata prima a Paul Bley e poi a Michael Mantler (dalla loro unione nascerà Karen Mantler, a sua volta musicista), negli anni ’60 fa parte della Jazz Composer’s Orchestra.

Musicista eclettica, dopo un’esperienza a Londra a fianco di Jack Bruce e Mick Taylor, fonda la Carla Bley Band e collabora tra gli altri con Nick Mason. L’album solista di quest’ultimo Fictitious Sports è in realtà un disco più di Bley che del batterista dei Pink Floyd, pubblicato a nome di Mason per motivi commerciali. Altro grande amico e collaboratore fino alla morte di quest’ultimo avvenuta nel 2014 è Charlie Haden.

Scrive e arrangia per grandi jazzisti. Abbinando pratica compositiva e da strumentista («a volte penso che dovrei piazzare sul palco la scritta: scrive anche la musica», ha detto anni fa a proposito di chi la considerava solo una pianista), si divide tra vari progetti, molti dei quali con Swallow, alcuni con la propria Big Band con la quale tra le altre cose incide un album all’Umbria Jazz di Perugia, The Carla Bley Big Band Goes to Church. È solo uno dei dischi, delle esibizioni, delle commissioni legate all’Italia e all’Europa.

Per i suoi 80 anni aveva scritto un pezzo inedito, Copycat. Due anni dopo, nel 2018, sono iniziati i primi problemi di salute con un neuroma gli impediva di sentire bene da una orecchio. A Torino nell’aprile di quell’anno, ha cominciato a sperimentare problemi alla vista. Tornata negli Stati Uniti, ha scoperto di avere un tumore maligno al cervello e in seguito a un polmone, entrambi rimossi. Il suo ultimo disco è Life Goes On inciso in trio con Swallow e Andy Sheppard e uscito nel 2020.

Quando nel 2009 ha vinto il Jazz Journalist’s Award per l’album del 2008 Appearing Nightly era in tour in Inghilterra e a ricevere  il premio mandò la figlia Karen, che finse d’essere la madre. Anni fa ha ricordato che ai tempi della prima tournée in Europa con la sua band «il pubblico mi lanciava cose, e intendo dire soprattutto frutta, ma anche bottiglie. Mi piaceva. Apprezzavo qualsiasi cosa accadesse e che fosse fuori dall’ordinario». Come la sua carriera.

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