La scuola superiore più costituire i migliori anni della nostra vita. Ma può anche essere alienante, imbarazzante, solitaria, brutale, il tipo di esperienza che rovina l’anima, che distrugge l’ego e che lascia cicatrici profonde. Non c’è bisogno di indovinare quale versione della giovane età adulta stiano vivendo P.J. e Josie, le eroine nevrotiche ed estremamente arrapate al centro di Bottoms (dal 21 novembre su Prime Video) che irradiano fin dall’inizio quella tipica sfiga da spogliatoio.
Le due liceali sono migliori amiche fin da quando erano bambine. P.J. (Rachel Sennott) è la più ossessiva e ambiziosa delle due; invece Josie (la Ayo Edebiri di The Bear), se potesse, si ritirerebbe in sé stessa come una tartaruga. Sono entrambe gay, e si affrettano a sottolineare che nessuno le odia per il fatto di esserlo. Secondo loro, sono detestate perché sono “gay, senza talento e brutte”. Entrambe non vedono l’ora che la scuola finisca, dato che la cultura dell’istituto ruota attorno al football, agli atleti, al football, ai raduni e al football. Ma vogliono anche rimorchiare le cheerleader e, dato che questo è l’ultimo anno prima del college, il tempo stringe.
È così che comincia la teen comedy di Emma Seligman, già regista di Shiva Baby: un La rivincita delle sfigate più cattivo, più folle, con meno inibizioni e denti più affilati. P.J. e Josie sono alle prese con i loro rispettivi oggetti del desiderio, Brittany, che sembra una supermodel (la interpreta, guarda caso, Kaia Gerber), e la leggermente più abbordabile Isabel (Havana Rose Liu). Quest’ultima è la fidanzata del quarterback della scuola (Nicholas Galitzine), il che aumenta ulteriormente il grado di difficoltà della seduzione. E quando Josie “urta” il ginocchio del quarterback con la sua auto e lui diventa una drama queen a causa di quell’“infortunio” poche settimane prima della partita, i due passano da disadattate di tutti i giorni a vere e proprie paria della società.
A mali estremi, estremi rimedi. Per fortuna, P.J. ha un piano. Dice al preside che stanno iniziando un programma di autodifesa per donne. Questo le aiuta a evitare la sospensione. Significa anche che le probabilità di ottenere qualche risultato potrebbero aumentare, soprattutto quando Brittany e Isabel si uniscono a loro. Né P.J. né Josie sanno nulla di autodifesa personale. Così P.J. tira un pugno alla sua migliore amica. Josie le dà un pugno di rimando sulla schiena. Ben presto, finisce che tutti i membri del gruppo si prendono a calci ogni settimana. Benvenuti nel loro fight club del doposcuola.
Ed è qui che Bottoms ti perde per sempre o ti tiene completamente in pugno, con la sua mano sudaticcia e sanguinolenta. Shiva Baby è un film che opera sul filo del rasoio, costringendo la sua protagonista (Rachel Sennott) a ritrovarsi a un funerale con un’ex fidanzata, a confrontarsi con genitori prepotenti, ad avere a che fare con il suo amante “sugar daddy” e la sua disfunzionalissima famiglia. È una cringe-comedy claustrofobica dall’intensità quasi insopportabile. L’opera seconda di Seligman, co-sceneggiata dalla stessa Sennott, è l’esatto opposto: è una satira selvaggia e anarchica, alimentata dal caos, che dà la sensazione di essere sul punto di deragliare in qualsiasi momento. C’è una certa dose di volgarità, compensata da sequenze di donne che si comportano come Tyler Durden l’una con l’altra. Alcuni spettatori saranno scoraggiati dalla violenza. Ma queste donne non possono che travolgerti.
Non sorprende che queste donne trovino un senso di empowerment attraverso questo gruppo di (finta) autodifesa, o che la rabbia femminile giochi un ruolo importante, anche se il tono generale di Bottoms sia l’umorismo e la trasgressione. Questa è una commedia in cui, quando viene suggerito di parlare dei loro sentimenti invece di prendersi a schiaffi, P.J. chiede stancamente: “Ok, allora… chi di voi è stata stuprata?” (quando una persona alza la mano, P.J. dice che anche “le cose che restano nella zona grigia” conta: tutte le mani si alzano). Le battute sugli attentati nelle scuole si scontrano con le scene che ruotano intorno all’insegnante di Storia perennemente confuso di Marshawn Lynch – sì, quel Marshawn Lynch: il giocatore della NFL precedentemente noto come Beast Mode ha grandi doti comiche – e alle corna a livello di Porky’s. Seligman e Sennott vogliono strappare applausi a scena aperta, così come introdurre un elemento queer più sfumato in una high school comedy. Per non parlare di un livello di intelligenza che è quasi sovversivo.
E Bottoms sembra anche destinato a lanciare una nuova generazione di attrici comiche. Se avete visto i cortometraggi di Sennott e Edebiri per Comedy Central, sapete che queste due collaboratrici di lunga data creano un tono che è in parte Hope-Crosby, in parte Broad City, e tutta l’angoscia dei millennial al massimo. Questo film dà loro l’opportunità di inserire questa partita doppia in una narrazione che sfrutta il loro rapporto e lo fa crescere, contrapponendo l’irresistibile forza aggressiva di Sennott alla reticenza che tende all’immobilismo di Adebiri. La star di The Bear è senza dubbio la migliore, anche in un cast che non ha alcun anello debole (una menzione a Ruby Cruz, Zamani Wilder e Summer Joy Campbell come compagne di disavventure nel fight club); i suoi scatti però silenziosi sono micidiali, per non parlare dei suoi tempi comici. Ma sono loro due insieme – insieme alla comprensione di Seligman di ciò che rende questa coppia più di due persone divertenti che dicono cose sconvenienti – a far funzionare il film. Questo e la sua pura sfacciataggine nei confronti del sesso, del femminismo, del nichilismo adolescenziale, della mascolinità tossica e di quella fottuta caduta libera ormonale che è l’adolescenza.
“Tutto ciò che volevamo fare”, hanno detto regista, attrici e produttori al SXSW, “era realizzare il tipo di film che avremmo voluto vedere quando eravamo giovani”. Hanno citato una serie di influenze, da quelle più ovvie (But I’m a Cheerleader, intitolato da noi Gonne al bivio) a quelle di culto (D.E.B.S. – Spie in minigonna). Ma il film a cui Bottoms assomiglia di più, se lo si deve paragonare a qualcosa, è un teen movie che non viene citato. Quello che Seligman, Sennott e Edebiri ci hanno regalato è niente meno che un Heathers (in Italia Schegge di follia, ndt) per questa generazione. Ti stende, e però sembra un bacio.