In un’intervista rilasciata allo Standard in occasione del lancio di un programma radiofonico in otto parti per BBC Radio 6 Music, Courtney Love ha affrontato un’ampia serie di argomenti. Tra le altre cose la rocker, che dal 2019 vive a Londra, spiega che ne pensa di Taylor Swift, essendo le otto puntante dello show radiofonico dedicate alle donne che fanno musica.
«Taylor non è importante. Può rappresentare un posto sicuro per le ragazze, è probabilmente l’equivalente di Madonna per il presente, ma non è interessante come artista».
Nonostante le parole di stima espresse in passato, la rocker ha smesso di seguire Lana Del Rey «quando ha fatto la cover di John Denver, penso che dovrebbe prendersi una pausa di sette anni. Fino a Take Me Home Country Roads pensavo fosse una grande. Ho persino dovuto smettere di ascoltarla mentre facevo il mio disco per non essere troppo influenzata da lei».
In quando a Madonna, «non mi piace e io non piaccio a lei. Ho amato Cercasi Susan disperatamente, ma anche per la città di New York, oltre che per lei».
Oltre a criticare il maschilismo dell’industria e la Rock and Roll Hall of Fame, «cinque vecchi bianchi che a quando pare non hanno mai sentito Kate Bush», Love loda Patti Smith, PJ Harvey («i primi quattro album»), Joni Mitchell («le prime cose, non la roba sperimentale»). È felice del fatto che oggi ci siano «tante donne di successo nel mondo della musica, ma molte sono diventate un cliché. Quando una ha successo viene clonata e quindi c’è troppa musica. Sono tutte simili. Ascolti qualcosa su Spotify e vieni bombardata da roba tutta uguale. Voglio dire, mi piace l’idea che Beyoncé abbia fatto un disco country perché ha reclamato per le donne nere spazi che prima erano riservati alle bianche, anche se non finisce di piacermi. Il concept mi piace, la musica di meno».
Altrove nell’intervista Love parla della fama di persona sgradevole: «Sì, lo sono, di brutto e non chiedo scusa. Ho sempre voluto essere considerata una stronza (bitch nell’originale, ndr). Non mi è mai interessato piacere alla gente. Kurt voleva essere amato, io no. È stato in grado di nascondersi dietro di me e alla fine l’odio l’ho preso io. E quando è morto, l’odio nei miei confronti ha raggiunto un altro livello. Non l’ho cercato. Sono una a favore di tirare fuori l’uccello sul palco, come fece Jim Morrison. Se avessi l’uccello e fossi ubriaca, l’avrei tirato fuori anch’io, come Jim». Il suo modello di stronzaggine: il Bob Dylan del documentario Don’t Look Back.
Oltre ad avere lavorato a Courtney Love’s Women per la BBC, Love sta finendo di scrivere l’autobiografia The Girl With the Most Cake, titolo preso da un celebre verso di Doll Parts delle Hole, e sta ultimando un disco solista che l’intervistatore Dylan Jones definisce eccezionale, «l’anello mancante tra Lana Del Rey e la Marianne Faithful di metà carriera, ma con la maturità di Bob Dylan».