Al Ravenna Festival l’unica data italiana di Anohni and the Johnsons | Rolling Stone Italia
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Al Ravenna Festival l’unica data italiana di Anohni and the Johnsons

Si va in scena il 15 giugno, nella città romagnola, al Pala De André. Anohni: il coraggio e l'onestà possono aiutare a tirarci fuori dal nostro disastro collettivo. «Per me, non c’è sollievo ultraterreno, e noi siamo ancora parte inalienabile della natura»

ANOHNI and the Johnsons

ANOHNI

Credits: Nomi Ruiz

Sta tornando il Ravenna Festival,  l’appuntamento che tutti gli anni, dalla Riviera adriatica, unisce gli appassionati della grande musica e della cultura, ma soprattutto degli abbinamenti inaspettati. Una direzione “eccentrica” per programma, che, quest’anno, tra gli altri, intercetterà le rotte dei Kula Shaker e del loro post-Britpop (il 29 giugno al Pavaglione di Lugo), dei Calexico con il loro country-folk psichedelico (5 luglio al Palazzo San Giacomo di Russi), ma anche di Dalibor Pavičić (chitarrista del gruppo croato Bambi Molesters) e di Don Antonio e del loro nuovo progetto Ghost Guitars.

Ma non solo. A Ravenna Festival sarà infatti presente un ospite molto speciale: Anohni and The Johnsons, al grido di “it’s time to feel what’s really happening”. Un’occasione unica, in quanto l’artista ha scelto la città romagnola come unica tappa italiana del suo tour europeo (Ravenna segnerà la seconda tappa, che partirà da Atene e continuerà a Madrid, Parigi, Londra, Gent, Berlino e Copenhagen). L’appuntamento è per sabato 15 giugno, ore 21:00, al Pala De André.

Durante la serata, Anohni and the Johnsons proporranno brani dal nuovo album My Back Was a Bridge For You to Cross (uscito nel 2023 ed eletto disco dell’anno dal New Yorker) ma anche canzoni di repertorio. Tutto, sempre, all’insegna dell’urgenza e del bisogno di mettersi in comunità con gli altri esseri umani, sé stessi, e soprattutto il pianeta. Temi non nuovi per la band, che dal 1998, anno della sua nascita, ha trattato argomenti come l’eco-femminismo e l’animalismo. Il tutto supportato dai richiami continui alla storia di questi movimenti prima di loro, che si tratti di John Waters o Klaus Nomi, Billie Holiday o l’attività transgender Marsha P. Johnson (da cui la band ha preso il proprio nome e anche la copertina dell’ultimo album).

Ad accompagnare lo show anche nove musicisti, tra cui Julia Kent (violoncello), Maxim Moston (violino), Doug Wieselman (multi-strumentista) e Jimmy Hogarth (produttore che ha lavorato fra gli altri con James Blunt ed Amy Winehouse).

La performance di Anohni trova una spiccata comunanza di intenti con l’edizione 2024 del Ravenna Festival, che proprio quest’anno vuole riflettere sulle conseguenze del cambiamento climatico. La ricetta prescritta dall’artista per guarire collettivamente? Coraggio, espressività, resilienza, celebrazione, onestà. Azioni imprescindibili, perché, come sottolinea, «per me, non c’è sollievo ultraterreno: la creazione è un continuum su uno spettro al femminile e noi siamo ancora parte inalienabile della natura».

Il programma completo del Ravenna Festival è disponibile su www.ravennafestival.org.