«Temo che l’industria del cinema si stia preoccupando più di produrre per pagare i propri debiti, perché gli studios, nei debiti, ci sono dentro fino al collo. Allora lo scopo non è più quello di fare film di qualità, ma di riuscire a pagare questi debiti».
Acclamato, fischiato, alla fine poco importa: Francis Ford Coppola, che di decadi del cinema ne ha attraversate, e che ha finanziato autonomamente il suo ultimo film, Megalopolis, presentato in questi giorni al Festival di Cannes, ha qualcosa da dire a Hollywood. E l’ha fatto proprio dalla kermesse francese, durante la conferenza stampa di Megalopolis e in risposta a una domanda dei giornalisti di Variety.
Ha poi aggiunto: «C’è da dire che le nuove case di produzione, Amazon, Apple e Microsoft, hanno disponibilità economiche ingenti. Quindi è possibile che, nel futuro, non avremo più gli studios di una volta, perdendone alcuni straordinari».
Come a voler sottolineare quanto appena detto riguardo al cinema di qualità, Coppola ha concluso: «Il mondo sta virando verso le politiche della nuova destra, alcuni partiti si rifanno alla tradizione dei fascismi, e questo fa molta paura. Chiedetelo a chiunque abbia vissuto gli orrori della Seconda Guerra Mondiale: non vogliamo vederli di nuovo. Perciò, io penso che il compito dell’artista, e dei film, sia quello di illuminare lo stato delle cose nel mondo, dire quello che sta accadendo».