Il rapporto tra Steve Albini e Spotify è sempre stato burrascoso. Dopo aver inizialmente accettato di essere sulla piattaforma con le sue band – gli Shellac e i Big Black – il musicista e produttore decide nel 2022 di ritirare entrambe le discografie dal servizio di streaming svedese per protesta.
In quel periodo a lasciare la piattaforma furono anche Neil Young, Jon Mitchell, Graham Nash, Skee Mask e molti altri, in aperta polemica con la decisione di Spotify di mantenere il podcast di Joe Rogan (il Joe Rogan Experience) accusato di condividere false informazioni sul covid. Inoltre, come molti facevano notare – tra cui lo stesso Albini – i guadagni per i musicisti erano irrisori. Albini stesso parlerà di «minuscola quantità di denaro per le band la cui musica è la base di questo business», twittando qualche mese dopo: «Spotify è un’azienda orrenda e non voglio far parte del loro business». Ma qual era il miglior modo di supportare i progetti secondo l’artista? «Comprare direttamente dalle band è sempre la soluzione migliore».
I veri fan di Albini però avranno notato che l’ultimo album degli Shellac, To All Trains, il primo disco della band in 10 anni, uscito qualche giorno dopo la sua prematura scomparsa, è presente su Spotify così come tutta la discografia degli Shellac e dell’altra band di Albini, i Big Black.
Non pensate però di trovarvi di fronte a un qualche sfruttamento della notorietà postuma di Albini. Infatti ad annunciare il ritorno degli Shellac su Spotify era stata la band stessa in un’intervista a Wire. «[To All Trains] sarà disponibile ovunque lo stesso giorno. Streaming, CD, LP», aveva spiegato Bob Weston, il bassista del gruppo, «non manderemo semplicemente nulla ai giornali». E su questo punto Albini aveva risposto: «C’è anche una sorta di strategia di marketing, che è un’altra nozione capitalistica a cui non partecipiamo, in cui si rilascia in certi formati o in certi punti vendita e si dà il materiale a certi servizi di streaming, e poi inizia un passaparola e poi c’è una data di uscita e poi c’è un fottuto team che mette gli adesivi nei negozi e cose del genere, tipo, noi non facciamo niente di tutto questo».
Quindi nonostante su Spotify «nessuno diventa ricco, ma al massimo pagarsi il verduriere» (Albini dixit), la buona notizia per i fan è che To All Trains e le discografiche di Shellac e Big Black sono ora di nuovo disponibili a tutti.