David Lynch non ha un gran ricordo di Dune, pellicola che ha diretto nel 1984.
In una nuova intervista per NPR’s Wild Card, il regista ha detto di essersi “sentito morire” per il risultato finale del film.
Il commento è arrivato in risposta a una domanda su quale insuccesso gli abbia insegnato di più. «Sapevo già che bisognava avere il montaggio finale prima di accettare di fare un film come quello», ha detto. «Ma per qualche motivo pensavo che tutto sarebbe andato bene e non ho inserito il montaggio finale nel contratto. Alla fine, Dune non è stato il film che volevo fare perché non ho avuto l’ultima parola».
«Perché qualcuno dovrebbe lavorare per tre anni su qualcosa che non gli appartiene? Perché? Perché farlo? Mi sono sentito morire. Ed è stata tutta colpa mia che non ho saputo mettere quella condizione nel contratto».
Lynch ha accettato di adattare il romanzo di fantascienza del 1965 di Frank Herbert dopo vari tentativi falliti. Tra questi, uno di Alejandro Jodorowsky, il cui tentativo è stato oggetto di un documentario intitolato Jodorowsky’s Dune. Poi il produttore Dino De Laurentiis prese in mano il progetto affidandolo a Ridley Scott ma il regista abbandonò per dirigere Blade Runner.
Dopo l’uscita di Scott, De Laurentiis coinvolse Lynch. Dopo alcuni tentativi di script, il sesto fu quello approvato e iniziò la produzione del film. Sei mesi di riprese portarono a un montaggio grezzo di quattro ore che vennero poi dimezzate a due. E per Lynch rimane un dolore al cuore, un film di cui «mi piacciono alcune parti» ma che resta un «fallimento completo per me». Per questo motivo non ha avuto alcun interesse a vedere l’adattamento di Denis Villeneuve del 2021 e neanche la sua seconda parte uscita nel 2024.