'GNX' di Kendrick Lamar in 6 punti | Rolling Stone Italia
È tornato il re

Il super rapper al Super Bowl e altre storie contenute in ‘GNX’ di Kendrick Lamar

La produzione di Jack Antonoff, l'omaggio a Tupac, la controversia con Lil Wayne. Un'analisi per punti del nuovo album del rapper di Compton

Il super rapper al Super Bowl e altre storie contenute in ‘GNX’ di Kendrick Lamar

Kendrick Lamar

Foto: pgLang

Senza alcun preavviso, because he can, ieri Kendrick Lamar ha pubblicato il nuovo album GNX. Il nome viene dalla Buick che si vede in copertina, è del 1987, l’anno di nascita di Kendrick. Il rapper che ha fatto il pezzo più importante dell’anno, quello che potebbe avere dato il colpo di grazia a un certo alto rapper di Toronto, è uno attento ai dettagli e perciò dissemina come sempre Easter eggs che i fan analizzeranno nei prossimi giorni. Si può già dire adesso che GNX è una lettera d’amore a Los Angeles, la città di Kendrick. Il suono di L.A., pieno com’è di G-Funk, domina il disco, che è prodotto da una ristretta cerchia di collaboratori tra cui Mustard, che ha lavorato a Not Like Us, e Jack Antonoff, che sta dietro ad alcuni dei più grandi album pop del pianeta. Kendrick riesce a trovare un equilibrio tra le loro sensibilità in canzoni dall’appeal mainstream, ma sempre centrate sul sound unico di Los Angeles.

GNX è pieno di cose da analizzare, dalla possibile risposta ai commenti sull’annuncio della performance di Kendrick al Super Bowl alla faida con Drake. Ecco le prime cose che emergono dall’ascolto.

La produzione di Jack Antonoff

All’inizio di quest’anno Jack Antonoff e Kendrick Lamar hanno collaborato a 6:16 in LA, il secondo diss della faida con Drake. Antonoff, che veniva da The Tortured Poets Department di Taylor Swift e dal suo disco coi Bleachers, ha messo le mani sul pezzo insieme a Sounwave, collaboratore di lunga data della Top Dawg Entertainment. Ora compaiono entrambi in 11 dei 12 brani di GNX. Sounwave e Antonoff condividono i crediti di produzione con gente come Mustard, M-Tech e lo stesso Lamar.

Antonoff è essenzialmente un produttore pop – l’altra sua uscita importante di quest’anno, per dire, è Short n’ Sweet di Sabrina Carpenter – e quindi in GNX si muove in un terreno per lui inesplorato. Il pezzo in cui è più evidente il suo segno è Dodger Blue dove ritrova Sam Dew, co-autore della canzone. Con lui e Sounwave ha lanciato nel 2019 il progetto Red Hearse. Assieme avevano pubblicato un album e di erano ritrovati in Lavender Haze di Taylor Swift (Sounwave e Antonoff hanno sono anche co-autoi e co-produttori di Karma senza Dew).

«Io e Jack ci teniamo informati a vicenda sui nostri progetti», diceva Sounwave nel 2022. «Di solito ci prendiamo almeno una settimana all’anno per creare qualcosa assieme, senza alcun obiettivo preciso in testa». E se c’è uno che sa cosa va cercando Lamar, quello è Sounwave. Hanno cominciato a collaborare fin dai primi mixtape del rapper. Per dirla con Terrence “Punch” Henderson, presidente di TDE, «se dici Kendrick, dici Sounwave. Il primo accenna a un’idea e il secondo la finisce. Fa da collante di tutto, aggiunge sempre la cosa di cui Kendick ha bisogno». (L.P.)

Kendrick menziona Lil Wayne e la controversia legata al Super Bowl

Molti pensavano che Kendrick Lamar fosse la scelta più logica per il prossimo halftime show del Super Bowl perché è un artista da classifica con un lungo catalogo alle spalle. Ma alcuni, come Nicki Minaj e Birdman, che proprio per questo motivo Lil Wayne avrebbe dovuto essere scelto per un set all’esibizione di New Orleans, la sua città natale. Wayne ha espresso il suo disappunto per non aver ricevuto un supporto dall’amico Jay-Z, affiliato alla NFL, arrivando addirittura a dire al pubblico del suo festival, il Lil Weezyana, di essere stato “derubato” del momento. Kendrick ne ha quindi rappato in Wacced Out Murals: “Son cresciuto con Tha Carter III, tenendo la mia catena con orgoglio / Ironia della sorte, credo che il mio duro lavoro abbia deluso Lil Wayne”. Kendrick ha sempre avuto una certa reverenza nei confronti di Wayne, arrivando persino a supplicarlo (da ubriaco) di non ritirarsi nel 2016. Ma a volte gli idoli diventano rivali. (A.G.)

Kendrick trova il groove con una serie di campionamenti eclettici

Per molti versi, GNX è un miscuglio di sentimenti, idee e suoni, farciti da una serie di campionamenti e interpolazioni piuttosto rinfrescanti. Squabble Up campiona il classico freestyle degli anni ’80 di Debbie Deb When I Hear Music e The Heart Pt. 6 vanta uno zuccheroso campione di Use Your Heart delle SWV, il girl group che raggiunse il successo negli anni ’90 con un brano che a sua volta campionava If It Don’t Turn You On (You Oughta Leave It Alone) del collettivo funk degli anni ’70 B.T. Express. In Luther la voce della defunta leggenda dell’R&B Luther Vandross è al centro della scena, estratta dalla sua partecipazione alla versione di Cherl Lynn del 1982 di If This World Were Mine, una cover di una canzone di Marvin Gaye e Tammy Terrell. (M.C.)

C'è spazio per la Música Mexicana di Los Angeles

GNX si apre con la voce di Deyra Barrera, cantante mariachi di Los Angeles, presente in Wacced Out Murals. Raggiunta da Rolling Stone, la Barrera era ancora sotto shock per il fatto di essere stata inserita nell’album, anche nel tributo a Tupac Reincarnated e nella conclusiva Gloria. «A pensarci mi viene la pelle d’oca, è successo tutto così in fretta», ha detto. «È magico. Mi viene da piangere». Lamar non ha mai rinunciato a onorare le radici messicane di Los Angeles, anche nei video di Not Like Us e Family Matters, dove ha posato con un sombrero da mariachi. (T.M.)

Quando Kendrick lavora con Mustard è magia

Quando Kendrick Lamar ha pubblicato Not Like Us, l’intesa tra K Dot e Mustard, che ha prodotto il brano, è stata abbastanza forte da imporre una sorta di riallineamento dell’ordine mondiale. Nei brani di spicco di GNX, Hey Now e TV Off, i due si uniscono ancora una volta e dimostrano che potrebbero benissimo costituire un duo rapper/produttore generazionale. Entrambe le canzoni infatti evidenziano la sinergia della coppia. La produzione di Mustard, con i suoi bassi rimbalzanti e oscillanti, offre a Kendrick il terreno perfetto per scatenarsi. TV Off, in particolare, ha la sensazione di essere il sequel spirituale di Not Like Us, e forse ha la stessa possibilità di rimanere nel tempo. (J.I.)

Kendrick ha sempre venerato Tupac come uno dei suoi artisti preferiti e delle sue influenze più profonde. Ha avuto una “conversazione” con lui in Mortal Man nel 2015 e in GNX ha deciso di incanalare la sua presenza musicale in Reincarnated, una canzone in cui Kendrick esplora figurativamente le sue vite passate come chitarrista e cantante del circuito Chit’lin. Il brano è un’interpolazione di Made Niggaz di Tupac, un singolo prodotto da Johnny J per la colonna sonora di Gang Related, una delle ultime canzoni pubblicate dal rapper. Il brano è un omaggio a Tupac del 1996, quando pubblicò l’album Makaveli, un’epopea esistenzialista dai toni spirituali che si spingeva oltre i confini del tema.

La musica di Tupac di quel periodo era definita da una rabbia e da una brama di vendetta evidente nella sua voce. La sua presenza al microfono era sempre stata potente, ma nel 1996, consumata dai tradimenti dei suoi ex amici, suonava al vetriolo. Kendrick emula quell’energia fin dalle prime battute di Reincarnated. Nelle prime due strofe rispecchia in modo inquietante l’altalena di toni bassi e alti di Pac, le cadenze in doppio tempo e l’enfasi sulla rima interna che gli permette di allungarsi sulla rima finale. Molti artisti nel corso degli anni hanno provato a incanalare questo spirito, ma Kendrick ha deciso di reincarnarsi in lui semplicemente essendo un rapper eccezionale. Alla faccia di chi dice che «Tupac non era un paroliere». (A.G.)

Traduzione da Rolling Stone US.