Secondo Drake, la Universal avrebbe usato bot e mazzette per gonfiare gli ascolti di ‘Not Like Us’ di Kendrick Lamar | Rolling Stone Italia
La guerra dei numeri

Secondo Drake, la Universal avrebbe usato bot e mazzette per gonfiare gli ascolti di ‘Not Like Us’ di Kendrick Lamar

La sfida tra i rapper potrebbe spostarsi nelle aule di giustizia. Secondo gli avvocati del canadese, la corruzione e le pratiche scorrette riguarderebbero piattaforme e influencer, persino podcast e Siri. Secondo UMG le accuse sono «false e offensive»

Secondo Drake, la Universal avrebbe usato bot e mazzette per gonfiare gli ascolti di ‘Not Like Us’ di Kendrick Lamar

Drake e Kendrick Lamar

Foto: Amy Sussman/Getty Images (1), Jason Koerner/Getty Images

Pensavamo che la sfida tra Drake e Kendrick Lamar, il diss del decennio, fosse finita con la vittoria di quest’ultimo. Si è solo spostata (forse) nelle aule di giustizia. Ieri Frozen Moments, società del rapper canadese, ha depositato un’istanza: la Universal Music Group avrebbe usato bot e mazzette per gonfiare gli ascolti di Not Like Us, il pezzo più importante fra quelli scritti da Lamar in risposta a Drake, numero uno negli Stati Uniti e candidato a ben cinque Grammy, un record per una diss track.

Non si tratta almeno per ora di un’azione legale, ma di una «comunicazione preventiva» a titolo informativo. Lo stesso Drake tra l’altro è sotto contratto con un’etichetta del gruppo Universal, la Republic.

Secondo gli avvocati della società di Drake, Universal Music Group avrebbe condotto pratiche commerciali ingannevoli organizzando una campagna «con lo scopo di manipolare e saturare i servizi di streaming e le onde radio». UMG avrebbe secondo gli avvocati del rapper canadese pagato per «gonfiare artificialmente» la diffusione di Not Like Us. Non si fanno nomi di presunti corrotti, ma ci sarebbe un whistleblower secondo cui il podcast per il quale lavora avrebbe ricevuto una mazzetta per spingere la canzone.

L’informatore dice di avere ricevuto il 6 maggio 2024 tramite la piattaforma di pagamenti digitali Zelle un pagamento di 2500 dollari da una persona associata alla Interscope. Sempre secondo questo testimone, la piattaforma più facilmente manipolabile usando dei bot sarebbe Spotify, che non si sarebbe dotata delle giuste misure di sicurezza.

Secondo l’istanza depositata ieri, la corruzione e le pratiche scorrette riguarderebbero molti media e piattaforme. La Universal sarebbe arrivata a pagare la Apple affinché l’assistente virtuale Siri «sviasse di proposito gli utenti». A sostegno di questa tesi c’è un articolo di Vibe secondo cui Siri suonava Not Like Us quando veniva chiesto di ascoltare l’album di Drake Certified Lover Boy.

Universal, dicono gli accusatori, avrebbe anche dato dei soldi a degli influencer per spingere Not Like Us «tenendo nascosto il pagamento». Si arriva addirittura ad affermare che più di un dipendente della Universal sarebbe stato licenziato perché fedele a Drake.

Le accuse sono state respinte da un portavoce della Universal Music Group, che le definisce «false e offensive». Le pratiche del gruppo nei campi del marketing e della promozione risponderebbero «ai più alti standard etici. Nessuna argomentazione legale artificiosa e assurda come questa può mascherare il fatto che sono i fan a scegliere la musica che vogliono ascoltare».

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