Tony Effe non si è espresso sull’esclusione dal concerto di capodanno al Circo Massimo, voluto dal sindaco di Roma perché i suoi testi sono divisivi e l’evento del 31 dicembre vuole invece essere una festa per tutti. «Nessuna censura», ha detto Roberto Gualtieri, «ma è inopportuno usare le risorse dei cittadini per ospitare Tony Effe al concerto di Capodanno».
Si sono espressi sull’esclusione gli organizzatori Vivo Concerti e Friends & Partners in una nota congiunta in cui parlano di «vivo stupore e dispiacere poiché la decisione è stata presa in assenza di valide motivazioni, addirittura dopo l’annuncio e la conferenza stampa in cui veniva annunciata e pubblicizzata la presenza di Tony».
Pegaso, il management del rapper, parla invece di un evidente «danno di immagine subito dall’artista» che è stato esposto a «una forte pressione mediatica, rischiando di comprometterne l’immagine e la carriera». Il rapper avrebbe appeso della cancellazione solamente dai titoli di giornale. «Rischiano così di essere compromesse l’immagine e la carriera di uno degli artisti più rilevanti di questo 2024, che, con la sua musica, è stato un forte motivo di aggregazione per tanti giovani che abbiamo incontrato nel corso di quest’anno».
Tra chi si è schierato contro la decisione del Campidoglio c’è Junior Cally, al centro delle polemiche a Sanremo 2020 per il testo della sua vecchia canzone Strega. «Basta con chi considera i giovani dei coglioni! Trovo assurdo che, ancora oggi, ci sia chi decide di censurare un artista come Tony Effe, impedendogli di esibirsi al concerto di Capodanno a Roma. Speravo che quello che successe a me nel 2020 a Sanremo rimanesse un caso isolato. Ma è evidente che questi episodi non riguardano solo un dibattito sulla musica rap italiana e i suoi testi, ma c’è un gap generazionale di grande incomprensione che in passato non c’è mai stato».
I testi delle canzoni, scrive il Junior Cally che fa gli esempi di Lou Reed e Eminem, «hanno sempre provocato, scosso e diviso. Lo facevano anche i cantautori con le loro canzoni di denuncia e lo fa ovviamente il rap con il suo linguaggio crudo della strada, e lo faceva persino una hit come Bella stronza di Marco Masini, che ha calcato i palchi di Ariston e concerti, che nessuno si è sognato mai di censurare, nonostante passaggi come “Bella stronza, che hai chiamato la volante quella notte… Mi verrebbe di strapparti quei vestiti da puttana e tenerti a gambe aperte, finché viene domattina”». Il problema non è la musica, conclude Junior Cally. «Censurare un artista è una scorciatoia inutile e dannosa. La musica dovrebbe servire a stimolare un dialogo, non a spegnere le voci».
La polemica si sta intanto spostando sul piano della politica e in particolare sulla partecipazione di Tony Effe a Sanremo 2025. Se Laura Boldrini del PD ha detto a Un giorno da pecora che «la logica del Comune di Roma vale anche per Sanremo», ovvero che se è giusto escluderlo dal concerto di capodanno deve essere escluso anche dal festival, Maurizio Gasparri di Forza Italia ha detto alla Zanzara che «se la Rai si inginocchia a un personaggio del genere, va fuori Carlo Conti. Questo signore non può andare a Sanremo sennò ne rispondono i vertici Rai e Carlo Conti».