Yoshitaka Amano è il punto d’incontro tra il Giappone e l’Occidente | Rolling Stone Italia
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Yoshitaka Amano è il punto d’incontro tra il Giappone e l’Occidente

La prima mostra italiana dedicata all'illustratore resterà alla Fabbrica del vapore di Milano fino al 1 marzo. Un'occasione per scoprire un maestro senza generi, tra franchising globali come 'Final Fantasy' e opere culto come 'Angel’s Egg', capace di flirtare anche con il mondo Marvel e DC Comics o con i grandi della musica come David Bowie

Yoshitaka Amano è il punto d’incontro tra il Giappone e l’Occidente

Yoshitaka Amano all'opera durante l'apertura della mostra a lui dedicata

Foto: Alessandro Bremec

«Non ricordo un singolo momento della vita in cui non stessi disegnando». È spesso difficile trovare un modo per descriverci in maniera efficace e concisa, una frase che non solo contenga un sunto di chi siamo, ma anche di come intendiamo la (nostra) vita. Questo problema però non pare sfiorare il maestro giapponese dell’illustrazione Yoshitaka Amano che con sole 12 parole (almeno nella nostra traduzione) è riuscito non solo a raccontare sé stesso, ma anche la sua arte e il suo quotidiano. A più di 70 anni dalla sua nascita, e con una carriera da illustratore lunga quasi 60 anni ufficialmente iniziata nel 1967 presso la Tatsunoko Production (ma quanti disegni e scarabocchi a tema manga nella sua infanzia), Amano sa dipingersi con una frase così come i suoi personaggi trovano una tridimensionalità emotiva in pochi e decisi tratti.

A molti di noi occidentali, che coi nomi giapponesi finiamo spesso a bisticciare, quello di Yoshitaka Amano potrebbe non risuonarci. Per molti sarà più facile associarlo al suo ruolo di character designer e title logo designer per la serie Final Fantasy, una collaborazione che Amano porta avanti con la Square Enix dal primo capitolo della saga nel 1987, e di cui ancora cura l’artwork finale (nel 2023 siamo arrivati all’episodio XVI del videogame). Ma questa è solo una piccola (e celebre) parentesi nella vastità artistica del disegnatore che nei decenni si è occupato di manga, fumetti, film, arte, libri, ridefinendo e nobilitando l’illustrazione fantasy.

Foto: Alessandro Bremec

Un riassunto dell’immensa produzione di Amano è stato così raccolto in Amano Corpus Anime: The Art of Yoshitaka Amano. A Visionary Master Between Anime and Videogames, la più grande mostra in Europa a lui dedicata, prodotta da Lucca Comics & Game, che fino all’1 marzo occuperà gli spazi della Fabbrica del Vapore di Milano. Con più di 100 opere originali ci troviamo cì di fronte a un portale sui vari universi esplorati dal “ragazzo di Shizuoka”.

La mostra parte così proprio dai primi lavori per la Tatsunoko Productions, una delle più importanti case di produzioni nipponiche, per cui negli anni ’70 Amano si occupa del character design di anime e opere visive come Gatchaman – Battaglia dei pianeti, Tekkaman – Il cavaliere dello spazio, Time Bokan – La macchina del tempo, Le avventure dell’Ape Magà e Pinocchio. A contrasto, due grandi opere – April e May – restano sospese tra i due piani dello spazio espositivo mostrando l’attenzione e la cura del maestro nella rappresentazione della figura femminile, protagoniste vive più che soggetti passivi, qui disegnate in linee quasi invisibili e di contorni sfumati, magici, quasi spirituali. Salendo al primo piano troviamo invece una proiezione di Angel’s Egg, una delle opere più importanti della produzione di Amato, un OAV (original anime movie) scritto e diretto da un altro dei grandi maestri del mondo anime, Mamoru Oshii (a lui si devono i film d’animazione di Ghost in the Shell e quelli di Ptalabor), un cult sotterraneo del mondo dell’animazione giapponese.

Foto: Alessandro Bremec

Negli anni ’80 arriva la consacrazione con Vampire Hunter D, una serie di romanzi illustrati scritta da Hideyuki Kikuchi, attiva ancora oggi nonostante sia stata iniziata nel 1983, che porterà Amano al successo internazionale, sugellato poi dalla proficua collaborazione con Final Fantasy che occupa gran parte del piano rialzato della Fabbrica del vapore e che mostra in senso cronologico l’evoluzione di questa simbiosi.

Grande parte della mostra è dedicata all’incontro di Amato con la cultura occidentale, figlia anche del trasferimento dell’illustratore a New York. Prima con le illustrazioni dei libri di Michael Moorcock, poi con The Sandman: Cacciatore di sogni di Neil Gaiman (una collaborazione che lo porterà anche a disegnare David Bowie per The Return of the Thin White Duke) e infine una sorta di cortocircuito, o forse meglio di sublimazione, con i comics americani di cui era grande estimatore: sia Dc Comics (Superman, Batman, Harley Quinn) che Marvel (Elektra e Wolverine). I suoi ultimi lavori comprendono invece il poster per l’edizione giapponese de La forma dell’acqua di Benicio Del Toro e un personaggio e delle skin pensate per uno dei videogiochi più celebri del pianeta, Fortnite. Il rapporto con l’Italia, invece, è presente nelle opere dedicate a Puccini per il suo centenario e presentate all’ultimo Lucca Comics oltre alla storica tavola diventata l’unica copertina illustrata della storia di Vogue, uscita in edicola nel gennaio 2020.

Foto: Alessandro Bremec

Tra universi fantastici e richiami mitologici, Amano danza tra realtà e fantasia, in un limbo dai confini sfumati come i tratti eterei delle sue eroine e dei suoi eroi. 50 anni di carriera che parlano così di tutto, dagli anime giapponesi ai comics americani, dai cult dell’underground filmico nipponico alle indimenticabili icone occidentali. Amano è un ponte tra le culture, così come Final Fantasy. Scoprire Amano è trovare i punti di incontro tra due civiltà opposte, ma reciprocamente incuriosite dall’altra.

La mostra Amano Corpus Anime resterà aperta fino al 1 marzo 2025.

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