La vita di Kyle MacLachlan è cambiata per sempre quando David Lynch ha dato una possibilità al giovane e sconosciuto attore e gli ha affidato il ruolo principale nel suo film Dune del 1984. Nonostante il fiasco al botteghino, Lynch si è rivolto nuovamente a lui nel 1986 per il suo thriller psicologico Velluto blu, dove interpretava uno studente universitario che scopre una cospirazione criminale. E solo quattro anni dopo, Lynch lo ha scelto per il ruolo dell’agente speciale dell’FBI Dale Cooper in Twin Peeks, ruolo che ha ripreso nella serie revival del 2017.
Le loro vite sono intrecciate da quattro decenni ed è difficile pensare all’una senza l’altra. Quando è stata diffusa la notizia della morte di Lynch, MacLachlan ha pubblicato un toccante omaggio all’amico e mentore su Instagram, insieme ad alcune foto che li ritraevano insieme nel corso degli anni. Eccolo qui per intero.
Quarantadue anni fa, per ragioni che vanno oltre la mia comprensione, David Lynch mi ha tirato fuori dall’oscurità per recitare nel suo primo e ultimo film ad alto budget. Lui vedeva chiaramente qualcosa in me che nemmeno io avevo riconosciuto. Devo tutta la mia carriera e, in realtà, la mia vita alla sua visione.
Vedevo in lui un uomo enigmatico e intuitivo, con un oceano di creatività che gli esplodeva dentro. Era in contatto con qualcosa che tutti noi vorremmo poter raggiungere.
La nostra amicizia è sbocciata in Velluto blu e poi in Twin Peaks e l’ho sempre trovato la persona più autenticamente viva che abbia mai incontrato.
David era in sintonia con l’universo e con la propria immaginazione a un livello che sembrava rappresentare la migliore versione dell’essere umano. Non gli interessavano le risposte perché aveva capito che le domande sono la spinta che ci rende ciò che siamo. Sono il nostro respiro.
Mentre il mondo ha perso un artista straordinario, io ho perso un caro amico che immaginava un futuro per me e mi ha permesso di viaggiare in mondi che non avrei mai potuto concepire da solo.
Lo vedo ancora adesso, in piedi nel suo cortile ad accogliermi, con un sorriso caldo, un grande abbraccio e quella voce tipica delle Grandi Pianure. Parlavamo di caffè, della gioia dell’inaspettato, della bellezza del mondo e ridevamo.
Il suo affetto per me e il mio per lui nascevano dal destino cosmico di due persone che vedevano l’uno nell’altra le cose migliori di sé stesse.
Mi mancherà più di quanto i limiti del mio linguaggio possano esprimere e il mio cuore possa sopportare. Il mio mondo è molto più pieno perché lo conoscevo e molto più vuoto ora che non c’è più.
David, mi ha cambiato e sarò per sempre il tuo Kale. Grazie di tutto.