Nel suo nuovo album . (e già titolarlo solo con il simbolo di un punto è un azzardo niente male) Myss Keta si conferma una delle voci più originali e sfuggenti del panorama musicale italiano. Simbolo di una Milano che non dorme mai, “l’angelo dall’occhiale da sera e dal volto velato” continua a reinventarsi, esplorando sonorità per lei inedite – stavolta dal baile funk alla fidget house – e affrontando temi attuali con il suo mix di ironia e profondità.
«Mi sono accorta che la cosa che mi soddisfa di più è ascoltare i miei desideri più profondi e cercare di esprimermi senza pormi limiti», ci ha raccontato, descrivendo il processo creativo dietro un disco che non lascia spazio a compromessi: «O ti piace o ti piace». Durante la chiacchierata non si è tirata indietro di fronte a temi come il narcisismo (che canta in Nevrotika) o il fare propri in modo strumentale alcuni valori. E sulla moda di sfruttare cause sociali per convenienza, non le ha mandate a dire ai colleghi: «Ho visto con tristezza e orrore gente appropriarsi di valori come se fossero figurine da esibire per essere considerati cool».
Tra i suoi successi – dal primo Alcatraz di Milano al sold out al Berghain di Berlino – e le riflessioni sulla scena musicale attuale, Myss Keta si conferma artista capace di abbattere confini: «Durante i miei live la gente si sente completamente libera. Al Berghain è stata pura estasi, come un rito di livello superiore». Si racconta con il carisma di chi non teme di essere incompresa e la forza di chi sa di essersi trasformata in un simbolo, non solo musicale. E tra un tour (anche europeo) in arrivo e una scaletta che promette di farci ballare, ha invitato tutti a prepararsi per i suoi concerti: «Balleremo forte, consiglio prima di venire un allenamento settimanale».
Questo album ci presenta “una, nessuna e centomila Myss Keta”. Sei pirandelliana?
Esatto! Hai detto bene, io sono come in Uno, nessuno e centomila, mi sento molto pirandelliana. Sono sfuggente in un gioco di maschere. È bellissimo. E la mia vita è un po’ come nelle opere di Pirandello, che per me è una fonte di ispirazione importantissima.
Intanto ci vuole coraggio a titolare un disco solamente con un punto. Che però, hai spiegato, rappresenta una netta interruzione. Ma da cosa, rispetto al tuo passato?
Mi sono accorta che, dal punto di vista artistico ed espressivo, la cosa che mi soddisfa di più è ascoltare i miei desideri più profondi e cercare di esprimermi senza pormi alcun limite. Durante la lavorazione dell’album andavo in studio senza voler parlare di un determinato argomento o esplorare un genere, ma con il cuore aperto, pronta a giocare, a buttarmi e vedere cosa veniva fuori. Spesso, gli esperimenti nati da queste session non sono finiti nell’album, però mi hanno aiutata a focalizzarmi su quali sonorità e tematiche frequentare. Questo disco è nato dai vari tentativi, dagli esperimenti e, alla fine, da una chiara direzione.
E non ci lasci alternative: «O ti piace o ti piace».
Proprio come sono nella vita. Mi butto: o vi piace così o niente. Sono una gran birichina!
In Nevrotika canti che “il narcisismo porta anarchia”. È anche stato tolto dal DSM (Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Ma siamo sicuri che il suo diffondersi sia un bene?
Secondo me ci sono anarchie positive e negative. Il narcisismo porta anarchia negativa, quella dell’incomprensione. Ma ci sono anarchie che costringono a riscrivere le regole del gioco, e quelle sono positive. Purtroppo, non è il caso del narcisismo. Non mi piace e porta solamente a scontrarci su una anarchia piena di incomprensioni.
In Vogliono essere me spieghi di quanti abbiano seguito le tue orme. Vedi molti epigoni di Myss Keta in giro?
Più che epigoni di Myss Keta, vedo molta gente che si è approfittata di certi argomenti e si è inserita in determinati universi valoriali che sono diventati di moda. Se ne sono appropriati, ma non perché lotterebbero veramente. Mi riferisco ai diritti LGBTQ+ o all’emancipazione femminile. Spesso ho notato molti appropriarsi di questi valori come se fossero figurine da esibire per risultare più cool o all’altezza dei tempi. E questo mi provoca tristezza e orrore.
Quando hai capito che eri diventata un simbolo, non solo a livello musicale?
Direi dopo il primo Alcatraz di Milano, il 27 novembre 2019. Per me è stato fondamentale perché, da ardente fruitrice di concerti, quel locale era la Mecca. Esibirmi lì con una sala strapiena è stato potentissimo. Da quel momento ho capito che avevo smosso qualcosa.
Sei stata una delle poche artiste italiane a fare sold out al Berghain di Berlino, un locale di culto e tra i più estremi per libertà di espressione. So che quello che succede al Berghain rimane al Berghain, ma un’immagine che ci puoi rivelare di quelle sere?
Mi sono esibita due volte al Berghain, una volta da sola e un’altra con altri artisti, entrambe sold out. Durante i miei live la gente si sente libera, ma lì è stata pura estasi di livello superiore. È come un vero rito estatico. Una rivelazione? Si racconta che la Myss abbia fatto uno spogliarello, le leggende si moltiplicano. Ma io favorisco la loro moltiplicazione.
Esiste un locale simile in Italia?
Direi di no. Quello che si avvicina di più è il Masada di Milano in alcuni pomeriggi elettronici. Ma l’attitude del Berghain la ritrovo più nei rave estemporanei che nei club.
Ti sei mai spiegata come mai in Italia non ci sono club così?
Dovremmo indagare i massimi sistemi per scoprirlo. Credo che un grande freno sia avere il Vaticano a Roma. Purtroppo non aiuta ad aprire la mentalità. Se guardiamo agli amici tedeschi, ben lontani dal Vaticano, hanno una mentalità molto più aperta. Sarà questa la ragione? Chissà. Ma forse c’è anche un retaggio culturale radicato negli italiani. Comunque, stiamo lavorando per voi nel cercare di cambiare le cose, quindi siate fiduciosi.
Tornando all’album, esplori tante sonorità. Quali sono state le ispirazioni principali?
Ti posso citare i Crystal Castles, Gigi D’Agostino, Felix da Housecat e Miss Kittin. Mi ha aiutata tanto ascoltarli. La libertà di Miss Kittin, in particolare, mi ha colpita. Sono artisti che mi hanno insegnato a non aver paura di raccontarmi in modo diverso disco dopo disco.
Credo ti manchi solto il liscio emiliano-romagnolo e poi dovresti averli frequentati tutti.
È vero, ma sarei ben contenta di esplorare anche quello. Anzi, se mi vuoi consigliare una serata di liscio ci possiamo andare insieme, no?
Da emiliano non mancherò. Intanto, per tornare al disco, spicca il feat con l’attrice Vera Gemma in Vendetta. Come mai hai scelto proprio lei?
Perché Vera è una donna che non si nasconde dietro a nulla, ha coraggio di esprimere se stessa e non ha paura di risultare controversa o incompresa. Il suo coraggio è stato per me una grande lezione di vita che mi ha segnata in maniera profonda.
Lanci spesso messaggi di sorellanza, ma le donne sono ancora le prime nemiche delle donne?
Credo che siano gli esseri umani a criticare troppo gli esseri umani. E spesso questo pensiero viene rivolto verso la sfera femminile. Ma credo valga per tutti. Non penso che le donne siano nemiche delle donne, penso che la cultura patriarcale sia il maggior nemico delle donne. Perché le divide e le isola. Non infonde sicurezza e fiducia in quello che possono esprimere. A che cosa servono, in fondo, tutte queste donne di successo in svariati campi? A dare degli esempi di libertà espressiva a tante altre ragazze, in modo che possano sentirsi meno sole e parte di una collettività. Noi ci siamo e continuiamo a lottare!
Mentre una parte della società evolve, come raccontavi, dall’altra forse non ci sono mai stati così tanti testi considerati violenti verso le donne. Come te lo spieghi?
Sono convinta di questo: in un mondo fluido che si sta evolvendo, sono sicura che certe problematiche evolveranno di conseguenza e altre spariranno. Nel linguaggio e anche nei testi ci sono stati tanti cambiamenti dovuti a movimenti culturali. Io sono fiduciosa.
Visto che Jovanotti ha detto che Tony Effe e Mozart sono colleghi, anche tu ti senti collega del compositore austriaco?
Ma certo, io sono collega di Mozart al 100%!
Dagli anni in cui ti sei fatta conoscere con Milano sushi & coca o Le ragazze di Porta Venezia, la tua città è molto cambiata e oggi è anche molto criticata, dai prezzi troppo alti alla sicurezza. Tu che ne hai raccontato luci e ombre, come la vivi?
Milano è in continua evoluzione. Ha subito un duro colpo durante il Covid, ma si sta riprendendo. È un luogo tra i più chiacchierati d’Italia, però voci e discorsi alimentano altre voci e discorsi. Sicuramente non è la stessa di quando ho cominciato il mio percorso artistico, ma rimane la mia città e so che le persone di Milano o che arrivano da fuori sono piene di idee e di progetti. Se tutte realizzassero i loro sogni, la città sarebbe un posto incredibile.
In Skinny Legend parli anche di uomini: “Se scopi come parli…”. Di fronte all’emancipazione femminile li trovi un po’ spiazzati?
Il debole è chi non riesce ad affrontare il dialogo, uomo o donna che sia. Credo che di fronte a delle personalità sempre più forti, sia femminili che maschili, ci siano persone che si chiudono e non cercano il dialogo. Il debole è chi non mette il cuore nell’ascolto dell’altro.
Mentre in Myss Keta Pegaso racconti di “signorina ketamina”. Sai che potrebbe piacere a Elon Musk, che è un consumatore abituale.
Eh beh, ma facciamogliela ascoltare. Dici che gli devo mandare un vinile omaggio? È una idea, magari glielo spedisco autografato.
Sempre dal disco, in 160 bpm: “Avverto spesso l’esigenza di mantenermi in una condizione di intersezione tra l’onirico e il pragmatico”. Il tuo filosofo di riferimento?
Gigi D’Agostino! Perché ha scritto dei testi davvero onirici e visionari dai quali anch’io ho tratto grande ispirazione. Mi divertiva tanto questa frase, perché rappresentava bene il mio personaggio: che vive nella realtà, ma porta con sé una mitologia fantastica.
Presto sarai anche in tour e se l’album è questo, dal vivo credo ci sarà da divertirsi.
Sarà un club tour, che parte dall’Europa e tocca città come Parigi, Berlino, Londra Amsterdam e dal 5 aprile arrivo a Roma e continuerà fino all’8 maggio a Milano. Porterò . al mondo. Io adoro performare, quindi le canzoni live avranno nuova vita. Sono curiosa io stessa di come le interpreterò e di come il pubblico le ballerà. Quando esce un disco è sempre bello scoprire la reazione delle persone, come reagisce a certi testi e sonorità. C’è uno scambio di energia fortissima durante questi tour che arrivano a poca distanza dall’uscita.
Insomma, bisogna prepararsi a sudare.
Sarà una scaletta tachicardica, con una elettronica cattiva sul dancefloor. Balleremo forte. Infatti consiglio, prima di venire a un mio concerto, un allenamento bisettimanale.
Cosa dovrà succedere nel mondo affinché potremo vederti a volto scoperto?
Guarda tesoro, qualsiasi cosa sia non credo succederà finché c’è Myss Keta in città.