Grammy 2025: top, flop e WTF della serata | Rolling Stone Italia
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Grammy 2025: top, flop e WTF della serata

I trionfi dei Beyoncé e Kendrick Lamar, le performance super di Chappell Roan e Sabrina Carpenter, le lettere d’amore alla California di Billie Eilish e della coppia Gaga-Mars, i momenti imbarazzanti

Grammy 2025: top, flop e WTF della serata

Kendrick Lamar, Beyoncé e Chappell Roan ai Grammt 2025

Foto: Christopher Polk/PMC (1), Amy Sussman/Getty Images (2, 3)

Era giusto tenere la cerimonia dei Grammy poche settimane dopo gli incendi devastanti di Los Angeles? La Recording Academy ha affrontato la questione nel modo giusto, organizzando performance che hanno evocato il disastro senza però mettere in ombra la celebrazione della musica uscita nell’ultimo anno. Va da sé che nessun award è perfetto: ecco allora i momenti migliori e peggiori (e quelli WTF) dei Grammy 2025.

TOP:

È di Beyoncé (finalmente!) l’album dell’anno

Foto: JC Olivera/WireImage

Nell’arco di 15 anni Beyoncé ha ricevuto ben cinque nomination nella categoria dell’album dell’anno, ma non ha mai vinto nonostante dischi “forti” come Beyoncé del 2013, Lemonade del 2016 o Renaissance del 2022. Ce l’ha fatta ieri sera e lo sguardo stupito dopo l’annuncio del premio anche nella sezione country, annunciato da Taylor Swift, è diventato già un meme. Bello che abbia dedicato il premio alla pioniera del country Linda Martell: «Spero che continueremo a lottare e aprire porte».

TOP:

Sabrina goes to (old) Hollywood

Foto: Valerie Macon/AFP/Getty Images

La sua performance è sembrata una di quelle vecchie screwball comedy di Billy Wilder con Marilyn Monroe, con una serie di errori piazzati ad arte, un tributo alla vecchia Hollywood e un promemoria del perché Sabrina Carpenter è tanto amata. Ha piazzato un «motherfucker» in diretta tv, ma a casa non si è sentito. A qualcuno piace caldo (ma non ai tipi della CBS).

TOP:

Doechii “spacca” ai suoi primi Grammy

Foto: Amy Sussman/Getty Images

Ha portato a casa la statuetta per il Best Rap Album nonostante la competizione agguerrita. E ha pianto durante il discorso di ringraziamento. Introdotta da Cardi B, ha ricordato che nella categoria hanno vinto solo due donne prima di lei. Per fare Alligator Bites Never Heal «sono diventata sobria e Dio mi ha detto che sarei stata ricompensata». E poi: «So che molte donne nere mi stanno guardando: sappiate che ce la potete fare. Non permettete a nessuno di proiettare su di voi stereotipi che vi dicono che questo non è il vostro posto, che siete troppo nere o non siete abbastanza intelligenti, o che fate troppi drammi o troppo casino. Siete esattamente chi dovete essere». E lo ha dimostrato con la sua performance.

FLOP:

La battutaccia di Trevor Noah

Foto: Christopher Polk/Getty Images

Trevor Noah ha toppato durante il suo monologo facendo una battuta trita e insensibile sulla Colombia: «La tre volte vincitrice di un Grammy, Shakira, è qui stasera. È la cosa più bella della Colombia che non sia un reato». Avrebbe potuto sfruttare l’occasione per fare qualche battuta sull’attualità, ad esempio sui dazi imposti da Trump al Canada. E invece nel momento in cui gli immigrati affrontano deportazioni di massa ha tirato in ballo un luogo comune. Super lame!

TOP:

Kendrick Lamar pigliatutto

Foto: Christopher Polk/Getty Images

Nel 2024 Kendrick Lamar ha mostrato il suo lato “cattivo” sfidandosi a colpi di canzoni con Drake. I risultati? Tra le altre cose, un pezzone di successo, il plauso della critica, una causa per diffamazione e il trionfo ai Grammy. Not Like Us aveva ricevuto nomination nelle categorie Best Rap Performance, Best Rap Song, Best Music Video, Song of the Year, Record of the Year. Le ha vinte tutte. Se fosse stato possibile, la Recording Academy le avrebbe anche dato il premio come migliore audiolibro. «Non c’è niente di più potente del rap», ha detto Kendrick. «Mi auguro solo che rispettiate questa forma d’arte».

TOP:

Il Pride di Chappell Roan

Foto: Amy Sussman/Getty Images

Avrebbe fatto un’esibizione super anche cantando Pink Pony Club da sola. La novella Best New Artist ha fatto molto di più: l’ha trasformata in un momento spettacolare, cavalcando il pony del titolo e cantando insieme a un gruppo di clown da rodeo. Non solo: ha usato la performance per ribadire i diritti della comunità queer e ha mimato le pose di David Bowie con Mick Ronson, con un gran sventolare di bandiere dell’orgoglio trans a fine esibizione.

TOP:

Billie per Altadena

Foto: JC Olivera/WireImage

Billie Eilish, Finneas e la loro band hanno calato Birds of a Feather nel cuore delle San Gabriel Mountains e dell’Eaton Canyon di Altadena, con le loro immagini e le foto d’infanzia sovrapposte a video di quei paesaggi. Eilish indossava i colori degli L.A. Dodgers e ha detto un dolce «I love you L.A.».

TOP:

Sognando California con Bruno e Gaga

Foto: Valerie Macon/AFP/Getty Images

Potevano tranquillamente cantare la loro hit Die With a Smile. E invece Lady Gaga e Bruno Mars hanno sospeso tutti cantando California Dreamin’ dei Mamas and Papas, portando un ventata di ottimismo sulla città di Los Angeles. Il pezzo compie 60 anni quest’anno, Gaga e Bruno ci hanno fatto capire che non ha età.

FLOP:

Gli artisti dimenticati nel segmento ‘In memoriam’

Foto: Amy Sussman / Getty Images

Sappiamo che è difficile inserire ogni musicista che abbiamo perso dagli ultimi Grammy, e complimenti ai Grammy per aver ricordato molte leggende scomparse nell’ultimo anno (Kris Kristofferson, Cissy Houston, Dickey Betts, JD Souther, Phil Lesh, Sergio Mendes, Duke Fakir, Garth Hudson e purtroppo molti altri). Ma è stato comunque triste vedere che nell’elenco dei commemorati non c’era spazio per leggende del power pop (Greg Kihn), dell’hip-hop (Ka, OG Maco), dell’indie rock (Slim Dunlap dei Replacements, Martin Phillipps dei Chills, W. Cullen Hart degli Olivia Tremor Control), del classic rock (Doug Ingle degli Iron Butterfly, Jerry Miller dei Moby Grape), del rap metal (Shifty Shellshock dei Crazy Town), del folk (Happy Traum, Bernice Reagon, Spider John Koerner), della musica classica indiana (Zakir Hussain), del cantautorato (Dave Loggins, Libby Titus, Mike Brewer di Brewer & Shipley), del doo-wop (Maurice Williams degli Zodiacs), dell’alt-rock (Karl Wallinger dei World Party), del metal (Jack Russell dei Great White), del blues (Nick Gravenites degli Electric Flag), il prog (Pete Sinfield, paroliere dei King Crimson) e del mondo della produzione (Shel Talmy). Loro sono i dimenticati.

TOP:

L’incoronazione di Beyoncé nel country

Foto: Kevin Winter / Getty Images

Certo, la tanto attesa vittoria per l’album dell’anno è sicuramente stata l’acme della storia di Beyoncé ai Grammy, ma c’è un altro momento che le ha sicuramente dato una grande soddisfazione. Dopo che lo scorso novembre i Country Music Association Awards l’avevano snobbata escludendola da ogni categoria, Beyoncé si è portata a casa il Grammy come Best Country Album per Cowboy Carter battendo nomi come Chris Stapleton e Lainey Wilson. Con tanto di premio consegnato da Taylor Swift. NIn America direbbero iconic.

WTF:

Dov’è finito Flea?

Foto: Amy Sussman / Getty Images

Da quando i Red Hot Chili Peppers si sono formati più di 40 anni Flea è diventato una figura fondamentale di Los Angeles. Lui che è onnipresente in questo tipo di cerimonie ieri sera era invece assente. A presentare un award, infatti, sono arrivati solo i compagni di band Anthoy Kiedis e Chad Smith. Dove sei finito Flea? Ci sei mancato!

TOP:

La performance da Oscar di Raye

Foto: Robert Gauthier / Getty Images

Raye non ha vinto il Grammy come Best New Artist, ma la sua performance di Oscar Winning Tears è stata qualcosa di fresco, una delle migliori della serata. Con un vestito sbrilluccicante e una big band in stile Shirley Bassey a spalleggiarla, Raye ha dato il meglio per tirar fuori tutta la drammaticità della sua canzone, quasi perdendosi sulle ultime note del testo, “Cry those Oscar-winning tears”. Magica e significativa.

WTF:

The Weeknd, è il pensiero che conta

Foto: Christopher Polk / Getty Images

The Weeknd aveva deciso pubblicamente di boicottare i Grammy dal 2021, ovvero l’anno in cui la sua Blinding Lights era stata snobbata. Ieri sera, a sorpresa, si è invece presentato sul palco per un’esibizione di due brani, Cry for Me e Timeless. Solo che l’atmosfera non era quella giusto; in una serata dove tutti cercavano di mostrare ottimismo dopo gli incendi californiani di questi giorni, la sua scura performance scandita da strobo aggressive è sembrata fuori luogo. Probabilmente una grande idea sulla carta, ma qualcosa si è perso nella realizzazione. Fuori vibe.

TOP:

L’unica e sola Diana Ross

Foto: Jc Olivera / Wireimage

Sono passati sessant’anni da quando le Supreme hanno perso la possibilità di vincere un Grammy per la Best R&B Performance contro Nancy Wilson. Il risultato è che Diana Ross non ha mai vinto un Grammy fino al 2012, quando la Recording Academy ha cercato di mettere una pezza ai propri errori conferendo alle Supreme il Lifetime Achievement Award nel 2012. Il ritorno di ieri è stato quindi un momento per onorare la sua carriera: la regina della Motown è stata infatti accolta da una standing ovation.

TOP:

Charli XCX continua a essere Brat

Foto: Christopher Polk / Getty Images

Brat è stato uno degli album pop più pazzi e divertenti degli ultimi anni. I tre Grammy conquistati da Charli XCX ieri – quello per Best Dance Pop Recording, per Best Dance/Electronic Album e per Best Recording Package – sono così stati la consacrazione di un anno fantastico e di una carriera dedicata a riscrivere le regole del pop. Charli ha inoltre avuto l’occasione di esibirsi con due brani, Von Dutch e Guess, circondata dalla sua solita crew di amici super-famosi come Julia Fox, Dare, Gabriette, Alex Cansani. È finita che Taylor Swift si è aperta una bottiglia di champagne mentre ballava divertita. Solo un guastafeste non si sarebbe divertito.

FLOP:

Dove sono finite le dichiarazioni politiche?

Foto: Christopher Polk / Getty Images

Visto tutto quello che è successo in America nelle ultime settimane ci si aspettava di sentire molte dichiarazioni politiche. Qualcuno si è schierato: Shakira ha mostrato il suo supporto per i migranti mentre Lady Gaga ha parlato dei diritti per le persone transgender. Ma nonostante questi piccoli accenni la cerimonia è stata piuttosto apolitica, senza che nessuno si esponesse davvero. Magari accadrà il prossimo anno, sempre che non vengano tagliati pure i fondi ai Grammy.

WTF:

Taylor e Billie a mani vuote

Foto: Amy Sussman / Getty Images

Né Taylor Swift né Billie Eilish hanno portato a casa un premio. Entrambe erano nominate per Album of the Year, Record of the Year, Song of the Year, ma sono tornate a casa a mani vuote. Gli artisti che hanno vinto in quelle categorie se lo sono meritato, segnando anche forse un piccolo cambiamento nelle scelte della Recording Academy. Per questo vedere le due regine del pop senza premi fa un certo effetto.

Da Rolling Stone US.