Olly dice ‘no’ all’Eurovision e forse ha capito tutto | Rolling Stone Italia
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Olly dice ‘no’ all’Eurovision e forse ha capito tutto

Rinunciare a un’occasione unica? Parliamone. A oggi il vero lusso sembra poter decidere di non fare qualcosa

Olly dice ‘no’ all’Eurovision e forse ha capito tutto

Olly

Foto press

Olly ha comunicato che non parteciperà all’Eurovision. L’ha fatto con un post su Instagram, dove ha scritto di essere «consapevole che sia una di quelle cose che ti capitano forse una sola volta nella vita» e che «questa decisione è il suo modo di ascoltare sé stesso». Una decisione che ha acceso dibattiti. «Ha fatto bene», «quando gli ricapita», tutti con qualcosa da dire. Anche noi, stavolta per dire che Olly ha fatto benissimo. Per una serie di motivi.

Il primo, forse il più importante, è che non è così sovente vedere qualcuno che rinuncia a qualcosa. Viviamo i tempi del contenuto, dove devi esserci ogni giorno altrimenti ti dimenticano (così dicono), dove farsi un altro Sanremo (perché quello è: un Sanremo più tamarro) porterebbe follower, visibilità, stream, soldi. Dire no è già di per sé uno statement.

Ancora di più se a farlo è un ragazzo poco più che ventenne (e non gli Stadio: anche loro rinunciarono a partecipare al contest perché probabilmente si sentivano fuori luogo. Al loro posto partecipò Francesca Michielin con l’ottima No degree of separation), che ha scritto che «qualcuno dirá che sto rinunciando a un sogno, ecco io credo di aver solo scelto di viverlo con i miei tempi». Un lusso che Olly si è guadagnato in questi anni. Perché se molti «non l’hanno visto arrivare», tanti altri invece l’hanno visto eccome. In questi anni, tra il Sanremo di prima e quello che ha appena vinto, Olly si è preso il suo pubblico “alla vecchia”. Con concerti su concerti, che sono diventati sold out, e che alla fine gli hanno permesso di rinunciare serenamente all’ESC per stare a casa e farli, quei concerti.

Un altro motivo, che comprendiamo ancora meglio, è che probabilmente su quel palco non sarebbe neanche stato valorizzato a dovere. Non è luogo da canzoni melodiche in italiano, lo abbiamo visto negli ultimi anni. Vi basti solo pensare che c’è hype per la canzone sull’espresso macchiato dell’estone Tommy Cash. Togliete i Måneskin e togliete Mahmood, le cui partecipazioni hanno effettivamente aperto le porte ad altri paesi, per praticamente tutti gli altri cantanti italiani saliti su quel palco pare essere stato più uno sbattimento che altro, a giochi conclusi. Grandi aspettative, outfit discutibili, posizioni basse in classifica e interviste in inglese che poi tanto inglese non è. Come dicono molti giornalisti, forse bisognerebbe fare un premio ad hoc per scegliere il pezzo giusto per quella manifestazione (tra l’altro forse quello di Lucio Corsi potrebbe esserlo, chissà. In più lui ci pare il personaggio giusto per affrontare quel palco con la giusta disillusione sognante. Vedremo). È poi è davvero un’occasione che non capita più? Dipende, e anche se fosse potrebbe non essere questo grande problemone.

Forse, per tutti questi motivi, Olly ha deciso di rimanersene a casa a fare i concerti che altrimenti avrebbe dovuto spostare, col pubblico italiano che le sue canzoni le capisce e le canta.

Il 2025 sarà comunque un anno con tantissima carne al fuoco: non sarà la sua mancata partecipazione all’Eurovision a cambiare la sua carriera, né in bene né in male. Si parla tanto di salute mentale, di prendersi del tempo per fare le cose senza impazzire. Menomale che qualcuno ogni tanto lo fa. E poi ve la immaginate Balorda Nostalgia tradotta?

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