Ci sono novità sul caso della donna, il cui nome rimane anonimo, che ha accusato Jay-Z e Sean “Diddy” Combs di averla violentata quando aveva 13 anni all’afterparty degli MTV Video Music Awards che si sono tenuti nel 2000 a New York.
ABC News ha rivelato l’esistenza di una registrazione, poi acquisita anche da Rolling Stone US (vedi l’audio qui sotto), in cui la donna parla con alcuni investigatori privati e ammette di non essere stata aggredita da Jay-Z. Nella stessa registrazione la donna sembra ammettere che è stato il suo avvocato a spingerla a far causa al rapper. Si tratta di Tony Buzbee, il legale che è tra le altre cose dietro a decine di cause contro Sean “Diddy” Combs.
La registrazione è stata effettuata nella veranda della casa della donna nell’Alabama da investigatori che stanno esaminando il caso per conto di Jay-Z. Nelle carte relative all’inchiesta gli investigatori affermano sotto giuramento che la donna ha parlato con loro il 21 febbraio nel corso di «una libera conversazione».
Incalzata da uno degli investigatori, la donna ammette che Jay-Z era presente alla violenza, ma non ha avuto un ruolo attivo. La donna sembra inoltre dire, sempre imboccata dagli investigatori, che è stato Buzbee «a spingermi ad andare avanti con lui, con Jay-Z».
Secondo Buzbee, la posizione della donna non è affatto cambiata e «la registrazione è stata montata ad arte». Gli investigatori avrebbero pressato oltre ogni limite e ingannato «quella povera donna prendendo le sue parole fuori contesto e registrandola di nascosto. Lei continua ad affermare che Jay-Z era presente alla festa e che l’ha aggredita. Non ha mai vacillato su questo punto, neanche una volta».
L’avvocato ha quindi diffuso un suo audio in cui chiede alla donna se è vero che ha negato che Jay-Z l’ha aggredita. «No, non l’ho fatto, questa cosa non l’ho mai detta», risponde la donna, che ha anche negato di avere accusato il rapper per soldi.
Altri investigatori per conto di Jay-Z affermano che la donna ha «una storia documentata di disturbi mentali», cosa che risulta da deposizioni relative ad alti casi. «Non sono uno psicologo», commenta Buzbee, «e penso sia inappropriato attaccarla accusandola dei problemi di salute mentale che ha avuto in passato. Più in basso di così non si può andare».
Ci sarebbero comunque delle incoerenze nelle deposizioni della donna, che in un primo momento ha detto di avere incontrato alla festa Benji Madden dei Good Charlotte (i rappresentanti del musicista dicono che era altrove, in tour) e che è stato il padre ad andare a prenderla dopo lo stupro, circostanza che l’uomo non ricorda (abita a cinque ore di auto dalla stazione di servizio citata dalla donna). «Ho fatto alcuni errori», ha ammesso la donna.
Jay-Z ha fatto causa alla sua accusatrice e al suo avvocato per diffamazione. In una dichiarazione giurata, il rapper ha detto d’essere stato contattato da Buzbee a novembre al fine di trovare un accordo extragiudiziale. «È stato come avere una pistola puntata alla testa dovendo scegliere se venire incontro alle sue rischieste o essere rovinato», una bomba ad orologeria «per le conseguenze che avrebbe avuto su di me, la mia famiglia e la mia reputazione».