È morto Giampaolo “Pape” Gurioli, tastierista per otto anni di Jovanotti, collaboratore tra gli altri di Laura Pausini e Giorgia. Aveva 65 anni.
Studi al conservatorio, arrangiatore dell’evento benefico Pavarotti & Friends dal 1996 al 2000, collaboratore per la regia musicale delle olimpiadi invernali di Torino del 2006, ha condiviso il palco con popstar e jazzisti. 50 Special dei Lùnapop è stata registrata nel suo studio a Marradi, la città dove era nato. Viveva a Faenza, la città del Meeting delle Etichette Indipendenti. «Ricordo quando mi fece ascoltare il primissimo demo dei Lùnapop registrato nel suo studio segnalandomi che sarebbe diventato un grande gruppo pop italiano», ricorda Giordano Sangiorgi, patron del MEI.
«Non ce l’ha fatta a reggere l’urto di un balordo aneurisma all’aorta addominale arrivato all’improvviso tre anni fa», scrive su Facebook il fratello Enrico. «Non ce l’ha fatta ieri quando il destino gli ha nuovamente presentato il conto di una esistenza vissuta per la musica. Quella vera, affrontata da professionista, sfidando le leggi del buon senso volute da una esistenza mediocre. Pape non è mai stato un essere banale: ha nascosto nella sua umile vivacità di pianista quell’arroganza vera dell’artista. E non è stato un modesto musico di paese pronto a cercare negli anfratti dei vicoli del borgo natio, effimeri successi. Dopo un suo concerto realizzato per la Presidente della Repubblica di Malta mi disse con orgoglio: “Io non mi considero un musicista ma continuo a sentirmi un orchestrale”. Forse aveva ragione: anche se non sono mai stato d’accordo su questa sua affermazione. Pape è stato un musicista vero; uno che conosceva fino in fondo il segreto nascosto di una tastiera, di una orchestrazione, del canto. Un virtuoso senza presenza scenica. Ma con un cuore grande (questo sì!) da antico orchestrale, di quelli che vanno a dormire quando sorge il sole».
«Ho saputo stamattina che se n’è andato Pape, che negli anni ’90 ha condiviso con me palco e studi di registrazione suonando piano e tastiere con talento e simpatia», scrive Jovanotti in una storia di Instagram. «Un artista pazzo e unico. Mando un grande abbraccio alla figlia Arianna che lui adorava. Era di Marradi, terra di poeti».
«Quando muore un artista, una persona che ha dedicato tutta la vita a un’arte, non muore solo una persona ma muore un universo intero», ha scritto Pier Foschi, batterista di Jovanotti a cavallo tra anni ’90 e ’00, nonché musicista chiamato a registrare 50 Special. «Muore la dedizione, muore la passione, muore l’allegria, muore l’altruismo, muore una follia. In compenso però quello che lascia è la stessa cosa che si porta via, ma centuplicata».
Fabrizio Pausini, padre di Laura, lo ricorda come «un grande pianista e grande amico della nostra famiglia».