È una licenza poetica: l’autrice e attivista bell hooks scriveva che “le donne parlano d’amore”, noi diciamo che tutti parlano di funghi. Tirandosi occhiate sopra le tazze di tè, confidandosi l’una o l’altra ricetta per panificare con il Saccharomyces cerevisiae, che i profani chiamerebbero lievito, a volte di birra. Oppure rossi in volto al banco del farmacista, chiedendo sottovoce rimedio per quel prurito, quell’infezione, di sicuro un brutto fungo che si sono beccati durante sordide partite a ramino in botteghe clandestine. Saliviamo per i Porcini, bistecchiamo i Portobello, friggiamo gli Orecchioni e sì, lo sappiamo che per alcuni olio bollente e fungo insieme proprio non ci dovrebbero stare. Ci incuriosiamo di psichedelia, ci imbottiamo di integratori al Reishi per farci immortali; e il terrore ci attanaglia quando capiamo che The Last Of Us forse-forse non è mica sui funghi e parla invece di altro, che però radici dentro di noi le ha messe, eccome. I vaticini danno il fungo come mattone del futuro. Balenciaga ha presentato un cappotto fatto di non-pelle di fungo. Non è trendy ma naturale, e necessario: la nostra bocca è piena di funghi anche senza coinvolgere forchetta e coltello. Ma, per quanto lingua e papille macinino, vanno sempre più veloci di noi.
I funghi, naturalmente, carne per tempi di carestia e regimi alimentari a base vegetale, che non per caso spuntano quando cadono le castagne, farina quando non c’è grano, e sotto agro, olio o essiccati tengono in vita finché l’inverno non si fa mite. Aprile è il mese più crudele, scriveva T.S. Eliot nella Waste Land. Dal punto di vista dei funghi, invece, con le prime Spugnole a far capolino, dev’essere un sabato del villaggio, senza pensieri nella vita che riprende e si ripete.
E proprio le spugnole troviamo sulle lasagne (che poi sul menù fanno “Spugnolata”) della prima Stella Michelin d’Italia: Arnaldo Clinica Gastronomica di Rubiera, provincia di Reggio Emilia (chissà se Kanye si concederà la visita, se mai il concertone alla RCF Arena si farà). Eretiche, sugose, irresistibili.
Perché il fungo è un po’ così, spariglia, elimina le convinzioni. Letteralmente: dei funghi e del loro “cervello”, contenuto nel reticolato delle loro radici, il micelio, sappiamo davvero poco. Siamo quasi certi, però, che nel malaugurato caso dell’Apocalisse nucleare la nuova lotta per la supremazia sui rimasugli della Terra sarebbe tra funghi, formiche e scarafaggi (dalle ceneri di Hiroshima, la prima forma di vita emersa fu proprio un fungo, il matsutake, oggi il più costoso al mondo). Considerando che il Cordyceps (che tutti conoscete proprio per la serie HBO) può effettivamente infettare piccoli viventi come gli insetti, prendere il controllo del loro cervello, e usarli come terriccio fertile per riprodursi, sappiamo già dove piazzare le nostre scommesse.
Vedete? Tutto questo è volto semplicemente a prevenire la domanda che accadrà, dritta e puntuale: ma perché i funghi? Ma come, perché? Ma se ne parliamo in continuazione. E di che cosa diamine altro dovremmo mai parlare?
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