Fan di Sanremo lo si è da sempre, da ben prima della sua amadeusizzazione. Tutti abbiamo, tra i ricordi dell’infanzia, Pippo Baudo che sale sulla balconata del teatro Ariston per tirare giù Pino Pagano che minacciava di buttarsi, la prima conduzione di un giovanissimo Fazio, o Brian Molko dei Placebo che spacca la chitarra al termine di Special K generando l’indignazione della platea. Non c’è da stupirsi: Sanremo è il momento nazionalpopolare per antonomasia, quello che tiene incollati allo schermo tutti gli italiani (in compagnia, magari, di una birra croccante). Così, anche quest’anno, tutta Italia da Nord a Sud sarà inchiodata a televisori, smartphone, computer, giornali e social network per commentare l’outfit, la battuta, l’ospite internazionale, la discesa dalle scale, in un grande rito collettivo tricolore.
Per una regione d’Italia, però, questa edizione è molto speciale. Sono passati 70 anni dalla prima vittoria di un pugliese al Festival, da quando, nel 1954 (correva la quarta edizione), il barese Gino Latilla arrivò primo con il brano Tutte le mamme (interpretato insieme al bolognese Giorgio Consolini). Un anniversario che sicuramente è di buon auspicio per gli artisti pugliesi in gara: Negramaro, Alessandra Amoroso, Maninni, Emma e Diodato, gli ultimi due già vincitori della kermesse nel 2012 e nel 2020.
Ma la Puglia, durante la settimana in cui tutti i riflettori saranno puntati sul piccolo comune ligure, non sarà rappresentata “solo” dai cinque cantanti. Seppur iniziato da pochi giorni, il 2024 infatti è un anno da ricordare anche per Raffo, la birra dei due mari, nata nel 1919 a Taranto, che proprio quest’anno, forte di un rebranding che ne ha rinnovato linee e immagini, mantenendo nei colori blu e rosso il legame inscindibile con la città e la sua regione, si appresta a portare in tutta Italia lo spirito positivo e 100% pugliese racchiuso nelle sue bottiglie. Sembra di sentirle già belle croccanti: ed è musica, maestro!
Le origini di Raffo, d’altronde, non si possono confondere: Taras, mitologico fondatore di Taranto, campeggia ancora sull’etichetta, intento a cavalcare un delfino, tridente ben stretto tra le mani. Ora però anche lui in veste moderna e dinamica, pronto ad accompagnare Raffo verso il futuro, navigando oltre lo Ionio, fino a quel mar Ligure che quest’anno bagna anche l’head quarter di Rolling Stone a Sanremo.
Il palmares di Sanremo in fatto di Puglia, d’altronde, è già ricco: da Domenico Modugno con la sua Nel blu dipinto di blu, vincitore con Johnny Dorelli nel 1958 (e poi anche nell’anno successivo, nel 1962 e nel 1966). O il decano del Festival, Al Bano, che nel 1984 ottenne il gradino più alto del podio insieme alla moglie Romina Power con Ci sarà. A mettere la Puglia in Liguria ci hanno pensato anche Franca Raimondi (Aprite le finestre, 1956) e Nicola di Bari, con uno storico back-to-back nel 1971-1972, prima vincitore in coppia con Nada con Il cuore è uno zingaro e poi con I giorni dell’arcobaleno. E come non ricordare Anna Oxa e l’iconico outfit con cui trionfò nel 1999 (Ti lascerò), secondo primo posto dopo quello di dieci anni prima in coppia con Fausto Leali (Senza pietà).
Oggi, Negramaro, Alessandra Amoroso, Maninni, Diodato ed Emma sognano di riportare il Leone d’Oro in Puglia: e Taras farà il tifo per loro, quinto in questo quartetto, pronto a brindare con una Raffo croccante alla loro vittoria.