Cibo per gli occhi: 10 serie tv da farvi venire l’acquolina in bocca | Rolling Stone Italia
Yes, Chef!

Cibo per gli occhi: 10 serie tv da farvi venire l’acquolina in bocca

Succulenti panini alla carne, vini pregiati e pasta tirata a mano, ma anche sacerdotesse del veganesimo uscite di testa, geishe e viaggi per Stati Uniti, Italia e angoli più sperduti del mondo: i migliori titoli per un binge-watching estivo tutto da mangiare

Cibo per gli occhi: 10 serie tv da farvi venire l’acquolina in bocca

Carmy Berzatto (Jeremy Allen White) e Tina (Liza Colón-Zayas) in una scena di 'The Bear'

Foto: Disney+

È risaputo: il pasto inizia ben prima che sulle papille gustative. Mangiare è una palestra per tutti i sensi, come giustamente ricorda Heinz Beck, chef de La Pergola di Roma e tre stelle Michelin, «cucina non è mangiare. È molto, molto di più. Cucina è poesia». Un atto intimo dunque, persino un po’ ermetico, che si comprende appieno nella ripetizione. Assaporato al meglio quando gusto, tatto, olfatto, vista e udito collaborano, e si accordano in una sinfonia. Noi dal nostro canto non siamo ancora chef segnalati sulla guida delle guide, però possiamo aiutarvi su almeno uno degli aspetti in questione: quello della vista. Preparatevi, perché state per trovare cibo per i vostri occhi, altresì detto “compilation delle serie TV dedicate al cibo che dovete assolutamente (ri)bingeare quest’estate”. Le regole sono poche e semplici: il cibo dev’essere protagonista; il prodotto dev’essere fresco e di prima scelta. Prendete posto: il vostro pasto sensoriale sta per cominciare.

The Bear

Disney+

The Bear | Trailer Ufficiale | Disney+

È sulla bocca di tutti (no pun intended): The Bear è la serie TV che ha rivoluzionato e rivitalizzato la narrazione della cucina contemporanea, spesso nascosta dietro celebrity chef e tristi programmi di ricette. Paradossalmente, è proprio da un fittizio celebrity chef che The Bear prende mossa: Carmen Berzatto, tornato nella natia Chicago per prendere in mano il ristorante del fratello suicidatosi. Ma Carm non è pronto né all’impatto emotivo della sua decisione, né alla professionalità pane e cipolla dei dipendenti dell’Original Beef of Chicagoland, famoso per i panini alla carne. Fuoco e fiamme, in cucina ma non solo: The Bear ci ha raccontato una storia di perdita, fragilità e riscatto, facendoci venire una gran voglia di addentare un panino americano farcito all’inverosimile – e di riempire il nostro armadio con le già iconiche t-shirt bianche che compongono il 99,9% dei costumi di Jeremy Allen White, ormai assurto (a ragione) al ruolo di indiscusso sex symbol. Per la seconda stagione dobbiamo aspettare ancora un po’ (uscirà il 16 agosto, sempre su Disney+), e quale scusa migliore per un ripasso estivo. Yes, Chef!

Drops of God

AppleTV+

Drops of God — Official Trailer | Apple TV+

Drops of God ha portato una bella ventata di novità nel più conservatore dei settori dell’enogastronomia: il vino. Parzialmente adattato da un omonimo manga giapponese, Drops of God è la Succession del vino, e, se il già ottimo pitch non vi bastasse, sì, confermiamo che si tratta di una storia di successione ereditaria e conflitti famigliari. Tutto comincia quando il magnate del vino Alexandre Léger muore, lasciando precise indicazioni per l’esecuzione del suo testamento: tutti i suoi possedimenti andranno a uno solo tra sua figlia Camille – che non vede da anni a causa della separazione dalla moglie – e il suo allievo prediletto, il giapponese Tomine Issei. I due ragazzi non hanno alcuna voglia di stare a queste regole. Ma è proprio seguendo la sfida che impareranno qualcosa di più su loro stessi e si troveranno su un’inaspettata strada verso la felicità. Una trama che tiene agganciati e un’ottima coproduzione internazionale: bene, bravi, bis.

Pasta Grannies

YouYube

103 year old Irma makes tagliatelle, our oldest grandmother! | Pasta Grannies

Vicky Bennison è una tosta. Ha lavorato nella cooperazione e sviluppo internazionale in posti come Turkmenistan, Siberia e il Sud Africa, poi si è comprata una casa nelle Marche con il marito e ha scoperto le sfogline. Per intenderci, le nonne italiane che tirano la pasta a mano, dentro e fuori l’Emilia-Romagna. Ha cominciato a riprenderle, perché ha notato che le nuove generazioni (mea culpa) sono un po’ pigre e preferiscono risparmiare l’olio di gomito che ci vuole a impastare e girare il mattarello. Dal 2014 ha preso a caricare questi video su un canale YouTube. Sono andati virali. Ne è uscito pure un libro. Il tutto si chiama Pasta Grannies, ed è la vostra prossima dipendenza online. Quindi state attenti quando premete play sul video di Irma, 103 anni, che vi insegna a tirare le tagliatelle; o su quello di Annita e Maria, gemelle monozigote, pronte a regalarvi la ricetta delle loro lasagne. È un tunnel da cui non uscirete (e un’operazione di fondamentale memoria storica, al punto che non stupisce ci abbia dovuto pensare qualcuno che italiano non è).

The Makanai

Netflix

The Makanai: Cooking for the Maiko House | Official Trailer | Netflix

The Makanai è un piccolo gioiello, passato un po’ sottotono dalle nostre parti. Eppure gli ingredienti sono tutti giusti: Giappone, storie di giovani geishe in formazione, una coppia di giovani amiche legate da un affetto d’acciaio e una storia di formazione da manuale. Ma è il cibo il vero protagonista. Perché ogni puntata è scandita dai momenti condivisi attorno al tavolo del pasto, sempre cucinato dalla giovane Kiyo, spostatasi in cucina dopo aver capito di esser più portata per piatti deliziosi che danze al ventaglio. La sigla della serie è leggera come una primula, succosa come un pezzo di manzo cotto al sangue. Il motivo in più per guardarla? Buonumore istantaneo e Kore-eda Hirokazu nella produzione, regista di Un affare di famiglia e già narratore del valore del cibo nella cultura giapponese. Si vocifera una seconda stagione.

Dinner Club

Prime Video

DINNER CLUB - S2 | TRAILER UFFICIALE | PRIME VIDEO

Carlo Cracco, i nostri volti preferiti del grande e piccolo schermo, ottimo vino e viaggi in giro per l’Italia. La carta del Dinner Club, l’ultima avventura mediatica dell’ex-giudice di MasterChef ed ex-burbero Cracco è il perfetto mix di sapori, scoperte e risate, ottima per accompagnare una bottiglia di bianco e qualche snack pre-cena spaparanzati sul divano. La formula è ormai famosa: uno a turno, i vip coinvolti faranno un viaggio alla cieca con lo Chef alla scoperta dei segreti culinari meglio celati di tutta la Penisola. Le sorprese non mancano, tra sfide improbabili e mezzi di locomozione… discutibili (ci salireste in sidecar con Carlo?). Dinner Club è l’intrattenimento che ci piace: quello dove la scrittura degli autori si pone al servizio dei protagonisti, senza scavalcarli. E che ci regala un vero sguardo inedito sulle persone dietro i personaggi (e un intero libro di dad jokes a cura di Cracco, speriamo, presto).

Chef’s Table

Prime Video

Chef's Table | Official Trailer [HD] | Netflix

L’orgoglio culinario italico non è mai stato così alto come quando Massimo Bottura ha inaugurato Chef’s Table, la serie originale Netflix dedicata alla cucina dei grandi chef di tutto il mondo. Il primo episodio, nel lontano 2015, è proprio per lui e per la sua Osteria Francescana; nelle stagioni a seguire (6, al momento, con una settima in preparazione), la compagnia è stata ottima, come il cibo preparato: Magnus Nilsson, Enrique Olvera, Nancy Silverton, Cristina Tosi, Corrado Assenza, Albert Adrià, Asma Khan, solo per citarne alcuni. Un prodotto eccellente per immergersi nel mondo proibito delle menti che tutti vorremmo a cucinarci la cena, disponibile anche in spin-off pizza (con Gabriele Bonci e Franco Pepe), BBQ e Francia. E poi non dite che vi annoiate in vacanza.

Date da mangiare a Phil

Netflix

Date da mangiare a Phil | Trailer | Netflix Italia

Philipe Rosental è uno che con il cibo non c’entra nulla. O almeno non c’entrava nulla, finché non ha cominciato a girare il mondo con il suo sorriso a trentadue denti per scoprire quali leccornie riservino le più disparate città. Phil è uno a cui piace girar per mercati, ingozzarsi di street food volanti, ma anche incontrare grandi personalità dell’alta cucina (ancora una volta lui, Massimo Bottura), con cui simpatizzare come un bambino di fronte alla prima caramella. Odialo o amalo: Phil è così, e la sua fame è insaziabile. Di sicuro tra le serie culinarie meno engagé in circolazione, ma oh, non che sia un difetto, sotto il caldo d’agosto. E qualcosa, alla fine, si impara sempre.

Bad Vegan: Fame. Fraud. Fugitives

Netflix

Bad Vegan: Fame. Fraud. Fugitives. | Official Trailer | Netflix

Che cosa fareste se il vostro fidanzato vi dicesse che è un agente segreto di non meglio specificati servizi di difesa nazionali, che probabilmente sta combattendo gli alieni, e che per farlo ha bisogno dei vostri soldi, che prontamente vi ridarà appena lo Stato gli sbloccherà i fondi? Forse lo mandereste a ca**re. Sarma Melngailis, invece, ristoratrice di New York e proprietaria di due ex-ristoranti vegani di notevole successo nei primi Duemila – Pure Food and Wine e One Lucky Duck – c’è rimasta fessa, e Bad Vegan è la miniserie documentaria che racconta la sua caduta da guru della ristorazione della Grande Mela a detenuta per frode una volta che, dati tutti i suoi soldi al fidanzato Anthony Strangis, non riuscì più a pagare né dipendenti, né investitori, né creditori. Melngailis è una figura obliqua, affascinante, che si presenta alla telecamera con occhi da cerbiatto spaesato, come se non avesse ancora del tutto connesso i puntini dell’enorme fregatura che si è presa – e dire che la condanna è arrivata nel 2017. Proprio per questo, Bad Vegan è una visione affascinante, per quanto un po’ scolastica nelle scelte narrative: alla fine, ci parla di chi siamo tutti noi. Ossia quelli che spesso e volentieri cascano nelle panzane più assurde purché confermino la nostra visione segreta del mondo.

Ugly Delicious

Netflix

Ugly Delicious | Official Trailer [HD] | Netflix

David Chang non è solo uno degli chef più famosi (e apparentemente più ricchi) del mondo. È il fondatore di Momofuku, catena di ristoranti e alimentari di ispirazione asiatica che ha rivoluzionato l’approccio degli Stati Uniti alla cucina orientale. È anche una personalità del piccolo schermo e conduttore di Ugly Delicious, serie Netflix su – guarda un po’ – il cibo. Prima che un passatempo, però, “Ugly Delicious” è stato una specie di movimento, forse una filosofia, sposata dallo chef sul suo Instagram. Dove in effetti, scrollando un po’, si incontrano soprattutto fotografie di cibo decisamente brutto, ma parecchio appetitoso: ugly & delicious, per l’appunto. Questo il concept dietro la serie, che vede chef Chang girare il mondo e svelare i segreti dei piatti più squinternati e irresistibili. Forse non molto iconico l’episodio di apertura sulla pizza, ma allacciatevi le cinture, perché la seconda stagione si apre con un’intera ora dedicata al cibo per bambini, su come renderlo delizioso, e su come le mense scolastiche non dovrebbero rovinare il loro palato. Non è mai dunque “solo” cibo, per David Chang. La riflessione si allarga, e restituisce una fotografia più complessa della società. Dobbiamo essere onesti, però: gran parte del fascino della serie deriva dalla volontà dello chef di mettersi in gioco in prima persona. Senza di lui non sarebbe lo stesso. Spoiler alert: in America è appena cominciata una nuova serie entertainment condotta da Chang, Secret Chef. Chissà che un giorno non passi anche dalle nostre parti.

Taste the Nation with Padma Lakshmi

Disney+

Taste The Nation with Padma Lakshmi - Trailer (Official) | Hulu

Padma Lakshmi è una delle più importanti personalità d’America quando si tratta di cibo e multimedia. Autrice, conduttrice, host di Top Chef dal 2006, la sua ultima fatica l’ha portata a girare tutti gli Stati Uniti alla ricerca dei piatti più iconici e allo stesso tempo controversi della nazione. Il risultato è Taste the Nation with Padma Lakshmi, una serie documentaria on the road che tra burrito, salsicce, cucine native e chop suey intavola temi fondamentali per la società e la politica delle stars & stripes contemporanee. Lo fa con intelligenza, mostrando e lasciando sempre la parola agli intervistati. Prendiamo i burrito, per esempio: lo sapevate che la loro ricetta mainstream è collegata alla storia dell’invasione europea delle Americhe, e che questo non fa esattamente piacere a chi vive al confine con il Messico? Non c’è da stupirsi che Taste the Nation abbia vinto un James Beard Foundation Award nel 2020 come miglior Long Form per la categoria Visual Media. Brava ancora una volta, Padma.

Stanley Tucci: Searching for Italy

Stanley Tucci: Searching for Italy | Season 1 (2021) | CNN | Trailer Legendado | Los Chulos Team

Tutti abbiamo avuto una crush segreta per Stanley Tucci, la bottiglia buona dello showbiz americano, quella che più passa il tempo più acquista sapore e avvenenza. I bollori per l’attore della sguardo più romantico che ci sia si erano già scatenati pubblicamente nel periodo del lockdown, quando un video postato sul suo Instagram ruppe internet: la preparazione di un Negroni per la moglie. I veri protagonisti non erano però Vermouth e bucce d’arancia, ma le braccia tornitissime di Tucci e la sua voce suadente. Per un americano, dev’essere lampante che i bisnonni di Tucci fossero italiani. Ora, una seconda estate dell’ormone è iniziata, perché è il momento di Stanley Tucci: Searching for Italy. Una docuserie di viaggi geografici e gastronomici attraverso il Belpaese per scoprire la tradizioni gastronomiche de noantri e far riconnettere il figliol prodigo americano con le proprie radici (a turno lo fanno tutti, pensate a Martin Scorsese). Il #foodporn è ovunque, il cielo sempre azzurro, Tucci così bollente che potrebbe servirvi un contraccettivo da lunga distanza. Would you be my daddy, Stan?

Anthony Bourdain: No Reservations

Anthony Bourdain non ha mai fatto mistero di correre al limite, di avere una relazione pericolosa con gli strapiombi. Per questo la sua narrazione era così forte. Per questo davanti alle telecamere ci stava come cacio ai maccheroni. E infatti di programmi e serie e televisive ne ha fatte, Bourdain. La sua più famosa e più riuscita è forse però Anthony Bourdain: No Reservations, andata in onda dal 2005 al 2012 e purtroppo non disponibile, a oggi, in Italia. Come vuole il titolo – “no prenotazioni” ma anche “senza tenersi niente dentro” – Bourdain viaggia verso gli angoli più sperduti del mondo, fermandosi a mangiare in chioschetti in cui l’HACCP potrebbe essere un nuovo tipo di droga. Il passo è segnato sin dal primo episodio della prima stagione, quando, in un’escursione parigina, il programma è assenzio e pisolino nella stanza in cui è morto Oscar Wilde. Da segnare per un futuro in cui tutti avremo gli stessi diritti di visione, e allora sarà binge watching di massa.