Sembra finita la fase del rodaggio per giudici, concorrenti e anche per il pubblico e MasterChef torna ai suoi livelli: montaggio serrato, narrazione fluida, i tre moschettieri che hanno ritmo e armonia, sapendo essere finalmente cattivi senza perdere la tenerezza. Esce una delle più brave, Francesca Filippone, ma il problema è che non lo sapeva. Sbaglia tutto al pressure test, ma era prevedibile.
Lavinia Scotto voto: 10
La sua parabola è in crescita, come il suo fascino. Continuiamo a pensare che ci sia del tenero con Nicola – soprattutto lei lo guarda con tenerezza e nei commenti lo difende e lo valorizza – ma non è il gossip, è l’eleganza speciale che mette sia nello stare in scena che in come cucina a conquistarci. Tira fuori una grinta che non le sospettavamo, probabilmente finora mascherata da un’umiltà così sincera che a volte, se attaccata ingiustamente, abbiamo scambiato per giovanile arroganza. Sei solo in dubbio se volerla come fidanzata o come nipote. Non di Mubarak, Silvio, calmati.
Ollivier Stemberger voto: 9,5
Siamo sinceri, è l’unico in questo momento che prenderemmo a scatola chiusa nella cucina di un ristorante stellato. Tecnicamente asciutto e ineccepibile, creativo ma mai presuntuoso, umanamente adorabile e capace di giocare alla grande in solitaria e sotto stress, così come in coppia o in gruppo in esterna. Per ora non troviamo punti deboli se non un pudore televisivo che ancora non ce lo fa conoscere a fondo, emotivamente e come storia personale. Ma, a naso, anche questo è un punto di forza: se tirerà fuori qualcosa, lo farà al momento giusto, altrimenti alimenterà il mistero. Si è pure lasciato, a nostro parere, un buon margine di crescita: per ora cucina da 8,5, ma l’impressione è che il meglio debba ancora venire.
Edoardo Franco voto: 9
Altro che Frank Zappa, lui è Gigi la Trottola. Per chi ricorda quel cartone animato, Gigi era l’eroe che noi tutti meritiamo da sempre. Un cialtrone feticista delle mutandine da donna, un ragazzo bassissimo che giocava a basket e che passava la vita e gli allenamenti a ridicolizzare se stesso e che nei momenti più assurdi veniva disegnato con un viso da idiota e che nei plot twist di puntata, quando le partite e la sua esistenza esigevano un tiro da tre punti risolutivo (lui univa il talento sportivo a idee geniali e assurde per realizzare le soluzioni tecniche che l’altezza gli negava) lo disegnavano come un adone, lineamenti perfetti ed espressione seria. Edoardo è così, compagnone e generoso con i suoi «daje cazzo», detti peggio di Ignazio Marino, che diventa serio e inappuntabile – nella risposta perfetta e professionale a Locatelli sulla salsa di peperoni e arancia cambia persino voce – davanti ai fornelli e nella presentazione dei suoi piatti. Ora so per chi tifare. Forza Gigi! Pardon, Edo.
Leonardo Colavito e Antonio “Bubu” Gargiulo voto: 8,5
Questa terza masterclass è stata quella dei giovanissimi, escluso Nicola che comunque grazie a Bubu porta a casa l’invention test. E loro due, finora discontinui e distratti, insicuri e timorosi, hanno invece tirato fuori qualcosa in più. Leonardo nella sua inconsapevolezza – incredibile non riuscire mai a capire cosa faccia di buono, ma solo i propri errori, mi ricorda me stesso – e Bubu nella sua tignosa voglia di dimostrare sempre qualcosa in più, hanno capito il segreto del successo: la semplicità, senza perdere la complessità. Si stanno anche sciogliendo: l’interrogatorio emotivo di Cannavacciuolo a cui Leo prova a resistere con il suo sorriso dolce e difensivo gli fa tirare fuori quel «Leonardo è semplicità e passione» che dovrebbe tatuarsi sul petto. E Bubu che vince la Mystery Box con sicurezza e decisione e si gode il “vantaggio” con ironia trova una fiducia in se stesso che finora non gli avevamo riconosciuto. Ora non abbiano paura di essere fragili ma sappiano essere sfrontati.
Bruno Barbieri voto: 8
Non sei uno dei più grandi chef d’Italia a caso. Essendo tutto registrato e montato settimane fa, Bruno non poteva sapere del fastidio creato dalla sua eccessiva cattiveria delle prime puntate. Ma avendo un orologio emotivo (e sì, anche televisivo) interno quasi perfetto, lo capisce da solo (probabilmente anche grazie a Francesco Girardi, ripescatelooooo!). E questa terza masterclass dell’edizione 12 è una delle sue puntate più belle, giocata in sottrazione e di fioretto. Ci commuove con un paio di tenerezze inaspettate, pur rimanendo feroce con stile. Quando fa così, lo scrittureresti per un film. Sembra pure più alto.
Mattia Tagetto e Giuseppe Carlone voto: 7,5
Che bravi capitani. Il primo continua ad avere una continuità cazzuta, in trasmissione e nella cucina, alla Daniele De Rossi, il secondo a smentire la sua apparenza da paraculo e mostrando sempre più carattere, carisma e intelligenza. L’esterna che li vede a capo delle brigate, rispettivamente, rossa e blu, è una delle più belle degli ultimi anni. Squadre equilibrate, nella cui scelta Mattia gioca di coesione emotiva e fiducia e Giuseppe di strategia. Il risultato sono piatti di livello, un Giuseppe che mantiene la leadership con calma decisa ed empatia e Mattia che sa organizzare, ascoltare e dirigere con uno sguardo persino con gli occhiali da sole. Vincono Mattia e i suoi, ma è un dettaglio, si mostrano entrambi due elementi di valore. Mattia poi ci commuove con un tenero ricordo della mamma: «nella mia cucina cerco le sue mani» è il momento più romantico che ho vissuto davanti a uno schermo dopo Nanni Moretti in Palombella Rossa che urla davanti al Dottor Zivago. Scusate ora ricomincio a piangere. Barry Cooper ci ha definitivamente dimostrato che la sua compagna non gli fa dirigere la sua struttura per amore ma per convenienza.
Dovrebbero cominciare a pensare di far coppia in una commedia, magari a teatro. Hanno tempi tutti loro, con quelle parlate quasi da straniero, ma non esce una banalità dalle loro bocche neanche se volessero. O volessimo noi. E qui va detto anche agli autori che sono degli artisti, i monologhi intrecciati della Mystery Box sono semplicemente perfetti. Si vede che hanno carburato e complice anche un montaggio perfetto non sbagliano nulla. I giudici, insieme al format (ieri la Mystery Box in cui i giudici si “riconoscono” nei concorrenti e fanno loro la spesa e l’invention test in cui le rivalità sono costrette a divenire alleanze, a tradimento, sono due capolavori: X Factor segna e impara), rimangono il punto di forza di questo programma. E non lo dico perché voglio essere invitato nei loro ristoranti. Non è il mio stile, però diamine non si riesce neanche a prenotare, maledetti!
Hue Dinh Thi e Roberto Resta voto: 6,5
I migliori non protagonisti. Non riescono ad emergere, ma dal loro angolino si fanno notare, per abnegazione, un talento normale ma solido e i sorrisi che ti suscitano empatia. Lei non riesce a costruire la macchietta che altre originarie dello stesso continente hanno furbamente alimentato, ma con i suoi “urgenza” detti male e la richiesta al “suo” Cannavacciuolo di farle toccare una nuvola ti conquista. Sembra una cuoca normale che sa come “nascondersi” e non risultare mai tra i migliori ma neanche tra i peggiori. Come quei ciclisti da 6,5 appunto, che nel gruppone non sfigurano, ma che né in volata né nelle tappe di montagna spiccano. Lui ci piace quando sfotte un po’ Lavinia – anche loro coppia niente male –, funziona il suo essere troppo buono perché gli credi (soprattutto capisci qual è il motivo per cui in serie A, almeno nel calcio, non sia arrivato), però è uno che dà tutto in campo. E che quei colpi che ha in canna anche se li sa fare bene, non sa valorizzarli, o non vuole, così da fartelo sottovalutare. E sotto sotto l’impressione è che sia quello che voglia. Per poi piazzare l’eurogol in finale, magari. Stiano attenti, però, che a forza di stare in seconda fila rischiano di diventare sacrificabili.
Ivana Santomo e Silvia Zummo voto: 6
Finora sono andate avanti di simpatia, esperienza e qualche guizzo. Ma c’è un grado di approssimazione in entrambe – la prima non sa pesare gli ingredienti, la seconda le parole (tesoro mio, ma come si fa a dire infrastrutture al posto di sovrastrutture? Chi sei, Toninelli?) e le reazioni. E infatti Ivana, che si ostina a non “migliorare” in quei dettagli che la renderebbero una delle più forti – ha palato, intuito e cazzimma – non è mai andata vicina all’eliminazione come nell’ultima masterclass e Silvia, che pure anzi ieri con le crêpes è per la prima volta la migliore di tutte, finisce per svalutarsi con battute fuori tempo e un’insicurezza di fondo che rischia di essere amplificata dalla perdita della compare Francesca. Sono potenzialmente due punte di diamante che si perdono quasi sempre in un bicchier d’acqua.
Laura Manili voto: 5,5
Laura, che ti succede? Insieme a Ollivier la più completa e solida, probabilmente a far la media tra tutti i suoi talenti, la migliore. Ma alla terza masterclass non riusciamo a scorgere quest’eccellenza nelle singole performance e anzi, nelle ultime due puntate sembrava fuori fase, in giornata no, poco precisa e puntuale quando, è evidente, dovrebbero essere i suoi punti di forza. Laura mia te lo dico con tutta sincerità: io i miei 50 euro li ho messi su di te, come vincitrice di questa dodicesima edizione. Se perdo mi offri una cena. Cucinata da te. Ma solo se non sei nella forma di ieri. Va detto, però, che se quando ha la luna storta se la cava così, sarà difficile buttarla fuori.
Sara Messaoudi voto: 5
È un voto alto, per chi finora non ci ha visto una grande cuoca e che la trova pure una concorrente insopportabile. Ma è un 5 di incoraggiamento per due motivi: ha aperto una crepa in quella corazza di antipatia e prosopopea quando ha parlato del compagno e dei genitori, del ristorante chiuso e della sua terza media. Lei è una che ha sofferto e mangiato polvere e alla lunga diventa indigesta e ti rovina l’umore. E poi, va detto, mette da parte la sua idiosincrasia giustificata per Francesco Saragò e ci lavora bene insieme, da professionista. Riuscendo nel miracolo, nel confronto, di farci provare empatia per lei. Detto questo se vuoi essere la nuova Rachida devi mostrare più attributi, più talento e persino più stronzaggine. Non fare l’acida passivo aggressiva.
Nicola Longanesi voto: 4
Lo so, sono un ossessivo compulsivo, ma mi sono recuperato un po’ del suo Junior MasterChef. E ho scoperto, non lo ricordavo, che allora Nicola alla lunga si è spento, chiuso nelle sue insicurezze, perso in un timore eccessivo verso i giudici. Partito con eccessiva sicurezza, si è sgretolato piano, finendo comunque, in surplace, tra i primi quattro. Sembrava, in questo reloaded da adulto, aver superato quell’impasse, anche giustamente, grazie alla maturità. Poi, ieri, quando nei commenti dice «eccoli là, tutti i giovani, tranne il coglione», rivedi lo stesso demone. Ha talento e determinazione, ma non si piace. Che poi, con quegli occhi e quelle mani che sanno cucinare alla grande, come fa. Amico mio, se non ti fidi di me, chiedilo a Lavinia, perché oltre gli occhi a cuoricino c’è di più. Ti stima, e lei è una che non regala nulla. So cosa provi, lo so perché ci nuoto dentro da sempre: smettila di essere il peggior nemico di te stesso.
Francesca Filippone voto: 3
Era purtroppo scontato che sarebbe avvenuto. La più preparata è caduta, perché in passato nessuno le ha detto quanto era brava. E Barbieri è arrivato troppo tardi. La cucina è una cosa seria, per chi non ha paura di stare in trincea. Lei trema al solo pensiero di vivere, di sfidare gli altri e pure e soprattutto se stessa. Non sarebbe bastato MasterChef, dopo 39 anni di ansia da prestazione, a cambiare le cose, però merita un 10 per il coraggio con cui ha combattuto eroicamente con il suo terrore di sbagliare, di mettersi alla prova, di essere giudicata. Lo so, detto da uno che ti sta dando 3 (ma che ti ha dato anche un voto altissimo una settimana fa: le pagelle sono come masterchef, sei l’ultimo piatto che hai fatto, e 3 è un voto persino generoso) sembra una presa in giro, ma, Francesca, dimmi dove, quando e come aprirai il tuo ristorantino. Non vedo l’ora di venirci a mangiare. E di dirti, alla fine del pasto, brava. Magari non prendo il dolce, non ti offendere.
Francesco Saragò voto: 2
La sua intelligenza tattica, il suo unico pregio, nella cornice di un’insopportabile e ingiustificata ambizione, condita da antipatia e ipocrisia (lui è quel romano che capisci che dalla moglie al parcheggio ti fregherebbe qualsiasi cosa da quando ti stringe la mano), risulta pure più irritante. Perché in cucina è da 6+ – sempre, e questo gli va riconosciuto – e fuori lo vorresti come primo eliminato pure a nascondino. Se Sara è solo antipatica e eccessiva nelle reazioni – nella loro collaborazione alla fine lui è persino gentile, lei un paio di volte non resiste e lo punzecchia – lui ti sembra sempre viscido, opportunista, egocentrico. Si ama alla follia, si crede un figo e tu ti chiedi come sia possibile. E infatti è l’unico a crederlo.
L’estensore delle pagelle voto: 1
Non riesco a vivere con questo segreto. Ieri, guardando MasterChef, ho fatto una zuppa pronta. E sono riuscito a bruciarla, probabilmente distratto dagli occhi di Lavinia. Oggi cercherò di riparare facendo per la mia famiglia la Mystery Box Il chicco nell’oceano che ho a casa. Intanto ho riconsegnato a mia moglie il grembiule con la foto della statua del David fotografata sopra.