Dopo l’inizio spiazzante, l’ingranaggio si è messo in moto, e chiunque, anche chi ha fatto notizia portandosi a casa la prima Golden Pin della storia, può rimaner preda del suo stesso passo falso (nevvero, Alice?). L’aspirante concorrente che a poker ci giocava davvero ci è rimasta secca allo Stress Test, eppure qui, tra bluff e all in, non si parla d’altro. L’effetto-casinò è reale, e la prima eliminata di questa tredicesima edizione è uno stiletto nel cuore. Nel mentre, tra una Mystery Box a tema panino al salame, un Invention Test Tirreno vs Adriatico, una trasferta sullo Stretto di Messina a sfamare nuotatori, e uno Stress Test che confermerà che il Molise non esiste, si cominciano a calare le carte più succose: quelle delle scaramucce che infiammano la masterclass (grasso meme material per la community). Però manca una mano: quella di Marcus, che deve aver fatto suo il morettiano “mi si nota di più se non vengo”.
PS a prevenzione degli indignati: gli eliminati nel sommario, sì, perché tanto, se siete qui, bazzicate pure sui social, e figuratevi se non ne avete già contezza.
Antonio Mazzola voto: 9
È arrivato il momento: fuori i muscoli, fuori il cervello (ma speriamo sia solo il primo di molti picchi). Dopo una Mystery Box non andata a segno – forse in Germania preferiscono i Currywurst – l’Invention Test è tutto suo, con gli ingredienti adriatici assegnati da Eleonora. Lui è siciliano, e il Canocchie e Macco è un coast to coast che convince tutti. Ottimo capitano per la squadra (che si è scelto, eh) nella prova in esterna nella sua isola. Facile vincere, con un dream team così. Anche perché, un paio di Boomer l’hanno capito: Antonio, ancora prima che dei fornelli, è il king degli amichetti. Ma che volete, è una gara, no?
Antonino Cannavacciuolo voto: 8,5
La scena è sua, non ce n’è per nessuno (che poi vuol dire, per i colleghi giudici). Legge l’umore della classe e pizzica qua e là i rosiconi – ma anche i concorrenti quando si perdono dietro i fornelli, o bevono birra sul posto di lavoro. Chiedete a chiunque chi sia il re di MasterChef, vi dirà lui, Tritone del Golfo di Napoli, come ribattezzato da Locatelli. Secondo noi, però, anche il banchetto per i nuotatori dello Stretto non lo ha lasciato indifferente. Tra Scilla e Cariddi, Antonino piglia tutto.
Niccolò Califano voto: 8
Niccolò, con quella faccia da bravo ragazzo romagnolo (d’azione) ci hai fregato: credevamo fosse Eleonora, quella venuta da una stella lontana, e invece tu hai ribaltato le carte. Alla Mystery Box rischi l’incendio doloso, servi “La vita non ha senso” (buon per te che c’era un verde speranza di mezzo) e ti becchi della faccia da cartolina da Barbieri – non conosciamo il detto, ma siamo certi sia un complimento. Sogni Locatelli che ti perseguita come le Erinni. Finisci al Pressure dopo l’esterna perché quelli che vincono mica ti scelgono. “Scopri” il ripieno dei tortelli cremaschi ma non ti spieghi le mentine. Sviolini lo stesso Barbieri mentre affonda il Titanic. Ti salvi dall’eliminazione inventando l’uovo in raviolo di Nino Bergese. Te lo fanno notare, ma tu “sei povero” e al San Domenico di Imola non ci puoi andare. Bella scusa, nell’era dell’internèt. Ma come fai?!
Eleonora Riso, Bruno Barbieri, Lorenzo Silvidio voto: 7,5
Parola-chiave: rivelazione. Non per chef Barbieri, naturalmente, che però arriva con una marcia decisamente diversa rispetto alle prime puntate. Sulla pasta ripiena, scherzetto del Pressure Test, se la prende sul personale, e ha ragione. Poi, ricorda a Niccolò che la prima regola per eccellere è copiare, soprattutto dai suoi video su Instagram (noi sosterremo sempre la tua pasta alla vongole con il burro, chef, lo dice pure l’Artusi). Regole delle quali sembra essersi ricordata Eleonora: vince la Mystery Box con uno dei piatti più azzeccati dell’edizione so far e zittisce le malelingue con il talento. Brilla meno nelle fasi seguenti, ma oh, non è che uno può star sempre in gaina. Lorenzo ha vent’anni, ma ha già la forza – o l’arroganza, e va bene comunque – di dire in faccia a Michela che si merita parole quando fa affondare la brigata, chiedendole scusa a fuochi spenti. Way to go, per essere il “mio capitano”. Ma la riproposizione al Pressure di un formato sperimentato ai live cooking, contrasto estremo dolce-sapido nel piatto, ci lascia la curiosità di capire meglio non tanto chi è Lorenzo, ma chi potrebbe diventare.
Settimino Difonzo, Alberto Pierobon voto: 7
Settimino è un sacerdote della porzione, e come tale sa prendere per la gola quelli a cui il piatto pieno, in maniera, piace sempre (eh, chef Barbieri?). La imbecca sull’umami della Mystery Box, il suo Fegato alla Contadina non sfigurerebbe tra due fatte di pane, anche se, che fatica, queste vocali: le interiora diventano anteriora, per ricordarsi papacelle deve scriverselo sul palmo, Roquefort diventa Rockfel. Dal suo libro aperto, al libro chiuso di Alberto, responsabile pescheria, asso nella manica della squadra rossa per la vittoria in esterna e ottima mano all’Invention Test – Barbieri era più stupito di noi, vedendo e assaggiando il piatto. Dice, però, che il suo chef preferito è Uliassi. Forse le idee le ha più chiare di quanto non voglia lasciar trasparire.
Filippo Baldo, Nicolò Molinari, Giorgio Locatelli, Anna Pisano voto: 6,5
In medio stat virtus, ma non quando si tratta delle pagelle di MasterChef. Chef Locatelli cavalca alto, Anna lo definisce il George Clooney della cucina, ma forse, per gli altri concorrenti, la terra è più interessante, e la sua lezione rimane ancora orfana. L’accoppiata per il piatto alla ‘nduja di Anna rimane, però, naturale. Piccantezze a cui si allude anche dalle parti di Nicolò. Fermate le rotative, perché abbiamo uno scoop: Francesca, il suo colpo di fulmine ai live cooking, sarebbe passata a Milano, ma… il ragazzo era già alle prese con il suo grembiule bianco. Il vero amore, a questo punto, pare deciso: la cucina, vero? Attenzione però: ai fornelli, come nei fatti del cuore, si gioca protagonisti, e non vorremmo che Nicolò si stesse conficcando nell’anfratto del “gregario”, tra amicizie e cene fuori masterclass con Antonio. Dulcis in fundo (iniziato con il latino, chiudiamo con il latino), Filippo: settimana scorsa, che cattivelli siamo stati con te. Ora ci stai facendo ricredere, e di te e della tua mano. Dài: ricominciamo.
Beatrice Belli voto: 6
Sul filo del rasoio del non essere, ahinoi, rilevabile. Poco screen time, come dicono quelli che se ne intendono, e un piatto presentato all’Invention Test che presenta i difetti dei neanche-vent’-anni, schivando in curva il mappazzone. Però sai cosa, Beatrice? Ci vogliono interiora (o anteriora), per tenere testa a Michela come l’hai fatto tu in esterna. E i guts, per copiare un po’ Locatelli, ci piacciono sempre.
Deborah Meloni, Andrea Sciamanna voto: 5
Quando le chiedono di ricreare la goduria di un panino al salame con il fegato durante la Mystery Box, Deborah salta di gioia. Le frattaglie le ricordano casa, e anche, si vede, la “merda che ha dovuto affrontare nella vita, tirandosi sempre su”. Ci sta bene, però, tra il dire e il fare, il ricordo si trasforma in un Pollock riuscito a metà. I giudici apprezzano gli Anni Settanta che trasudano dalla proposta dell’Invention, e comunque, gusto a parte, ci sta non vederla sempre occhio nell’occhio. E tu, Andrea, che hai fatto i fuochi d’artificio ai live cooking? Ma noi eravamo pronti a giocarci la casa su di te, l’eredità della nonna, l’anello di fidanzamento. E tu, te li sei ballati tutti?
Sara Bellinzona voto: 4
Che cos’è un nome, si chiedevano gli innamorati Montecchi-Capuleti nel Romeo e Giulietta. Ecco, un nome è la differenza tra far infuriare Antonino Cannavacciuolo o scamparsela all’Invention Test. E Sara, che ha scelto di chiamare “Autostrada del Sole” un piatto dedicato alla costa adriatica, ha imboccato il primo svincolo. Si salva in corner facendo canticchiare chef Locatelli con la sua pasta fresca al Pressure Test: vorrei vedere le piramidi di Cheope, ma sono miope…
Kassandra Galindo Rodriguez voto: 3
Come in un limbo, Kassandra va sempre un po’ più giù, ma forse ha sbagliato gioco. Durante la Mystery Box mette bene in chiaro che avrebbe usato il fegato solo “perché i giudici l’avevano sfidata”. Infatti non le piace, non lo cucina, non riesce neanche ad assaggiarlo. All’Invention Test si squaglia in un mare di lacrime così de botto, perché non le viene un’idea. La strategia di Antonio l’ha prevista tra i ranghi della sua squadra in esterna, e a noi, se fossimo questa ragazza, la cosa non lusingherebbe.
Michela Morelli, Fiorenza Pennacchio, Chù Razanadrabe voto: 2
Due sono eliminate per errori banali (Chù per una testa d’aglio nascosta in un piatto, ed è un dispiacere grande, Fiorenza perché non ha mai considerato la pasta fresca visto che dalle sue parti – Napoli – non si usa, sic). L’altra è una regina di spade, che alla prima prova a squadre sfodera un armamentario lucidato a dovere di cattiverie e lamentele, tutte pronunciate alla prima personale singolare: “io mi merito”, “io voglio”, “io sono”, “io faccio”, … “Noi”, invece, abbiamo l’impressione sempre più netta che le fasi finali di questa competizione dovranno svolgersi senza la regina glaciale scesa dal Nord.
Valeria Zullo, Alice Scaffardi voto: 1
Dopo essersi portata a casa la prima Golden Pin di sempre (e un sentito 9 da parte nostra la scorsa settimana), Alice cambia schema di gioco e riesce nell’impensabile: finire tra i grembiuli neri dell’Invention Test dopo aver fatto assaggiare ai giudici cicerchie crude e una canocchia pronta per Halloween. Poi, prima di finire al Pressure con gli sconfitti della prova in esterna, mette in campo il jolly e se ne vola in balconata. La rivincerà quella spilla, dice. Mah. Valeria, invece, abbiamo provato a capirla, ma sembra ci riesca solo il gabbiano Pippi. Prima porta alla Mystery un finger food di fegato che sembra imparentato con il suo volatile per vie intestinali, poi fa la grossa in esterna, afferma che tutti la temano, che sia “too strong” per finire nel cerchio magico di Antonio. Infine, è lei a scegliere le sconosciute laianelle come formato di pasta di cui indovinare il ripieno nella prima fase del Pressure Test, portandosi i quattro colleghi seguenti al patibolo. Voleva indovinare a sentimento, con il colore, diceva. Fiorenza per poco non la spennava, lei e Pippi.