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MasterChef, le pagelle della quarta Masterclass: dal padel alla brace

Davide Scabin torna a sparigliare le carte e inaugura la puntata più cruenta della stagione, dove tutto può succedere ed è giusto concedersi le prime lacrime amare
MasterChef 13

Credits: Sky

In una notte tempestosa del novembre 1998, Davide Scabin inventò il Cyber Egg, uovo dal gusto decostruito (e ricostruito) all’interno di un nuovo guscio creato dalla mano dello chef. L’opera di un Frankenstein guidato dal gusto del gioco, che conferma una delle massime non scritte dell’alta cucina: il banco di prova, per ogni cuoco che voglia definirsi tale, è come fa l’uovo, quello “suo”, che sia fritto (Cracco), alla uovo (Cerea), e via con la fila di esempi illustri. In una sera di gennaio del 2024, invece, Davide Scabin rientrò come ospite nella cucina di MasterChef Italia, pronto a portare nuovo scompiglio (questa volta, fuori dall’ombra), stress, lacrime e una inedita Red Mystery Box. L’obiettivo è centrato grazie a una richiesta da lunedì mattina: avere un’idea. E il baratro aperto da questo sconforto risucchierà i concorrenti come un rasoio di Occam, o una partita di padel con annessa cucina dietetica (si salvi chi può).

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Deborah Meloni, Michela Morelli voto: 8

La strana coppia delle puntate precedenti questa volta gioca lontana, ma squadra vincente, si parla per la gara, non cambia. Ok, forse iniziano già a serpeggiare le rivalità dopo la luna di miele. Il risultato, però, non muta. Deborah fa la storia nella storia e si decora il petto con due Golden Pin, poi torna in balconata a mezzo rosicare, mezzo gongolare con il suo amico Antonio. Vabbè, so’ ragazzi. I giudici ricordano che sarebbe il momento di ingranare la marcia in più, e forse la ragazza de Roma ha capito come fare. Dal Nord cala invece Michela, che nella cucina magretta degli sportivi, lei che a casa è personal trainer, ci sguazza. Braccio eccellente per la squadra nella prova in esterna, sa anche chinare la testa dopo aver sfoderato ancora una volta le corna da toro (sarà l’effetto di chef Scabin?) e salvarsi in corner, dando a tutti una lezione di realismo e umiltà. Bene così.

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Eleonora Riso, Niccolò Califano voto: 7,5

Strana coppia numero due, sempre più uniti nella stessa sorte. Gregari, capitani, star, defilati: questi due sembrano saper fare tutto, e farlo pure bene. Ci stanno gli scivoloni occasionali, per carità, soprattutto quando si tratta di insegnare a un branco di atleti che anche il gusto va allenato, e che le vitamine possono essere liposolubili. Poi, però, anche nelle difficoltà si fa il giro. Come diceva il vecchio saggio: non conta quante volte cadi…

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Davide Scabin voto: 7

La tecnica non si discute, il cipiglio nemmeno, ma questa volta chef Scabin sembra aver introdotto nella Masterclass il tipo di terrore che nessuno si augurerebbe: gelido e inflessibile, e persino i giudici sembrano viverla male, acchittati a funerale. Si muove tra le postazioni alla ricerca della prossima star – o anche solo di qualcuno che catturi l’attenzione – ma l’ispirazione è difficile a insegnarsi. Paradossalmente, il ruolo di convitato di pietra l’ha assunto proprio ora, uscito dalle tenebre. Ma, ne siamo quasi certi, lo rivedremo nella prossima stagione.

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Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciuolo voto: 6,5

Mamma, ho perso i giudici. Dove sono le scosse elettriche, le danze appassionate, gli sguardi complici? Tutto risucchiato nel buco nero di due puntate che si fanno carneficina, e che portano addirittura Giorgio Locatelli a perdere le staffe in urla e sfuriate. La performance di Cannavacciuolo sul campo da padel – e nonostante un’ottima schiacciata – non riesce a risollevare l’umore di una squadra che, proprio come i concorrenti, è arrivata decisamente stanca al giro di boa.

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Alberto Pierobon, Sara Bellinzona voto: 6

I migliori tra noi sono cari agli dèi, e la parabola di Pierobon, Pierobot, ne è la dimostrazione. L’hanno portato via proprio quando aveva cominciato a scaldarsi, incappato in una tagliola che proprio lui, responsabile pescheria, avrebbe dovuto riconoscere da lontano. Anche dopo un risotto di dubbia cottura, possiamo dire di aver perso il più probabile nuovo MasterChef italiano. Non ci vergogniamo a dire che abbiamo sparso lacrime. E Sara? Fatica a levarsi dal compitino, che, per quanto le riesca bene, a volte porta a strippare pure lei. Bisogna muovere le braccia, alzarsi in piedi, respirare, correre sotto la pioggia. Allora lì troveremo noi stessi.

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Bruno Barbieri, Settimino Difonzo, Lorenzo Silvidio voto: 5

Settimino si è perso, o forse è arrivato il momento di fare i conti con le aspettative di una gara che comincia a restringersi, e per inserirsi nell’imbuto bisogna nuotare controcorrente. Per ora è salvo, nonostante i battibecchi con Kassandra. Lo sappiamo, però: lo ricorderemo più per aver scambiato la stracciatella con il pomodoro (diventando ufficialmente il Pedro di MasterChef: “per me è il pomodoro”) e per aver pronunciato “tapinaro” il topinambur che per qualsiasi cosa abbia messo o metterà nel piatto. Simile, e non, per Lorenzo, che per ora si è impegnato a mostrare il petto ma non il pelo, facendosi notare più per le pose fumantine che per il fuoco della sua cucina. Long way to go. Chef Barbieri: non pervenuto.

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Andrea Sciamanna, Filippo Baldo voto: 4

La propria storia a MasterChef è un costante equilibrio sopra la follia, e in alcuni momenti ci è parso che Andrea potesse davvero uscirne pazzo. Per fortuna (speriamo), non è andata così. Il voto di oggi è il riassunto di una gara passata decisamente in sordina, ed è un peccato, perché la sua storia ai live cooking ci aveva davvero colpito. Auguriamo tutto il meglio a un ragazzo dove il talento si vede, ma schiacciato tra i gangli della tensione. E tu, Filippo? Sarai il prossimo a imboccare il destino di Andrea? Se, come dici tu, architettura significa copiare da quelli più bravi di noi, vedi di prendere a memoria il giusto esempio. Eddaje.

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Kassandra Galindo Rodriguez voto: 2

Capitano in esterna per costrizione, dà la peggior prova di sé concentrandosi sul battibecco con il suo Arci-nemico Lil’ Seven (che per qualche motivo si ostina a chiamare Settimo) e non sui piatti. La ruota della fortuna gira bene quando gli avversari toppano, e questa volta riconosciamo il destino con un voto in più sul tabellone. Oltre la siepe, però, il cuore si spaura tra dissing a Michela, confessionali di fuoco, e l’eterna incapacità di osservare il proprio riflesso prima che l’immagine degli altri. Ok.

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