Qualcuno ha detto amarcord? Mentre la Top 10 di questa edizione entra in campo (ma, allacciate le cinture, già diventa Top 9 dopo due ore), il contatore scricchiola anche su un altro numero: è il trecentesimo giorno di MasterChef Italia, quasi un anno in tredici, e i festeggiamenti sono ecumenici. Arrivano sei concorrenti di edizioni passate (facciamo un gioco: ve li ricordate? Kassandra è più brava di voi), arriva Joe Bastianich con seguito di chitarra; arriva pure, certamente, lui, che Niccolò ha imitato dalla prima puntata, invocandolo per via apotropaica. È il giorno della pasticceria, bellezza, e non ci sono scuse che tengano. Anche perché, quest’anno, Massari raddoppia, manifestandosi nella forma di Iginio e Debora, la figlia (e, più importante, pasticciera). Il futuro avanza, insomma, ed è giusto scegliere con cura i ricordi da tenere in valigia. Escono, infatti, quelli che per ora non sembrano aver fatto tesoro di molto. O forse sì, e a volte va bene anche così. Sbagliare, in fondo, ci piace.
Iginio Massari, Debora Massari voto: 10
Chissà che cosa succede, nel dietro le quinte di quei due. Parole, parole d’amore avvolte attorno a questa bizzarra arte che è creare l’inutile, il dolce, il lusso che spendiamo per dimostrare la cura verso l’altro. Tra di loro, però, è silenzio, l’energia vale più di mille discorsi. Proprio come il sentimento, una cosa è parlarne, l’altra è agirlo. Non c’è tempo per i salamelecchi, bisogna tornare a pesare tuorli, infornare pan di Spagna, versare tutto via prima che esploda. I legami che non finiscono mai, lo dice anche lo scrittore Paolo Nori (mica solo noi), sono quelli che sanno, senza dirsi. Come MasterChef e Massari, ora diventato “i Massari”. Come un padre che parla una lingua strana e che però c’è, e scruta da lontano, anche quando la figlia lo rimprovera di aver sempre centellinato le parole morbide. Tough love, direbbe qualcuno. Oppure, semplicemente, “dolci”.
Antonio Mazzola, Michela Morelli voto: 9
Sarà perché la puntata è dolce, sarà perché il viaggio, per i concorrenti, sta pure funzionando, e allora non servono più le corna del toro, ma la profondità verticale in sé stessi. Sarà quel che sarà, sta di fatto che questi due, che erano entrati nella Masterclass sbattendo i pugni sul tavolo forte, stanno elaborando un nuovo linguaggio. Michela sembra, per la prima volta, vacillare davvero davanti al modo di un verbo, tra imperativo e condizionale. Ma poi riprende la rotta e, allo Skill Test di pasticceria, rivela finalmente il suo lato smussato, facendo commuovere Debora Massari. Antonio, invece, dedica tutto alla figlia (al tempo delle riprese, nascitura) Anita, e il futuro che incombe lo riporta a sfoderare quella mano niente male che avevamo, qua e là, intuito. Morale della favola: gli spigoli fan comodo, ma solo se li usi per proteggere qualcosa di molto, molto morbido.
Niccolò Califano, Eleonora Riso voto: 8
Inseparabili loro, uniti in gloria e sfortuna come se le stelle ci avessero visto lungo, lunghissimo. Schivi ai complimenti, svolte geniali dietro ogni angolo (di Mystery Box), awkward come pochi tra quelli che hanno calcato le scene della Masterclass. Se potessimo, qui e ora e senza possibilità d’appello, scegliere chi vedere in spareggio per una finale fuori dalle regole, non avremmo ripensamenti: indicheremmo questa coppia bizzarra, ormai diventata la nostra ship ufficiale per questa tredicesima edizione di MasterChef. Inafferrabili. Chissà se invece, tra di loro, si capiscono meglio.
Sara Bellinzona, Deborah Meloni voto: 7,5
Due opposti polari, la romana calorosa e la ragazza del Nord che non si scompone mai. Oggi però giocano sullo stesso territorio, che parla di consolidamento tra scalate velocissime e rapidi scivoloni. Forse vorremmo addirittura una marcia in più, ma è pur vero che non tutte le giornate escono con il buco. Il momento della verità si avvicina anche per loro. E noi, tra una scintilla e l’altra, siamo pronti per lo scoppio di un grande fuoco.
I giudici, Joe Bastianich voto: 7
Ci vanno di rasoio, portieri ben allenati sui rigori, e degli scivoloni dei concorrenti non ne passa neanche uno. Vero è che se ne sono visti, di pasticciacci, in questi due episodi. Ma, dall’altro lato, poco si è fatto, lato giuria, più che sbocciare, spegnere candeline, e tirare scappellotti. Tutto è bene, però make ‘em laugh, make ‘em cry, no? Lo dovrebbe sapere Joe Bastianich, che arriva come showman più che come elemento di (disturbo? difficoltà? senso?). Invece, insegnato lo smash burger ai concorrenti, si stracolla la chitarra e regala un private show a Kassandra sulle note di Purple Rain. Weird, but ok.
Settimino Difonzo voto: 6
Figurone, o sfigurone? Lil’ Seven oggi non ne ha, il suo Doppelgänger Settimino si è preso tutto il palco, e la torta che, allo Skill Test, chiama inserimento immediato nei ranghi dei mappazzoni è solo la sua. La bissa nella fase finale della prova, lasciando intendere che un’intera torta possa essere divisa, e consumata, da due persone sedute attorno a un solo tavolo. Il che, in un certo mondo di lussuria e sregolatezza, può anche essere affascinante. Solo che, ci hanno detto, le accozzaglie non sono ben viste sulle postazioni di MasterChef. E il flirt con la morte (pardon, l’eliminazione) di Settimino diventa sempre più spinto.
Filippo Baldo voto: 5
Da qualche puntata aveva messo su lo stesso sorriso di Valeria, e non capivamo se fosse che Pippi aveva contagiato anche lui, o se, con sesto senso, si era già rassegnato a un destino che, di cannocchiale, intuiva incombere all’orizzonte. Quale che sia, purtroppo non possiamo dire che ci ricorderemo l’architetto veneto che ha messo uno zampirone su un dolce. Spesso, però, l’uscita di scena da MasterChef è solo perché ci si è giunti troppo presto. Di questo siamo sicuri, Filippo. E speriamo troverai modo di prenderci di sorpresa, un giorno. C’è solo una cosa che amiamo più che sbagliarci, ed è il cadere preda della meraviglia. Questo è il tuo compito.
Alice Scaffardi, Lorenzo Silvidio voto: 4
MasterChef non è un paese per vecchi, anzi, pardon, per giovani. Con Lorenzo se ne va l’ultimo ventenne spaccato del gruppo, gioco del destino, proprio dopo essere stato chiamato tra i migliori della prova precedente. Una doppia eliminazione a sorpresa (anzi, a shock), il cui il motto dovrebbe essere: fade to black. Proprio Alice lo segue nel suo destino, lei che aveva inaugurato la storia della Golden Pin. La maledizione si aggira ancora sulle teste dei concorrenti. Questa spada di Damocle non ha ancora finito di mietere vittime. Però, ecco, non immaginavamo che l’angelo della morte sarebbe potuto arrivare travestito da nero di seppia.
Kassandra Galindo Rodriguez voto: 0
Zero assoluto, semplicemente. Kassandra ha deciso di impugnare il suo destino, sollevandosi al pari dei giudici e sentendosi in dovere di far notare loro che una quaglia in un piatto vale più di una verdura, e che no, davvero amo, guarda che ti stai sbagliando, ci sono persone molto, ma molto più brave di Michela qui dentro. E poi un piantino, a priori o posteriori, per riequilibrare il tutto. A pensarci è strano, che i suoi piatti non patiscano tutta questa sapidità aggiunta. Anche gli altri concorrenti, ormai, non trattengono la stizza nei suoi confronti. Tutto un gusto che non si vedeva dai tempi di Rachida, che, come abbiamo ripassato oggi, partecipò alla terza edizione del programma. Si vede che ogni dieci anni, come la luna…