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Non siete pronti per il competitive eating, né per la sua sfida del secolo

Questa sera, 'Unfinished Beef' trasmetterà in diretta su Netflix la resa dei conti tra i due pesi massimi delle mangiate di hot dog agonistiche, Joey Chestnut e Takeru Kobayashi. Per capire perché è stato un evento epocale, però, bisogna fare un passo indietro
La gara di mangiatori di hot dog del 4 luglio a Coney Island

Foto: press

Godzilla contro King Kong, Muhammad Ali contro Joe Frazier II; ma anche Goku vs Vegeta o Alien vs Predator. Scontri tra titani senza dubbio. Magari non i match più famosi della storia sportiva a livello mondiale, ma semplicemente quelli più richiesti dai tifosi, dai lettori e da chiunque abbia una nozione di rivincita contro la propria “nemesi”, il nemico giurato.

Tutto bello, ma in questi giorni in America non si fa altro che parlare di un altro match, senz’altro allo stesso livello di ferocità, agilità, sentimentalismo e forze congenite. “Lo scontro inaspettato”, la battle più attesa degli ultimi 15 anni: Unfinished Beef, la gara fra Joey Jaws Chestnut e Takeru The Tsunami Kobayashi, i migliori competitive eater del mondo (si detestano), pronti a sfidarsi a morsi nella stessa arena per la prima volta in 15 anni. Le due icone gastronomiche, che hanno vinto complessivamente 22 Mustard Belt (la cintura di campione del mondo) al Nathan’s Famous Hot Dog Eating Contest – l’equivalente del Tour de France, della Coppa Rimet di calcio, del Super Bowl, e delle finali NBA tutte insieme – si affronteranno oggi in un’epica battaglia a colpi di hot dog n quel di Las Vegas, trasmessa live da Netflix. Ma di che cosa parliamo, quando parliamo di competitive eating?

Anche conosciuto anche come speed eating, è uno sport in cui i partecipanti competono tra loro per mangiare grandi quantità di cibo, di solito in un breve periodo di tempo. Si tratta di sfide fra gurgitators (ingurgitatori) regolate dalla Major League Eating (una cinquantina di membri) con tanto di Commissioner e CEO, che si svolge a livello ludico-sportivo (con tanto di telecast live sponsorizzati a grandi cifre da ESPN/ABC/NBA) dal 1972 durante il 4 di luglio, data che il popolo televisivo americano attende con trepidazione per condire il proprio patriottismo da festa nazionale (naturalmente yankee) con BBQ, fiumi di birra, salsicce, burger, tacos e naturalmente hot dog.

Tutto ha inizio nel 1916, quando Nathan Handwerker, immigrato tedesco, arriva a New York e decide di investire tempo e denaro in quello che faceva in Germania: cucinare würstelAnche se l’invenzione dell’hotdog viene attribuita a Charles Feltman nel 1874, è grazie all’american dream e alle capacita imprenditoriali di Nathan che viene fatto conoscere alle masse, quando di fatto apre il primo ristorante a Coney Island. Da allora i suoi dogs sono simbolo di eccellenza e sponsor della famosissima Nathan’s Hotdog Competition, la più antica gara nel suo genere con montepremi di, per esempio, 10.000 dollari al vincitore.

La competizione di mangiatori di hot dog del 4 luglio. Foto: press

 
Fondatori e presidenti della MLE sono George & Richard Shea: «Abbiamo membri in USA, Giappone, Inghilterra, Germania, Canada, Israele, Thailandia e Ucraina, e per quanto possa sembrare strano l’idea di divorare cibo competitivamente risale ai tempo della preistoria. Pensa a 30 Neanderthal in una caverna dove per caso entra un coniglio. Altra cultura dove il cibo e il suo consumo sono considerati sacri è il Giappone, e proprio per questo sono decenni che i migliori atleti provengono da lì».

 

Date le informazioni di base, sfatiamo i miti. Si potrebbe infatti pensare che chiunque possa presentarsi a una competizione e riempirsi di cibo. In realtà questo sport prevede una preparazione psicofisica non è lontana da quella di una maratona, o di uno sprint di 100 metri. Pensateci: dieci minuti di masticazione e deglutizione, naturalmente con i suoi trucchi e segreti.

Foto: press

È importante, per esempio, pucciare il pane nell’acqua, in quanto rende il cibo più malleabile e digeribile. E poi gli accorgimenti: dopo 5 minuti si raggiunge un muro e il corpo si rifiuta di continuare; dopo 15 hot dog si comincia a trasudare nitriti e sali (leggasi: puzzi come una biscia e l’odore rimane addosso per giorni), e dopo 30 la mente ti molla. Ricordate: lo stomaco arriva a un punto di saturazione, la mente no. Infine, la tecnica, perché per mangiare un hot dog esistono vari metodi. BadLand Bookers era sostenitore del “più grasso sei e più lo stomaco si espande”, e quindi era solito divorare cibi interi. Il nostro Kobayashi è l’opposto: magrissimo, è stato il primo a separare il bun (pane) dal dog e a mangiare a pezzettini. Eater X ha cominciato a bere sostanze dolci, perché lo zucchero scioglie meglio i grassi.

 

A questo punto mancano le motivazioni, forse. Qualunque sia il motivo che spinge questa gente a stramangiare – soldi, notorietà – per riuscire a sopravvivere bisogna avere un minimo di passione, perché il training è durissimo e senza sacro fuoco non si sopravvive. Prima di tutto, quindi, mantenersi in forma, yoga per la mente e stretching per il corpo. Bisognerà inoltre allenare altre qualità, come strategia, capacità, stamina e concentrazione. E prepararsi alle problematiche che si incontreranno: affaticamento della mascella, indurimento dello stomaco, nausea da sapore. Vietato (anche da regolamento) il termine vomito. Si dice invece “impulsi contrari al deglutire”.

Foto: Netflix

Qualche regola, la principale: mantenere tutto quello che ingerisci all’interno di gola, stomaco ed esofago. L’ultima cosa che vuoi fare è essere preda di impulsi contrari al deglutire: non è uno spettacolo che si vuole  mostrare al pubblico. I punti: tutto quello che hai in bocca al fischio finale, conta. Se rigurgiti, vieni squalificato. Categorie del cibo che si incontrerà: debris food, tutto ciò che ha guscio/ossa e scarti. Granchi, ostriche, aragoste, gamberi, costine di maiale. Sandwich food, tutto quello che si mangia con le mani: pizza, pannocchie, così via. Burger e hot dog sono categoria a parte.

 

Ora che sapete tutto sul competitive eating, qualche altro personaggio della galassia a cui appartengono i citati campioni Chestnut e Kobayashi. Sono donne e uomini, americani e giapponesi, ognuno con nome, soprannome, alter-ego e record personale per aver ingurgitato pizze, torte, chicken wing, uova, ostriche, panini, donuts, gyros, cetrioli, jalapenos, baby back ribs, pancake, pesci-gatto fritti (!!!), peanut butter & jelly sandwiches, barrette Mars, calamari fritti. Il tutto sempre in tempi ristrettissimi.

Deep Dish Bartoletti, tra i maggiori atleti di competitive eating. Foto: press

Cominciamo dai grandi vecchi del circuito, i primi a portare il competitivi eating alla ribalta, venerati come eroi mitologici: Tim Eater  X Janus, campione di tiramisù, cannoli, sushi e burrito; Crazy Legs Conti, detentore del record per fagiolini, pancake, pannocchie e ostriche, 34 dozzine in 3 ore; Badland Booker, il primo ad aver ingurgitato 200 chili e portavoce del movimento “stomaco espanso” (più grasso sei e più mangi); Rich la locusta Lefevre, il più vecchio del circuito; Matt Stonie, il primo a interrompere il dominio fra Kobayashi (6 vittorie) e Chestnut (16); Sonya The black widow, 51 chili di peso forma, letale, prima donna a superare gli uomini e detentrice mondiale del record sulle uova sode, 65 in 6 minuti. Mortale. Patrick Deep dish Bertoletti, chef di cibi macrobiotici, specializzato in cibo piccante anzi, piccantissimo.

 

E ora, veniamo ai nostri campioni, con cui abbiamo scambiato due parole, face-to-face, all’alba della sfida del secolo.

Joey Chestnut. Foto: press

 Nato e cresciuto a San Jose, in California, Chestnut detiene 55 record mondiali di mangiate agonistiche, tra cui il record mondiale per il maggior numero di hot dog ingoiati – 76 in 10 minuti, per essere precisi. «In tutti i miei anni di attività agonistica, Kobayashi è stato il mio rivale più accanito», ha detto Chestnut. «Gareggiare contro di lui mi ha spinto a migliorare sempre di più. So che i fan hanno atteso a lungo un altro capitolo della nostra rivalità e non vedo l’ora di assistere alla nostra resa dei conti in diretta su Netflix! È ora di dare alla gente quello che vuole».

Descritto come il “padrino del competitive eating”, Takeru Kobayashi ha vinto il Nathan’s Famous Fourth of July International Hot Dog-Eating Contest per sei volte consecutive dal 2001 al 2006, battendo il suo (precedente) stesso record. Nel 2010, a causa di una controversia contrattuale, a Kobayashi è stato vietato di partecipare alla competizione. Attualmente detiene più di 10 record mondiali in questo sport. Ha riso quando gli è stato chiesto del suo ritiro. «Il mio ritiro avverrà solo dopo aver sconfitto Chestnut per l’ultima volta», ha dichiarato a Netflix. «Questa rivalità è nata tempo fa. Gareggiare contro Joey in diretta su Netflix significa che i fan di tutto il mondo potranno guardarmi mentre lo stendo».

Foto: press

Com’è il vostro rapporto? Si può parlare di amicizia? 
Chestnut: No. Troppi episodi fra di noi, siamo ultra-competitivi. Speriamo che, dopo la gara, ci si parli da amici, anche se non dobbiamo esserlo per forza.
Kobayashi: Non abbiamo alcun rapporto. Zero contatto tra noi. Lui sa cos’ha fatto. Gioca sporco.

 

Come reputi il tuo avversario?
Chestnut: È sempre forte, è stato il primo a rivoluzionare lo sport. È in grado di spingere al massimo, e poi avremo il pubblico più numeroso davanti al quale abbiamo mai mangiato.
Kobayashi: Sono passati 15 anni dall’ultima volta che ci siamo affrontati. Conto sulla mia abilità fisica e mentale.

 

Come mangiate normalmente un hot dog quando non state cercando di mangiarne 70 in 10 minuti?
Chestnut:
Il mio hot dog preferito è chili and cheese. Ho provato anche il kimchi, ma nelle gare non c’è tempo per i condimenti.
Kobayashi: In realtà mangio spesso hot dog in Giappone, specialmente il 4 luglio, tradizione insegnatami dall’America. Li faccio alla griglia con mia moglie. E metto molta senape. Niente cipolle.

 

Foto: Netflix

Quanto sei sicuro di vincere questa volta?
Chestnut:
 Moltissimo. Si tratta di non essere compiacenti. E di rimanere affamati. Il fatto che l’ho battuto tre volte su cinque, be’… aiuta!
Kobayashi: Ho un po’ d’angoscia per la gara, ma zero paura. Sono stato il primo al mondo a divorare 50 hot dog in 10 minuti. La vendetta è un piatto che si serve freddo.

 

Ok, ma perché la sfida è stata organizzata proprio a Las Vegas? Per due motivi: il primo perché Joey Chestnut (ricordiamolo: la star più fulgida della MLE, con un record di 76 hot dog divorati in 12 minuti il 4 luglio 2021), è stato bandito per aver siglato un accordo con un’azienda che produce würstel a base vegetale (inammissibile). Il secondo è che tutti vogliono vedere la rivincita fra quelli che considerano i veri pesi massimi della disciplina, che hanno battuto 23 record e introdotto nuove tecniche (Kobayashi è stato il primo a separare il bun,pane, dal dog dopo averlo pucciato nell’acqua) nonché hanno dato vita a battaglie epiche, incluso l’arresto di Kobayashi per aver assalito Chestnut nel 2010. Il tutto dopo che l’anno precedente, dopo 6 anni di vittorie consecutive di Kobayashi, la sera prima della gara, durante una lite “nata per caso” in un bar, qualcuno gli aveva spaccato la mascella, impedendogli così di partecipare e lasciando via libera alla prima vittoria di Chestnut. Aspettatevi, dunque, di tutto e di più.

 

 
Prima di continuare, una confessione: anch’io, anni fa a Coney Island, ho partecipato alla gara di qualifica per queste competizioni, ovviamente nei panni di un hot-giornalista-dog, tra aspettative del pubblico esagerate e cornice carnevalesca a condire il tutto. È mio piacere riportare che, forte del mio DNA italico slow food, ho mangiato, in 10 minuti, soli 3 hot dog, con tanto di senape. Chi va piano, sempre e comunque, va sano e va lontano. Buona sfida del secolo a chi si sintonizzerà.
 

Roberto “La bestia” Croci a una gara di competitive eating. Foto courtesy dell’autore

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