Da un paio di mesi a questa parte non si fa che parlare di Bologna, capitale italiana dell’armocromia ma pure «simbolo dell’Italia anti-Meloni», come titola il reportage uscito su M Le magazine du Monde che la definisce «la rebelle». Tralasciando la politica e i consigli d’abbinamento cromatico, resta un’inossidabile certezza: se si chiama “la Grassa” un motivo c’è, e chi meglio dei componenti de Lo Stato Sociale può dispensare consigli sui locali in cui gustare petroniane, passatelli, crescentine e compagnia cantante? Per digerire il tutto poi basta uno sguazzone – che se non sapete cos’è peggio (o forse è meglio dire meglio?) per voi.
«Partiamo con i ristoranti preferiti: il primo è Grassilli in via dal Luzzo: costicchia un po’ ma la loro cotoletta alla bolognese – piccolina, che almeno così la riesci a finire, compatta e con il formaggio fuso bene – è davvero spaziale. Poi altro posto del cuore la Trattoria Dall’Olio in via Scandellara: è economico e il mercoledì si mangiano dei passatelli asciutti incredibili».
«In via dei Coltelli amiamo molto Vâgh íñ ufézzí, che in dialetto bolognese significa “vado in ufficio”, la scusa con cui i mariti scappavano dalle mogli per andare all’osteria a mangiare e a bere. Il paradosso è che lì il cuoco lavora proprio con sua moglie: è un posto a gestione famigliare con pochissimi coperti e si mangia benissimo. Sempre tradizionale ma un po’ rivisitato, il proprietario è un bravissimo chef che s’inventa sempre piatti diversi in base alla stagionalità dei prodotti – adesso per esempio i balanzoni (un piatto di pasta fresca con spinaci e mortadella, condito con burro e salvia, Nda) col sugo di carciofi – da accompagnare con crescentine a volontà».
«Bisogna citare To Steki in Largo Respighi – ad Alex gli vogliamo gran bene –, il greco più buono della Grecia, un posto meraviglioso. Poi per forza l’Osteria del Sole, col suo rito del 24 dicembre; Da Bertino in via Delle Lame; Le Golosità Di Nonna Aurora in via Fioravanti e di sicuro Circolo ARCI Ippodromo in via di Corticella. Si trova dove inizia la zona periferica di Bologna, vicino all’Istituto Aldini Valeriani – le scuole superiori frequentate da tre di noi – e già attorno ai sedici, diciassette anni abbiamo iniziato ad andarci: è gestito da alcuni anzianotti, fanno solo tagliatelle al ragù e crescentine fritte, per il resto giocano a carte e ballano alla balera. Ah, poi c’è Circolo ARCI San Lazzaro in via Bellaria, con la sua Sala Paradiso e la bocciofila, però qui usciamo già da Bologna».
«Per quanto riguarda il bere, El Matador è un posto pazzesco in piazza dei Martiri, dove ci fermiamo spessissimo: è un bar gestito da ragazzi peruviani dove cacciano sempre della gran musica sudamericana, fuori hanno l’accendino legato a una cordicella e quando vuoi fumarti una sigaretta e non hai da accendere passi di lì e sai che lo trovi. Di fianco c’è un distributore automatico di sigarette che ha l’ingresso con una chiavetta USB, e tu dici “ma che cavolo ci fa lì?”: be’, fondamentalmente tu schiacci, e ci sono dei film pornografici che puoi scaricarti sulla chiavetta in un distributore di sigarette. Questa è la cosa migliore di tutta Bologna!».
«Non possiamo nemmeno dimenticarci il Lilium Caffè in via del Borgo di S. Pietro e Dalla Linda o al Caffè Olè, in via Mascarella. Qui non si mangia, si beve e basta: gran aneddoti, i baristi ti stordiscono a chiacchiere e tu vai avanti senza manco accorgertene».
E quando si parla di “andare avanti”, qual è il drink che scegliete?
«Lo sguazzone, che abbiamo incominciato ad apprezzare recentemente: acqua frizzante e vino bianco frizzante insieme, con un po’ di ghiaccio d’estate. Lo puoi bere dalle nove del mattino alle nove del mattino del giorno dopo, nel mentre stai da dio e poi stai male tre giorni dopo».
Ok, dopo questa rivelazione fortissima passiamo ai piatti della cucina bolognese di cui non potreste mai fare a meno: quali sono? «I passatelli pomodorini e guanciale – anche se non sono proprio tradizione al 100%; il friggione (un contorno preparato in lentissima cottura con cipolle bianche, pomodori pelati, strutto, sale e zucchero, Nda); i passatelli in brodo; la torta di riso; le lasagne al ragù».
Dove si mangiano le lasagne al ragù più buone di Bologna? «A casa di mia mamma!». E te pareva.