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Metti una sera a Londra, a cucinare un cocktail come in ‘Breaking Bad’

Nello specifico, dentro a un camper nel cuore di Hackney: siamo stati all’ABQ, il locale/laboratorio dove si può essere Walter White per una notte (spoiler: le metamfetamine non sono incluse)

Foto: Alessandro De Simone

Mi è successo lo scorso weekend e mi sono anche molto divertito, oltre ad avere raggiunto quel giusto livello etilico che ti permette di affrontare la vita con un minimo di fiducia in più. E, soprattutto, ho avuto modo di evitare la pallottola Sanremo per una sera. Ma andiamo con ordine.

In terra d’Albione esiste una compagnia specializzata in esperienze immersive legate al food and beverage. Si chiama, guarda un po’, Lollipop; il loro business principale è il mercato dei cocktail in bottiglia, e a braccetto vanno gli experience bar. Aveva fatto scalpore anni fa il The Bunyadi, ristorante londinese dove si mangiava rigorosamente nudi. Ora ha chiuso, ma con il riscaldamento globale potrebbe tornare prepotentemente di moda. Ancora aperto è invece il The Bletchley, cocktail bar ispirato alla Londra della Seconda Guerra Mondiale, dove per avere un drink c’è da risolvere un Enigma, proprio quello della macchina decodificata da Alan Touring. Ma di questo parleremo prossimamente.

Infine, c’è l’ABQ. Sta per Albuquerque, naturalmente, la ridente cittadina del New Mexico dove si svolgono gli eventi di Breaking Bad, la serie di culto creata da Vince Gilligan in cui un professore di chimica del liceo, Walter White (Bryan Cranston), dopo essersi ammalato di un cancro apparentemente incurabile decide di diventare un produttore di metanfetamina, coinvolto nel business da un suo ex alunno, Jesse Pinkman (Aaron Paul). Il loro laboratorio è un camper, molto simile a quello parcheggiato all’interno di questo bel locale nel cuore di Hackney, ricavato in uno degli archi della Overground, la ferrovia urbana della città.

Foto: Alessandro De Simone

Bohemia Place è oltretutto un posto assai interessante dove passare il tempo. C’è anche la sede della Hackney Church Brew Co., dove si possono gustare ottime pinte (la Superfly IPA e la Halo Lager sono le mie preferite). Ma torniamo ad ABQ. L’esperienza Breaking Bad si prenota dal sito, ed è possibile partecipare fino a gruppi di dodici. Appena entrati, oltre all’imponente scenografia del camper, si nota in fondo a sinistra un forno a legna, che purtroppo la sera in cui sono andato era mestamente spento – la pizzeria Saint era infatti momentaneamente chiusa per lavori. Peccato, perché dalle foto la pizza ha una bella faccia. Dopo una breve attesa, i nostri ospiti sono venuti a prendere me e la mia compagna e ci hanno portati nel retrolaboratorio, dove ci hanno fatto appendere i soprabiti e ci hanno fornito l’outfit della serata: un’elegante tutina gialla fosforescente e una maschera antigas.

Foto: Alessandro De Simone

Eravamo sei nel nostro turno, tre coppie, e noi abbiamo “cucinato” in tandem con due simpatiche ragazze che candidamente hanno confessato di non avere mai visto neanche una puntata di Breaking Bad. Le regole sono semplici: si devono preparare due cocktail, metà della preparazione la fa un team, l’altra metà l’altra squadra, poi si uniscono e una volta pronto viene servito in un classico becher da laboratorio. Per allietare il duro lavoro del chimico, con il potere di sposare gli elementi e di farli reagire, ci viene immediatamente servito un Espresso Martini appena stappato. Sì, una delle creazioni in bottiglia della Lollipop, e per quanto possa sembrare incredibile, persino un purista della mixology come il sottoscritto lo ha trovato molto buono.

Bando alle ciance, è tempo di preparare il nostro Pinkman attraverso un procedimento molto coreografico sebbene non complicato. L’interazione tra i due team è piacevole, alla fine lo è anche questa bevanda dal colore violaceo accompagnata da tre strisce di un composto zuccheroso tirate su un vassoio di pietra lavica. Dolce, ma fresca e gradevole. Il tempo di una chiacchiera e già si torna al lavoro, perché chi non cucina non beve. Si passa all’Heisenberg, naturalmente, e la presenza del Blue Curaçao tra gli ingredienti mi porta indietro nel tempo, in un qualche lurido bar romano alla fine degli anni Ottanta. Dopo avere mischiato vari ingredienti, mi sono ritrovato a girare un composto gelatinoso dal colore azzurro intenso, che i valenti barman dell’ABQ hanno preso e trasformato in un cocktail più che bevibile, anche questo molto dolce per un palato italiano, ma perfetto per il gusto anglosassone.

Foto: Alessandro De Simone

Siamo rimasti a gustarcelo fino alla fine dell’ora e tre quarti della nostra experience. Ammontare della serata: 38 sterline a testa. Se si considera che in nessun posto a Londra un cocktail degno di questo nome costa meno di 12, alla fine il prezzo è equo. Il posto ha un suo perché, e se dopo avere svestito la tuta di Walter White si vuole restare a bere qualcosa mischiato da un vero barman non si resta delusi. Il consiglio è di andare in compagnia di amici affiatati, sei meglio che quattro, e meglio ancora se appassionati della serie. Un modo diverso per passare una serata, che non guasterebbe anche nel panorama della somministrazione di alcune città italiane. E alla fine la domanda fondamentale è solo una: Breaking Bad o Better Call Saul?

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