Un agente speciale, a dire il vero piuttosto goffo e impreparato, si muove con fare (più o meno) furtivo in un mix tra reale e virtuale. Ha una missione da compiere, ma è evidente che non possa portarla a termine senza l’aiuto di qualcuno. Di un videogiocatore, per la precisione. Perché l’agente in questione è il protagonista di Secret Oops!, neonato di MixedBag disponibile dal 31 gennaio su Apple Arcade. Un titolo divertente, che propone soluzioni stilistiche originali e che conferma ancora una volta le qualità dello studio torinese, già noto agli appassionati per titoli quali forma.8 e Futuridium. Per saperne di più abbiamo intervistato Mauro Fanelli CEO e Creative Director di MixedBag.
Ciao Mauro e benvenuto su Rolling Stone. Partiamo dalle origini, ci racconti la storia di MixedBag?
MixedBag nasce intorno a fine 2011 in forma non strutturata, per poi costituirsi come azienda a inizio 2013, con lo scopo di produrre giochi per il mercato mobile. Il primo progetto che abbiamo iniziato a sviluppare è stato forma.8, che aveva il preciso scopo di portare un genere complesso come i metroidvania su dispositivi touch. La prima demo di forma.8 è nata proprio su iPad! Nel frattempo però abbiamo iniziato lo sviluppo di Futuridium, uno shooter 3D psichedelico dalle meccaniche non convenzionali, e grazie al supporto da parte di PlayStation siamo approdati su PlayStation 4 e PlayStation Vita. Da lì abbiamo pubblicato i nostri titoli o fatto porting e publishing per conto di altri indie italiani su praticamente tutte le piattaforme disponibili, dal 3DS a Xbox One, passando per Switch e mobile.
Puoi spiegare ai nostri lettori cosa si intende per Realtà Aumentata?
La Realtà Aumentata è una tecnologia che permette, grazie all’uso di telecamere ed altri sensori, di introdurre immagini virtuali nel mondo reale, e di poter eventualmente interagire con esse. Al momento è sfruttata soprattutto in ambito mobile. Ha potenzialità enormi, ma si tratta di una tecnologia ancora relativamente di nicchia, nonostante l’enorme successo di Pokémon Go.
Come nasce l’idea di creare un titolo che sfrutta le peculiarità della Realtà Aumentata?
E’ una storia curiosa, che non siamo ancora pronti a raccontare completamente visto che ci sono alcuni retroscena interessanti. Diciamo che avevamo il concept base di Secret Oops! nel cassetto da un po’ e che sapevamo che declinarlo in Realtà Aumentata sarebbe stato assolutamente perfetto. Il problema era come, viste che le sfide tecniche e di design avrebbero richiesto notevoli sforzi, e che il mercato dei giochi AR è al momento ancora una nicchia. Fortunatamente è intervenuta Apple, e grazie al loro supporto siamo stati in grado di realizzare Secret Oops!.
Quali sono le principali differenze e sfide rispetto a creare un gioco “normale”? In che modo l’esperienza di gioco cambia con e senza Realtà Aumentata attivata?
Tantissime! Ci sono due modi per realizzare giochi AR: fare un gioco tradizionale e aggiungere una modalità in Realtà Aumentata come gimmick, oppure pensare il gioco interamente in funzione delle potenzialità della tecnologia. Secret Oops! è stato sviluppato con la seconda idea in mente, pur sapendo che così facendo sarebbe stato complicatissimo portare il gameplay sulle altre piattaforme e sistemi di controllo. L’esperienza cambia tantissimo: Secret Oops! dà il meglio di sé giocato in Realtà Aumentata e in compagnia. Giocato in modo tradizionale perde molto del suo appeal.
Secret Oops! vista la sua struttura si presta sicuramente a essere ampliato con nuovi livelli. Avete progetti a riguardo?
Assolutamente sì! Al momento abbiamo rilasciato i primi due capitoli e 35 livelli, ma il gioco completo sarà composto da 5 capitoli e 80 livelli in totale. Abbiamo inoltre altre sorprese in serbo che si andranno ad affiancare alla modalità di gioco principale.
Secret Oops! è un titolo Apple Arcade. Come nasce la collaborazione con Apple? Avete ricevuto indicazioni/suggerimenti/ in fase di produzione?
Abbiamo sempre lavorato e da anni pubblichiamo i nostri giochi sulle piattaforme Apple: sono uno dei nostri mercati di riferimento. Come team di sviluppo siamo in contatto diretto con Apple da anni, e nel 2019 abbiamo presentato il concept di Secret Oops!, all’epoca chiamato Spy. Da lì ci è stato chiesto di approfondire e, solo in seguito, ci hanno parlato del progetto Apple Arcade e siamo entrati nel programma. Durante lo sviluppo abbiamo avuto supporto continuo da parte di Apple, sia a livello tecnico che di feedback e suggerimenti lato gameplay. Usiamo tantissime tecnologie Apple, da ARKit 3 per l’AR a Metal 2, a Game Center per la parte di networking. Particolarmente utile il contatto diretto che abbiamo avuto con il team di ARKit, che ha analizzato il gioco e ci ha dato preziosi suggerimenti su come migliorare l’esperienza AR.
I titoli di Apple Arcade funzionano su iPhone, iPad e Apple TV. Tre device sostanzialmente diversi tra loro. Quanto è difficile fare in modo che tutto quadri e che l’esperienza sia soddisfacente a prescindere da cosa si usa per giocare?
È stato difficilissimo, soprattutto considerando che il gioco è nato innanzitutto per sfruttare al meglio le possibilità offerte dalla Realtà Aumentata e della collaborazione tra giocatori. Il gioco dà il meglio di sé giocato in AR e in multiplayer, ma al tempo stesso abbiamo anche dovuto sviluppare una modalità single player soddisfacente e fare in modo di rendere il gioco giocabile usando quattro sistemi di controllo diversissimi: AR, touch, joypad e mouse e tastiera su Mac. Vi lascio immaginare la complessità: è stato praticamente come sviluppare tre giochi insieme. Il grosso problema è che il gioco è molto fisico, è pensato per far muovere i giocatori per trovare la giusta inquadratura e la giusta posizione per interagire con il mondo virtuale. Replicare le stesse sensazioni su un normale schermo bidimensionale è una sfida enorme. Se posso azzardare un paragone, è come cercare di rendere Wii Sports divertente con un controller tradizionale… Alla fine comunque abbiamo deciso di puntare tutto sulla modalità AR, cercando di sacrificare il meno possibile l’esperienza sulle altre piattaforme, ma i compromessi sono pesanti. Per cui… giocate Secret Oops! in AR! E in multiplayer!
Quanto l’assenza di microtransazioni nei titoli Apple Arcade e il supporto di Apple permettono a un team di sviluppo di concentrarsi solo sul gioco, e magari di osare qualcosa in più, senza pensare a come monetizzare dalla propria creazione?
Senza mezzi termini: un gioco sperimentale e “strano” come Secret Oops! non esisterebbe senza il supporto di Apple. Sarebbe un gioco impossibile da sostenere con le micro transazioni e quasi impossibile da vendere sul mercato tradizionale in un numero di copie tale da poter rientrare dell’investimento. È invece un gioco che ha perfettamente senso su una piattaforma di subscription e per far vedere ai giocatori le potenzialità offerte da una tecnologia unica come la Realtà Aumentata.
Cambiando argomento e parlando del mercato italiano, cosa puoi dirci della situazione dello sviluppo di videogiochi in Italia? È cambiato qualcosa (in meglio o in peggio) da quando sei entrato in questo settore?
I miglioramenti sono stati tantissimi nel corso degli anni, e oggi il settore è molto più sviluppato rispetto a quando abbiamo iniziato nel 2013. Basti pensare che all’epoca eravamo uno dei pochissimi team indie italiani a pubblicare su console, oggi invece l’accesso a piattaforme prima chiuse è molto più diffuso. Non si può poi non citare casi virtuosi come Ubisoft Milano con Mario + Rabbids, una collaborazione incredibile con Nintendo e un gioco di enorme successo, e l’acquisizione di Milestone da parte di THQ Nordic, che porterà ingenti capitali sullo sviluppo. Oppure Ovosonico, con produzioni innovative di calibro AA, sviluppate grazie alle sinergie con 505. E credo che proprio sugli AA, o comunque su produzioni di maggior spessore tecnico e contenutistico si debba continuare a puntare per lo sviluppo del settore in Italia: il mercato indie oggi è difficilissimo, mentre per i prodotti con i giusti investimenti possono puntare a garantire ritorni più interessanti e hanno maggiori possibilità sul mercato. Fortunatamente anche da questo punto di vista il settore in Italia si è evoluto ed è in costante evoluzione, e negli ultimi anni abbiamo avuto ottimi esempi, come ad esempio Remothered di Stormind Games, con un seguito già annunciato che promette faville.
Cosa si potrebbe fare, secondo te, per far fiorire il settore a livello di altre nazione europee?
Qui mi tolgo il cappellino da dev e mi metto quello di rappresentare i developer per conto di AESVI, l’associazione italiana di categoria.
Su quest’argomento si potrebbe dibattere all’infinito, per cui cercherò di essere velocissimo.
- maggior networking tra sviluppatori.
- attirare maggiori capitali e investimenti, soprattutto dall’estero.
- un maggior riconoscimento e appoggio da parte delle istituzioni pubbliche: siamo un settore molto particolare che ha bisogno di supporti specifici.
L’ordine non è casuale, e sono tutti aspetti su cui l’associazione è impegnata in prima linea da anni.
Per concludere, oltre a Secret Oops! cosa bolle in pentola nel futuro di MixedBag?
Come anticipato, Secret Oops! verrà costantemente aggiornato e migliorato nel corso dei prossimi mesi. Un primo update di contenuti è previsto per inizio marzo: aggiungeremo un intero mondo di gioco in una nuova ambientazione. Per il resto… al momento è davvero troppo presto per parlarne!