Gamestop: azioni al minimo storico. È la fine? | Rolling Stone Italia
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Gamestop: azioni al minimo storico. È la fine?

Dopo anni di crisi, la famosa catena americana affronta il suo giorno più nero con un crollo in borsa del 36%. Le previsioni degli analisti sono sconfortanti

Gamestop: azioni al minimo storico. È la fine?

Nell’ultimo anno l’azienda aveva provato a intensificare i guadagni attraverso la vendita di merchandising e alzando il costo delle tessere clienti.

È un parallelo amaro quello che ci ritroviamo a fare se pensiamo che, proprio a poche ore di distanza dall’annuncio della data di lancio di Google Stadia, è arrivata anche la notizia che le azioni di GameStop hanno raggiunto il minimo storico dal 2003: un crollo a picco del 36% in un solo giorno le ha portate alla misera cifra di 4,90 dollari. È la più grande perdita della storia dell’azienda, che stavolta rischierebbe di non riprendersi più perché ha un business ormai “raso al suolo” secondo l’analista di Benchmark Co.  Mike Hickey. Il motivo principale dietro alla recente perdita di fiducia da parte degli azionisti sarebbe stata generata dall’incapacità dei dirigenti dell’azienda di “presentare una visione coerente e tangibile su una futura trasformazione del business”.

Non dovrebbe mancare troppo all’uscita delle console di prossima generazione, e la vendita di hardware potrebbe restituire un po’ di ossigeno a GameStop.

La cosa d’altra parte non ci stupisce, e l’annuncio di Stadia di cui parlavamo in apertura è la manifestazione più concreta di questo problema: il mondo dei videogiochi ormai da anni si sta muovendo in una direzione che predilige la distribuzione in digitale, e ora anche il gioco in streaming. GameStop, che ha fatto la sua fortuna attraverso l’acquisto e la vendita di giochi usati, proprio per questo motivo solo l’anno scorso ha registrato perdite pari a 673 milioni di dollari.
D’altronde ci siamo già passati con BlockBuster, il declino del supporto fisico non è un processo reversibile ed è inutile sperare nel contrario. Ma quando un’azienda che dà lavoro a così tante persone è in crisi e rischia di chiudere, è sempre in qualche modo una sconfitta per tutti.

 

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