Non ho mai pensato a cosa si potesse leggere tra le righe della storia di Cenerentola finché non ho preso in mano Cenerentola (con la a finale cerchiata), il nuovo fumetto nato dalla collaborazione di Fumettibrutti e Joe1, da breve uscito per Feltrinelli Comics. Sovvertendo temi come sorellanza tossica, patriarcato, maschilismo, l’opera delle due autrici sfrutta la popolarità del personaggio di Cenerentola (quella Disney) per lanciarsi in un compendio di lotte quotidiane intersezionali in un’estetica anarco-punk da comune. Il fumetto italiano rilancia ancora, dimostrandosi terreno fertile per la costruzione e la sedimentazione di nuovi spazi, nuove idee, nuovi immaginari.
Abbiamo incontrato Fumettibrutti e Joe1 a lato di una presentazione per farci raccontare genesi e battaglie di una Cenerentola che vuole imporsi come nuovo possibile modello di riferimento.
Cenerentola è un fumetto politico.
Fumettibrutti: per me non è un libro politico.
Joe1: per me sì.
Ah, questo è molto interessante. Mi spiegate le rispettive posizioni in merito?
Fumettibrutti: è una storia pop che, accidentalmente, contiene anche le mie idee e sono inerenti al mio percorso. Ci vado piano a dir ‘fumetto politico’ perché ci vedo sopra scritto Feltrinelli Comics. Per me il politico è altro.
Joe1: abbiamo dato delle idee di matrice politica, ma abbiamo deciso di utilizzare una chiave più pop e non considerare certe istanze. Non è un libro punk o anarchico, ma per me ogni frutto del pensiero e della creazione è sempre politico. È impossibile che sia il contrario. Anche l’idea di togliere alcune idee più radicali per scegliere di fare un prodotto più popolare è un progetto politico in base alla piattaforma e alla realtà in cui ci stiamo muovendo.
Fumettibrutti: ho usato il termine accidentalmente perché come dice la madrina transgender dell’opera, ‘mi vesto, faccio politica. Respiro, faccio politica’, questo perché ancora oggi vedere un corpo transgender che cammina è visto come una cosa dissidente rispetto al un canone di questa società etero-normativa. Non ho pensato di scrivere qualcosa di politico, sono cose che succedono nella mia vita.
Sicuramente è un lavoro contro la società del patriarcato
Joe1: è un libro femminista, questo sì. Io vedo la politica come una pratica d’espressione del quotidiano. A me della partitica interessa pochissimo, io non voto. Per me la politica è la vita, qualsiasi cosa dica e faccia.
Facciamo un passo indietro. Come nasce l’idea di lavorare assieme?
Fumettibrutti: ci conosciamo dal primo anno del biennio del corso di fumetto dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Alla prima lezione lei è arrivata in ritardo e quando l’ho vista entrare dalla porta ho pensato ‘questa persona deve essere mia amica’. E così ho iniziato a perseguitarla, ma solo un pochino!
Joe1: sono stata contenta di questa persecuzione, ma dopo un po’ di tempo. Lei si comportava già come fossimo amiche e io non capivo come mai!
Fumettibrutti: è stato amore a prima vista.
Joe1: Abbiamo iniziato a parlare di questo lavoro qualche anno fa, ma eravamo impegnate in altro in quel periodo. Io scrivo racconti brevi, ma avevo voglia di misurarmi con il formato lungo e fare qualcosa di impatto, ma pop. Lei invece aveva in mente questo personaggio. Fumettibrutti: fun fact: lei dice che ne abbiamo parlato davanti ad una birra, ma io sono sicura fosse un caffè.
Joe1: quando mai abbiamo preso un caffè al bar io e te? Comunque, abbiamo poi deciso di renderlo un romanzo e con la pandemia abbiamo trovato il tempo necessario per lavorarci. Abbiamo scelto assieme il tono e dei punti fondamentali su cui far ruotare la storia. Così lei ha iniziato a scriverlo e già dal primo capitolo eravamo completamente sulla stessa linea.
Dicevate che avete tolto le idee più radicali da questo lavoro. Avete dovuto fare molti compromessi per questo lavoro?
Joe1: In realtà quello più difficile è stato sul tempo necessario.
Fumettibrutti: io pensavo fosse impossibile con il tipo di disegno che fai lei.
Joe1: quando però hai un contratto e una deadline, non hai troppo tempo per i dubbi.
La scelta di Cenerentola è sicuramente una scelta pop, ma la rivisitazione e ri-significazione che ne date non è così semplice come si potrebbe pensare. È un libro che richiede necessariamente più letture, anche solo per la qualità di dettagli nelle tavole di Joe1. Siamo sicuri che alla fine sia un’opera così pop?
Fumettibrutti: sono stanca di dover sempre spiegare quello che dico e faccio. Io sono una macchina che va ai 300km/h e vivo nel 3021. Un giorno un mio amico mi ha detto: tu devi correre, sono gli altri che devono seguirti. Per me sono presenti i temi di tutti i giorni.
Joe1: siamo partiti da una fiaba così conosciuta proprio per aggrapparci e non dover spiegare troppo. Sarà che le mie letture sono molto complicate e tutto quello che faccio, in confronto, mi sembra semplice!
Fumettibrutti: ho notato che la mia scrittura ha degli effetti sulle altre persone su cose che spesso non ho nemmeno pensato; forse è anche quello il forte del libro.
Joe1: quando ho visto le meravigliose gabbie del fumetto di Josephine sono rimasta affascinata dalla scansione del tempo precisa perfetta. Lì ho pensato: ah, è così che ti puoi far capire dalla gente!
E cosa sperate che lettrici e lettori possano far loro di questo lavoro?
Fumettibrutti: che Cenerentola venga amata. È una storia a cui puoi affezionarti. Noi la vediamo pop e semplice, e magari non sarà così, ma io personalmente vedo quei personaggi come fossero reali. Ad ognuno ho messo delle mie caratteristiche personali, mi sono spezzata tra loro. Quella in cui mi riconosco di più, a sorpresa, è Anastasia perché non è il principe azzurro, ma è l’amicizia che ti salva. La sorellanza.
Joe1: dai primi feedback delle nostre lettrici noto che i personaggi sono percepiti come reali, con qualità che si possono rivedere negli altri. La grande ambizione è quella di fornire un’alternativa, anche ridendo, perché questo fumetto è molto ironico. Quando noi siamo cresciute i riferimenti erano di un certo tipo come i classici Disney con le principesse (noi ci rifacciamo alla Cenerentola Disney) o le sitcom e i film americani basati sull’invidia tra ragazze (come Mean Girls). Questo mi ha creato dei gap emotivi, da ragazzina facevo fatica a fidarmi delle ragazze per questo, le pensavo sempre giudicanti e in competizione. Pensiamo alla sorellanza tossica della Cenerentola della Disney. Perché Cenerentola non era incazzata? Perché ha dovuto aspettare un salvatore, ricco e uomo, per essere tirata fuori da guai? Anche se da ragazzina e da bambina non hai la coscienza per pensare a certe cose, le interiorizzi. L’ambizione è fornire un’alternativa, qualcosa che smuova anche gente più brava di noi a iniziare una decostruzione del materiale popolare quegli anni. Spero che un giorno la gente possa decidere quale Cenerentola preferire e magari dire ‘quella con la A cerchiata’.
Un’altra alternativa presente è quella poco affrontata nel mondo pop, ovvero la comune.
Joe1: la tematica della comune, di persone che si auto-organizzano e auto-gestiscono e trovano delle alternative nella comunità…
Fumettibrutti: …è l’alternativa
Joe1: sì, se vivere in un ambiente ti schiaccia, ti costringe, ti porta a vederti in una maniera negativa, la comune è uno spazio nel mondo dove creare un’alternativa
Non voglio fare spoiler, ma a vostro parere solo radendo al suolo la società potremmo costruirne una migliore? La distruzione è la soluzione?
Fumettibrutti: per me è un consiglio, non dico nient’altro.
Joe1: sì, quantomeno bisogna metterli in difficoltà.
Fumettibruotti: non sto dicendo di mettere in difficoltà l’oppressore… ma se hai voglia…
Joe1: se tu stai venendo a tirar giù casa mia e tutto il lavoro che abbiamo fatto come comunità…
Fumettibrutti: l’occupazione del territorio urbano è ricchezza, e mi spiace usare questa parola come se fosse un termine economico, ma naturalmente mi riferisco al valore umano.
Joe1: queste cattedrali vanno distrutte. ‘Mi sento come il soffitto di una chiesa bombardata’, ecco, io mi sento così tutti i giorni.
Sorellanza tossica, femminismo, patriarcato, comuni, sicurezza sul lavoro, sgomberi. Da dove nasce l’esigenza di raccogliere così tanti temi assieme?
Fumettibrutti: il segreto è questo: l’intersezionalità. Quando ti interessi di una cosa, non puoi escluderne un’altra.
Joe1: tutto o niente. Ci sono tanti influencer e tante influencer che si schierano per i diritti civili, ma questa cosa deve essere intersezionale o non esiste. Se lo fai attraverso dei brand che dall’altra parte del mondo stanno sfruttando le persone e distruggendo territori qualcosa non va. Se fai un discorso contro l’oppressione di una determinata categoria marginalizzata, però lo stai facendo mentre ti fai pagare da un brand che dall’altra parte del mondo sta rovinando la vita di famiglie e bambini e territori, non posso pensare alla tua serietà come reale. Certo, nella vita si scende a compromessi e non metto in dubbio il guadagno di una persona per sopravvivere, ma ci sono casi troppo eclatanti per essere consentiti, per quanto mi riguarda. Prendere posizione è scomodo, è complesso. A Bologna, qualche tempo fa, c’era una campagna d’affissioni che diceva ‘la lotta è fica’. No, chi lotta è fico, la lotta non è fica. Io non vedo l’ora che finisca sta lotta.
Fumettibrutti: oppure se vai al concerto del Primo Maggio è parli di diritti civili per me va benissimo, ma non mi stai parlando dei diritti sociali del lavoro che è il motivo del palco del Primo Maggio. Per me va bene, ma non basta.
Joe1: se no diventa moda.
Mi pare però che nel contemporaneo ci sia una certa fretta nel giudizio, come se fosse preteso sapere tutto e sempre. Nella contemporaneità della gogna mediatica, c’è ancora spazio e tempo per sbagliare?
Joe1: io son la prima a non saper nulla e ad imparare le cose sbagliando. Io e Josephine assieme abbiamo imparato molto assieme.
Fumettibrutti: sbagliare è importante, ma deve essere garantita la possibilità di fare ammenda.
Joe1: Dipende anche dal ruolo che hai, non penso tutte le posizioni siano uguali. Influencer e giornalisti dovrebbero avere delle responsabilità. Informarsi non è complicato, non devi girare il mondo, basta che cerchi su Google.
Fumettibrutti: che, tra parentesi, è un’azienda. Compromesso. Vedi di cosa parliamo? Compromesso.
Joe1: Aggiungo che la buona educazione è comunque fondamentale e la gentilezza può fare rivoluzioni furiose. Poi io ho le mie idee iper-radicali: non sono per la parità con gli uomini, non voglio essere come gli uomini, io voglio essere liberata dal maschilismo. Questo liberebbe anche gli stessi uomini perché questa non è una questione di genere, ma una questione culturale, egemonica. Io voglio essere liberata da quella roba.
Fumettibrutti: io dico slegata: tutti sullo stesso campo e fine.