Boy George | Rolling Stone Italia

Artista / Boy George

Boy George
  • Nascita
    14 giugno 1961
  • Nome Completo
    George Alan O'Dowd
  • Genere Musicale
    New Wave, Pop / Rock
  • Nazionalità
    Regno Unito

Boy George, vero nome George Alan O’Dowd, nasce a Barnehurst, sobborgo all’estrema periferia Est di Londra, il 14 giugno 1961. È stata una delle celebrità più in vista del pop internazionale degli anni Ottanta.

Voce dei Culture Club, prima di lanciarsi in una grande carriera solista, ha cantato successi mondiali come Karma Chameleon e Do You Really Want to Hurt Me. È noto per la sua voce struggente e malinconica, influenzata dal reagge e del blues. Erede della glam rock, è stato un pioniere per quanto riguarda il rapporto tra immagine e musica, ed è sempre stato al centro dell’attenzione per il suo look e la sua sessualità ambigua.

Carriera

Nato a Barnehurst, nel Kent, nel 1961, è il secondo di cinque figli nati da Jerry O’Dowd e Dinah O’Dowd. La sua famiglia era di estrazione working class e seguiva una strada educazione cattolica irlandese. È stata una famiglia complicata, che ha visto numerose tragedie nel corso degli anni. Tragedie che, probabilmente, hanno portato il cantante ad avvicinarsi all’uso e all’abuso di sostanze stupefacenti.

Cambiato nome in Boy George e diventato una pop star planetaria, è stato spesso al centro dell’attenzione per la sua sessualità. Per molti anni dichiaratamente bisessuale, Boy George ha da sempre attirato fossi e curiosità per via del suo aspetto stravagante, fluido e dal suo stile androgino. Solo nel 1995, nelle pagine della sua autobiografia Take It Like a Man, Boy George ha dichiarato di essere gay.

Il nome di Boy George, oltre alla sfera sessuale, ha sempre attratto gossip e notizie sulla sua tossicodipendenza. Arresti, morti per overdose e non solo lo hanno coinvolto fino al 2005 quando viene accusato di possesso di cocaina e di aver inscenato un furto con scasso.

I Culture Club diventano in breve tempo uno dei gruppi più famosi di Inghilterra. Questo favoloso momento di successo è dovuto non solo alle canzoni e alle innovative musicalità elettroniche che caratterizzano il periodo, ma anche per la capacità di Boy George di attirare l’attenzione diventare un personaggio da copertina grazie al suo stile androgino e provocatorio. Il successo non si limita all’Inghilterra. I Culture Club, infatti, diventano il primo gruppo inglese dopo i Beatles ad avere tre successi in top 10 con il solo primo album di debutto, Kissing to Be Clever, negli Stati Uniti.

Color By Numbers, secondo album della band, conferma la band come straordinaria macchina da hit: scala le classifiche del Regno Unito e raggiunge la posizione numero 2 negli Stati Uniti. Nel mentre, il singolo Karma Chameleon conquista il numero 1 della classifica statunitense dove rimane in vetta per ben tre settimane.

Parallelamente al percorso con la band e alla pubblicazione del terzo album, Waking Up with the House on Fire, Boy George canta nel singolo di beneficenza del progetto collettivo Band Aid Do They Know It’s Christmas? insieme ai più importanti divi pop inglesi del periodo come Simon Le Bon, Sting, Tony Hadley, Bono, Bob Geldof. Il brano, registrato come iniziativa di beneficienza in alle vittime della carestia in Etiopia, diventa la canzone più venduta nel Regno Unito nel 1984.

Negli stessi anni dell’enorme successo planetario, Boy George cade nel tunnel della dipendenza da droghe. Questo fatto, insieme allo scarso successo degli ultimi due dischi dei Culture Club (Waking Up with the House on Fire e From Luxury to Heartache), porta la band a uno scioglimento.

Fino al 1999, anno della reunion della band con il disco Don’t Mind If I Do, Boy George inizia la sua carriera solista e tenta anche la strada attoriale, partecipando anche a un episodio del celebre telefilm A-Team, ma con scarso successo.

Dopo lo scioglimento dei Culture Club, e un primo periodo di disintossicazione, Boy George pubblica il suo primo album solista. Sold diventa un successo in Europa ma passa pressoché inosservato negli Stati Uniti. La delusione è tale che gli album successivi, per volontà dell’etichetta Virgin, non vengono commercializzati in America per continuando ad avere un certo successo in Inghilterra.

In questo periodo Boy George inizia a scrivere canzoni che parlano di politica e attualità. Brani come No Clause 28 sono veri e propri atti d’accusa contro il governo conservatore di Margaret Thatcher e la sua decisione di vietare l’educazione sessuale nelle scuole.

Con il passare degli anni, Boy George, intraprende anche la carriera da DJ. In questa veste, ottiene un successo notevole lungo tutti gli anni ’90. Nel 2000, poi compone la colonna sonora per il musical Taboo, basato proprio sulla scena New Romantic in UK negli anni Ottanta, che gli permette di conquistare una nomination ai Tony Award (gli Oscar del Teatro) nella categoria “Miglior colonna sonora”.

Boy George continua la sua carriera solista, continuando a pubblicare album lungo gli anni. Nel gennaio 2016, Boy George entra nel mondo dei talent show unendosi alla squadra dei giudici per la quinta stagione di The Voice UK.

Vita privata

Nato a Barnehurst, nel Kent, nel 1961, è il secondo di cinque figli nati da Jerry O’Dowd e Dinah O’Dowd. La sua famiglia era di estrazione working class e seguiva una strada educazione cattolica irlandese. È stata una famiglia complicata, che ha visto numerose tragedie nel corso degli anni. Tragedie che, probabilmente, hanno portato il cantante ad avvicinarsi all’uso e all’abuso di sostanze stupefacenti.

Cambiato nome in Boy George e diventato una pop star planetaria, è stato spesso al centro dell’attenzione per la sua sessualità. Per molti anni dichiaratamente bisessuale, Boy George ha da sempre attirato fossi e curiosità per via del suo aspetto stravagante, fluido e dal suo stile androgino. Solo nel 1995, nelle pagine della sua autobiografia Take It Like a Man, Boy George ha dichiarato di essere gay.

Il nome di Boy George, oltre alla sfera sessuale, ha sempre attratto gossip e notizie sulla sua tossicodipendenza. Arresti, morti per overdose e non solo lo hanno coinvolto fino al 2005 quando viene accusato di possesso di cocaina e di aver inscenato un furto con scasso.

Discografia

  • 1987 – Sold
  • 1988 – Tense Nervous Headache
  • 1989 – Boyfriend
  • 1991 – The Martyr Mantras
  • 1995 – Cheapness and Beauty
  • 1999 – The Unrecoupable One Man Bandit
  • 2002 – U Can Never B2 Straight
  • 2004 – Yum Yum
  • 2010 – Ordinary Alien
  • 2013 – This Is What I Do
  • 2020 – This Is What I Dub, Vol. 1
  • 2021 – Cool Karaoke, Vol. 1