Claudio Santamaria Ferraro è un attore e doppiatore italiano, nato a Roma il 22 luglio 1974. Si diploma al Liceo artistico, lavora per un breve periodo in uno studio di doppiaggio e si iscrive infine al corso triennale di Acting Training, all’Accademia Beatrice Bracco.
Gli inizi di carriera
Debutta inizialmente in teatro con La nostra città diretto da Stefano Molinari e, dopo un periodo trascorso nella compagnia Arte Teatro con Paola Cortellesi, giunge sul grande schermo nel 1997 con Fuochi d’artificio di Leonardo Pieraccioni.
Nel 1998 ottiene un ruolo in tre film importanti quali L’ultimo capodanno di Marco Risi, L’assedio di Bernardo Bertolucci ed Ecco fatto, opera prima di Gabriele Muccino.
Ma è alla vigilia del nuovo millennio che Santamaria attira l’occhio della critica grazie all’interpretazione di Simone Martini: un giovane non vedente che collabora alle indagini dell’ispettrice di polizia Grazia Negro, sulle tracce di un serial killer in Almost Blue, thriller del registra Alex Infascelli. Per questo ruolo l’attore ottiene la prima nomination ai Nastri d’Argento.
Nel 2001 si aggiudica la candidatura al David di Donatello come miglior attore non protagonista in L’ultimo bacio di Gabriele Muccino e, l’anno seguente, una seconda nomination ai Nastri d’Argento per Paz! Di Renato De Maria, dove interpreta l’apatico Pentothal, fumettista e studente fuori corso al DAMS.
I ruoli da protagonista
In Passato prossimo di Maria Sole Tognazzi arriva il ruolo da primattore e così anche in Agata e la tempesta di Silvio Soldini, in Ma quando arrivano le ragazze? Di Pupi Avati e nell’acclamato ruolo di Bruno De Magistris – detto “il Dandi” – in Romanzo criminale di Michele Placido. Vince, assieme ai colleghi Kim Rossi Stuart e Pierfrancesco Favino, il Nastro d’Argento come miglior attore protagonista.
Nel 2006 il registra Martin Campbell gli assegna la parte di Carlos in Casino Royale, ventunesimo film della serie dedicata a James Bond. L’anno successivo è protagonista nella serie TV Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu, assieme alle attrici Laura Chiatti e Kasia Smutniak.
Successivamente indossa i panni del giovane mafioso Antonio Perrone in Fine pena mai assieme a Valentina Cervi, sua moglie sul set nel ruolo di Daniela Perrone.
Nel 2016, grazie al film Lo chiamavano Jeeg Robot, ha vinto il David di Donatello come miglior attore protagonista.
Negli anni stupisce la sua abilità di calarsi nei ruoli più differenti, dando colore e forma sia agli aspetti drammatici (come in Terraferma di Emanuele Crialese o Gli sfiorati di Matteo Rovere) che a quelli più leggeri, con quel fascino da eterno ragazzo come nei film di Muccino.
Occhi blu, capelli scompigliati e quell’aria da emarginato un po’ dannato, sono le caratteristiche che lo rendono caro al pubblico come in Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores, dove lo incontriamo nel ruolo di Willi. Inizialmente Santamaria interpreta un cantante girovago che rifugge le responsabilità vivendo alla giornata. La sua realtà cambia quando incontra il figlio Vincent, una adolescente di sedici anni affetto da autismo. Tutto in lui comincia a mutare, perfino lo sguardo inizialmente superficiale e schivo, terminerà con la profondità e la consapevolezza di un uomo e di un padre ritrovato.
L’attività di doppiatore
Come fu in gioventù, Santamaria ha mantenuto attivo il suo impegno anche nel mondo del doppiaggio, lavorando a diverse pellicole. I ruoli più iconici a cui ha prestato la voce sono certamente quelli di Eric Bana in Munich di Steven Spielberg e soprattutto in quelli di Christian Bale in Batman Begins, Il Cavaliere oscuro e Il Cavaliere oscuro – Il ritorno per la regia di Christopher Nolan. Per i film d’animazione è Jacob Holland in Il mostro dei mari, Mario in Super Mario Bros – il film e, nuovamente Batman in The LEGO Movie, LEGO Batman – Il film e in The LEGO Movie 2 – Una nuova avventura.
L’esordio da regista
Nel 2017 debutta come regista con un cortometraggio ambientato nel parco del Pollino tra Basilicata e Calabria. The Millionairs è tratto dall’omonimo racconto a fumetti di Thomas Ott e narra di come l’umanità sia incastrata senza rimedio nei meccanismi dell’avidità. In un bosco di montagna, le strade che lo percorrono diventano lo scenario di una serie di omicidi compiuti da diversi personaggi. Tutto ruota attorno ad una misteriosa valigetta, in un cortometraggio di quattordici minuti che si svolge in totale assenza di dialoghi.
Vita privata
Vi sono due relazioni importanti che hanno segnato la vita dell’attore. La prima con Delfina Delettrez Fendi, designer di gioielli, dalla cui unione è nata la prima figlia Emma nel 2007. Successivamente l’attore si lega alla giornalista Francesca Barra che sposa nel 2017 con una prima cerimonia a Las Vegas, negli Stati Uniti, e poi successivamente, con una seconda celebrazione a Policoro in Basilicata (città della neo moglie). La coppia vive a Milano in un loft sui Navigli assieme alla loro bimba Atena, nata nel 2002, i cani Zeus e Luce e i tre figli di Francesca nati dal precedente matrimonio.