Pierfrancesco Favino tra i nuovi membri dell’Academy degli Oscar
L’attore è stato invitato a far parte del ‘board’ che assegna le statuette. E non è l’unico italiano
Pierfrancesco Favino è un artista a tutto tondo: attore, doppiatore, produttore cinematografico, direttore artistico e docente della Scuola attoriale “L’Oltrarno” di Firenze. Volto noto del cinema nazionale ed internazionale, ha lavorato con registi come Giuseppe Tornatore, Spike Lee, Michele Placido e Ron Howard.
Nel corso della sua carriera ha ottenuto diversi premi tra cui cinque Nastri d’argento, tre David di Donatello, tre Ciak d’oro, due Globi d’oro ed una Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia.
Dal 2020 è parte della giuria italiana votante dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, nota in tutto il mondo per l’assegnazione dei premi Oscar.
Pierfrancesco nasce a Roma il 24 agosto 1969, da genitori di origini pugliesi (il padre di Foggia, la madre di Candela). Cresce nel quartiere di Monteverde Vecchio e si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.
Muove i primi passi in teatro e, dopo aver recitato in diverse produzioni, debutta in televisione nel 1991 con il film Una questione privata di Alberto Negrin (tratto dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio).
L’ingresso nel mondo del cinema avviene quattro anni dopo quando Lino Capolicchio lo scrittura per Pugili, film del 1995. Recita in diverse fiction di successo in ruoli minori, come in Amico mio con Massimo Dapporto, Padre Pio e Ferrari, entrambe al fianco di Sergio Castellitto.
Nel 2001 interpreta Marco, ne L’ultimo bacio di Gabriele Muccino e l’anno successivo è il Sergente Rizzo nel drammatico El Alamein – La linea del fuoco di Enzo Monteleone (interpretazione che gli vale una candidatura al David di Donatello). Anche Luciano Ligabue, nella sua seconda esperienza da regista, lo scrittura per la parte di Biccio, medico omosessuale in Da zero a dieci.
Non mancano i ruoli più leggeri accanto ad altrettanti attori di talento come Claudia Gerini in Al cuore si comanda, Paola Cortellesi in Passato prossimo e Carlo Delle Piane con cui ha recitato in Nessun messaggio in segreteria.
Nel 2005 fa parte del cast del pluripremiato film di Michele Placido Romanzo Criminale, ispirato dalle vicende della Banda della Magliana. Recita al fianco di Claudio Santamaria e di Kim Rossi Stuart con i quali vince ex aequo il Nastro d’argento come miglior attore protagonista.
Nel 2006 torna sugli schermi televisivi nella miniserie Gino Bartali – L’intramontabile nel ruolo del protagonista. Per aderire con maggior veridicità al personaggio, l’attore si è sottoposto ad un allenamento ciclistico quotidiano, arrivando a percorrere quasi 5.000 chilometri in totale.
Nel 2006 è nel cast di La sconosciuta di Giuseppe Tornatore e co-protagonista con Luca Argentero nel film di Ferzan Ozpetek Saturno contro del 2007.
È poi il capo partigiano Peppi Grotta nel film drammatico Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee che racconta l’eccidio avvenuto a Sant’Anna di Stazzema, nell’agosto del 1944, dove persero la vita 560 persone.
Sempre nel 2008 è protagonista in L’uomo che ama di Maria Sole Tognazzi, recitando al fianco di Monica Bellucci e Ksenia Rappoport. Riprende anche la sua attività in televisione dove interpreta Giuseppe Di Vittorio (noto sindacalista, politico ed antifascista italiano) nella fiction Pane e libertà.
Nel 2010 riceve una candidatura ai David di Donatello come miglior attore non protagonista in Baciami ancora di Gabriele Muccino. Ha un’appassionante relazione extraconiugale con Alba Rohrwacher in Cosa voglio di più di Silvio Soldini, ed è un istruttore Isef precario nella commedia di Lucio Pellegrini, Figli delle stelle.
Nel 2011, assieme a Stefano Accorsi e Vittoria Puccini, è protagonista in La vita facile sempre di Pellegrini e, per la televisione, è Il generale Della Rovere nella miniserie bastata sull’omonimo romanzo di Indro Montanelli.
Veste i panni di Giuseppe Pinelli nel 2012 per il film di Marco Tullio Giordana Romanzo di una strage, tratto dal libro di Paolo Cucchiarelli Il segreto di piazza Fontana. Lavora con Carlo Verdone e Marco Giallini in Posti in piedi in paradiso.
Approda al Festival del Cinema di Venezia nel 2014 con il film di Michele Alhaique, Senza nessuna pietà, pellicola per la quale l’attore ingrassa di venti chili per interpretare il ruolo di Mimmo.
Nel 2017, al fianco di Kasia Smutniak, è protagonista nella divertente commedia fantastico-sentimentale Moglie e marito, diretta da Simone Godano. Nello stesso anno lo troviamo in Chi m’ha visto di Alessandro Pondi (con Giuseppe Fiorello) e in A casa tutti bene di Gabriele Muccino.
Nel 2019 è il migliore attore protagonista in Il traditore di Marco Bellocchio, film che racconta le vicende del mafioso di Cosa nostra, Tommaso Buscetta. È poi uno straordinario e controverso Bettino Craxi in Hammamet del 2020 per la regia di Gianni Amelio.
Nel 2022 è con Miriam Leone nella commedia Corro da te, nei panni del piacente Gianni e, l’anno successivo, è Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini della Regia Marina durante la Seconda guerra mondiale. Comandante, diretto da Edoardo De Angelis, apre l’80ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia e racconta di come Salvatore Todaro mise a rischio la propria vita e quella del proprio equipaggio per salvare ventisei naufraghi belgi. Il film rivendica l’importanza del soccorso in mare come valore fondante dell’identità italiana.
Il debutto nel cinema americano avviene nel 2006, quando Favino appare nel film Una notte al museo, con Ben Stiller, nei panni della statua bronzea di Cristoforo Colombo.
L’esperienza hollywoodiana continua nel 2008 con il ruolo di Lord Glozelle in Le cronache di Narnia – Il principe Caspian diretto da Andrew Adamson. Il film, prodotto dalla Walt Disney, è tratto dai romanzi per ragazzi scritti da C. S. Lewis.
Nel 2009 è nel cast di Angeli e demoni di Ron Howard, insieme a Tom Hanks, Stellan Skarsgård ed Ewan McGregor. Torna a lavorare con il regista Shawn Levy, rivestendo nuovamente i panni di Cristoforo Colombo, per il sequel Una notte al museo 2 – La fuga.
Appare nell’horror di Marc Forster World War Z del 2013 con Brad Pitt, e torna sotto la regia di Ron Howard in Rush, pellicola dedicata alla rivalità tra piloti di Formula 1, dove interpreta il pilota svizzero Clay Regazzoni.
La sua versatilità attoriale gli permette di alternare generi diversi con grande disinvoltura, ottenendo larghi consensi di pubblico e critica. Ha vinto tre David di Donatello: nel 2006 grazie a Romanzo Criminale, nel 2012 con Romanzo di una strage di Marco Tullio ed infine nel 2020 nel ruolo di Tommaso Buscetta in Il traditore.
Nel suo medagliere troviamo cinque Nastri d’argento per Romanzo Criminale, Romanzo di una strage e ACAB – All Cops Are Bastards, Il traditore, Hammamet e Nostalgia.
Il più recente ed importante premio è la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile del 2020, grazie al ruolo di Alfonso Le Rose in Padrenostro.
Favino è legato all’attrice Anna Ferzetti dal 2003. La coppia ha due figlie: Greta nata nel 2006 e Lea nata nel 2012, che ha debuttato sul grande schermo interpretando Alice Le Rose in Padrenostro nel 2020.
L’attore è stato invitato a far parte del ‘board’ che assegna le statuette. E non è l’unico italiano
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