Queen | Rolling Stone Italia

Artista / Queen

  • Nascita
    1970

40 album pubblicati, 300 milioni di copie vendute, 707 concerti live, 1442 settimane totali nella classifica degli album più venduti in Inghilterra. I Queen nascono nei primi mesi del 1970 dall’incontro di Bryan May e Roger Taylor con il giovane cantante Farrokh Bulsara, che presto si farà conoscere dal mondo con lo pseudonimo di Freddie Mercury. Il cantante sceglierà il nome del gruppo e disegnerà il logo storico con la Q coronata, la fenice, e i segni zodiacali dei musicisti. L’anno dopo l’ingresso di John Deacon al basso completa la formazione della band inglese, che resterà invariata fino alla morte di Mercury nel 1991.

Nel 1972 firmano il loro primo contratto discografico con la EMI e l’anno seguente lanciano l’album d’esordio Queen. Il disco, nonostante un poco più che discreto successo commerciale, contiene alcune tracce interessanti come Seven Seas of Rhye, che diventerà un singolo nel successivo Queen II e verrà incluso nel primo Greatest Hits della band, e il singolo Keep Yourself Alive. Queen II esce nel marzo del ’74. Il disco concepito come un concept album e diviso in due parti, White Side e Black Side, composti rispettivamente da Brian May e Freddie Mercury, supera le centomila copie e diventa disco d’argento, mentre Severn Seas of a Rhye porta i Queen per la prima volta nella top ten dei singoli inglesi. Molto del merito di questo risultato va al tour, in cui le regine iniziano a mostrare al pubblico alcune delle caratteristiche che faranno grande la band inglese. L’attenzione all’impianto scenografico, la teatralità e l’irriverenza unite alla potenza vocale e alla presenza scenica di Freddie Mercury colpiscono il pubblico inglese, che nell’ultimo live del tour al Rainbow Theatre di Londra regalerà alla band il primo tutto esaurito.

Spinti dall’entusiasmo i Queen tornano subito in studio, e nell’Ottobre del 1974 rilasciano il terzo album Sheer Heart Attack. Scritto da tutti i componenti del gruppo, Sheer Heart Attack arriva al secondo posto nel Regno Unito e al dodicesimo negli USA. Il tour fa registrare una lunga serie di tutto esaurito e inaugura la tradizione, ispirata da Jimi Hendrix di cui Mercury era un grande fan, di chiudere i live con una versione di God Save the Queen suonata dalla chitarra elettrica di Brian May. Nel 1975 arriva la consacrazione. A night at the opera, anticipato dal singolo Bohemian Rhapsody che vola in testa alle classifiche inglesi e ci rimane per nove settimane consecutive, diventa presto disco di platino, e negli anni successivi venderà sei milioni di copie in tutto il mondo. Bohemian Rhapsody ha il primo video musicale della storia, e rappresenta la sintesi di tutto il percorso artistico del gruppo. Al rock e al glam si aggiungono le sonorità dell’operetta e le atmosfere barocche, alcune delle tante sperimentazioni della band sul suo sound. L’album, il più costoso dell’epoca, aumenta notevolmente la fama della band anche fuori dai confini inglesi.

Forti del successo di A Night at the opera, negli anni successivi i Queen pubblicheranno in rapida sequenza A day at the Race nel ’76, News of the world nel ’77, e Jazz nel ’78. Il primo, disco di platino negli USA e doppio disco di platino nel Regno Unito, lanciato dal singolo Somebody to love, conferma i Queen come rivelazione mondiale. Quattro dischi di platino negli USA e uno solo in patria per News of the world, che contiene i successi scritti da Mercury e May We are the Champions e We Will Rock You. Jazz invece, pur piazzandosi secondo in classifica e rimanendoci per ventisette settimane, tradisce le aspettative dei fan che lo definiscono troppo artificiale e sfarzoso rispetto ai lavori precedenti. Il disco resterà comunque nella storia per la hit Don’t Stop Me Now, e per il trasgressivo singolo Fat Bottomed Girl/Bicicle Race, promosso da un video – poi censurato – in cui decine di modelle si sfidano nude in una corsa in bici.

Dopo il Jazz Tour, anche in risposta alle critiche ricevute, i Queen decidono di prendersi una pausa per tirare il fiato e cercare nuovi spunti artistici. Il 1979 fu il primo anno dall’esordio in cui la band non pubblicò nessun album. Decidono però di dedicarsi al tour Live Killers, dal quale verrà estratto un album live, e alla promozione del nuovo singolo Crazy Little Thing Called Love, accompagnato da un tutto esaurito all’Hammersmith Apollo di Londra dove i Queen suonano con musicisti del calibro di Paul McCarthy, Who e Clash.

Nel 1980 la band inglese torna con The Game. L’album è un punto di svolta per i Queen. Spiccano nuove sonorità ispirate alla dance e al pop, favorite anche dall’utilizzo di sintetizzatori, evitati volutamente fino a quel momento. Simbolo di questo periodo è il singolo scritto da John Deacon Another One Bites The Dust, che diventerà il singolo più venduto del quartetto. The Game porta i Queen per la prima volta nella loro storia al primo posto in classifica sia negli States che in Uk. L’anno successivo da una jam session con David Bowie in uno studio di registrazione inglese, nasce Under Pressure. Il singolo schizza subito al primo posto nella classifica inglese, ma riceve un’accoglienza tiepida negli USA dove si ferma solo al ventinovesimo posto. Nello stesso anno i Queen pubblicano il primo Greatest Hits. 17 successi che ripercorrono i primi dieci anni di carriera della band. Ancora oggi Greatest Hits è il disco più venduto di sempre in Gran Bretagna, e quello più venduto al mondo dei Queen.

Al successo della raccolta segue però il flop, non solo commerciale, di Hot Space. Il decimo lavoro in studio delle regine, nonostante la spinta di Under Pressure, non raccoglie i risultati sperati. L’album si ferma al quarto posto in Gran Bretagna e negli States viene praticamente ignorato. A questo si aggiungono le critiche pesanti dei fan storici, da un lato stanchi dei riferimenti musicali alla dance-pop commerciale, dall’altro scoraggiati da un lavoro visto come frettoloso e superficiale. Hot Space non vende e non piace. E così, come accaduto dopo la bocciatura di Jazz, i Queen decidono di prendersi una pausa di riflessione e dedicarsi a progetti solisti. E’ in questo periodo che Freddie Mercury inizia a lavorare al suo unico album da solista Mr. Bad Guy. Nel 1984 il grande ritorno in scena. Il nuovo singolo Radio Gaga riporta la band inglese ai vertici della musica mondiale. Anche in Italia per la prima volta i Queen arrivano in testa alle classifiche, complice anche la performance come ospiti al Festival di Sanremo. L’album seguente The Works è un ritorno alle origini per i Queen, che ritrovano le sonorità rock e le melodie delle ballad degli anni ’70 senza abbandonare del tutto quella vena dance-pop che aveva caratterizzato le ultime produzioni. I Want to Break Free è il simbolo di questo passo indietro. Nel video della canzone i membri del gruppo, vestiti in abiti femminili, riscoprono l’ironia e l’irriverenza dei primi anni di carriera, scatenando critiche e offese negli USA, dove il video verrà censurato per sette anni da MTV. Da quel momento in poi la band inglese non terrà più concerti negli Stati Uniti.

Il 1985 e il 1986 sono gli anni di A Kind Of Magic, undicesimo album dei Queen, ma soprattutto di alcuni live che passeranno alla storia e che consacreranno le regine come una delle migliori live band al mondo. Rock in Rio e il Live AID a Wembley dell’85, ed il concerto sempre a Wembley dell’86, sono performance memorabili, in cui Freddie Mercury si conferma come eccezionale frontman e animale da palcoscenico. La chiusura del live a Wembley dell’86 con la corona in testa e il mantello sulle spalle davanti a 70mila persone resta l’immagine più iconica dei 40 anni di carriera della band. Passato il Magic Tour, per molti il più spettacolare, ricercato e costoso della band, il quartetto si ritira temporaneamente dalle scene, ma stavolta la pausa durerà tre anni. Freddie lavora insieme al soprano Montserrat Caballé all’album Barcelona la cui title track diventerà la canzone ufficiale delle olimpiadi del ’92.

I Queen si ritrovano in studio nel 1988 per lavorare al nuovo disco The Miracle che uscirà l’anno seguente. La copertina dell’album che contiene le facce dei musicisti fuse insieme a formarne una sola, è un’altra delle immagini più famose della band. Il disco, che contiene la hit I Want To Break Free, raggiunge il primo posto in Austria, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Svizzera e vince un disco di platino negli Stati Uniti. Al disco però non segue, come ormai rituale per la band inglese, il tour. L’assenza di live e le rare apparizioni di Freddie Mercury in pubblico, iniziano ad alimentare sospetti sulle sue condizioni di salute. In quegli anni infatti i media iniziano a sostenere l’ipotesi che il cantante possa essere affetto da AIDS. Nel 1991, con le voci sulla malattia di Freddie che non accennavano a placarsi, il gruppo inglese esce con l’ultimo lavoro Innuendo. Il ritorno ai toni dell’opera della title track è idealmente un omaggio alla carriera delle regine e una chiusura di quanto iniziato con Bohemian Rhapsody. Nonostante il ritorno alla lirica, l’album è denso di atmosfere tristi e malinconiche. La malattia di Freddie (che il cantante aveva scoperto nell’86 e comunicato al resto della band nell’89) ha probabilmente condizionato tutto il lavoro del gruppo.

Brani come These are The Days of Our Lives, il cui video pubblicato postumo è l’ultima apparizione in pubblico di Freddie Mercury, o l’epica The Show Must Go On sembrano quasi un saluto ed un ringraziamento del cantante al resto della band e al suo pubblico. Nell’ottobre dello stesso anno esce la seconda raccolta di successi Greatest Hits II. Il 23 novembre del 1991 con un comunicato stampa, il cantante conferma le voci sulla sua malattia, e dichiara di essere malato di AIDS. Il giorno seguente, a nemmeno ventiquattro ore dall’annuncio, Freddie Mercury si spegne nella sua villa a Londra. I restanti membri dei Queen omaggeranno il cantante con un grande spettacolo nell’aprile del 1992. Al Freddie Mercury Tribute Concert parteciperanno David Bowie, Elton John, George Michael, Metallica, Guns ‘n Roses, Robert Plant dei Led Zeppelin e Liza Minelli. I biglietti per lo spettacolo terminarono in 6 ore e la diretta del concerto venne vista in televisione da oltre un miliardo di persone, a testimonianza della grandezza dell’artista e dell’affetto per l’uomo.

Dopo la perdita del compagno, May, Deacon e Taylor cercarono di capire quale sarebbe stato il futuro dei Queen. Nel ’95 esce Made in Heaven disco che rilancia commercialmente la band e che contiene alcune tracce inedite registrate da Freddie Mercury prima di morire e alcune scartate dalle lavorazioni degli anni precedenti. Nel ’99 pubblicano invece la terza raccolta Greatest Hits III, che nel 2000 finirà nel pacchetto Platinum Collection insieme ai due precedenti, e che farà registrare l’ennesimo successo di vendite. Alla fine degli anni ’90 John Deacon decide di allontanarsi dal resto della band e appende il basso al chiodo. Le sue apparizioni diventeranno sempre più sporadiche, fino al ritiro definitivo dalle scene. Brian May e Roger Taylor continuano a credere nei Queen post Freddie Mercury, e partono in tour con l’ex cantante dei Bad Company, Paul Rodgers, dando vita al progetto Queen + Paul Rodgers. La collaborazione artistica, che durerà dal 2004 al 2009, darà vita al primo album in studio dopo 12 anni di silenzio.

The Cosmos Rock esce nell’ottobre del 2008 annunciato dal singolo in distribuzione gratuita Say It’s Not True. Nel 2009 i Queen e Paul Rodgers terminano di comune accordo la loro collaborazione. Sempre nel 2009 esce la raccolta Absolute Greatest e la serie di quattro cofanetti The Singles Collection, che contiene i grandi successi rimasterizzati della band. Nel 2011 in occasione dei quarant’anni delle regine, May e Taylor vengono premiati con il Global Icon Award agli MTV Europe Music Awards. Durante la premiazione si esibiscono con il giovane cantante Adam Lambert, noto al grande pubblico per la partecipazione al talent American Idol. Il rapporto con Lambert va avanti anche dopo la performance agli MTV Awards. Il trio parte in tour e il 30 giugno del 2012 si esibisce in un concerto di beneficenza per una fondazione che si occupa di malati di AIDS, in occasione della finale degli europei di calcio. Il live del 30 giugno apre un piccolo tour europeo che i Queen + Adam Lambert portano avanti fino alla fine dell’estate.

Nei primi mesi del 2014 il trio annuncia un tour americano per l’estate. Nello stesso periodo May e Taylor annunciano di aver trovato del materiale inedito, comprendente un duetto di Freddie Mercury con Michael Jackson, che avrebbero pubblicato a breve. Nel settembre 2014 esce la raccolta Queen Forever, che contiene alcune versioni inedite di brani come Let Me in Your Heart Again e There Must Be More in Life Than This cantata in duetto da Freddie e Michael Jackson. Negli anni successivi la collaborazione con Adam Lambert si intensifica. La band parte in tour in giro per il mondo nel 2015, nel 2016, 2017 e nei primi mesi del 2018. Già nel 2014 May e Taylor avevano dichiarato a Rolling Stone che per quanto il tour con Lambert fosse una cosa limitata, loro stessi erano disponibili a farlo entrare come membro ufficiale dei Queen e a comporre nuovo materiale con lui.

Articolo a cura di Mauro Bomba

Discografia

In Studio

  • 1973 – Queen
  • 1974 – Queen II
  • 1974 – Sheer Heart Attack
  • 1975 – A Night at the Opera
  • 1976 – A Day at the Races
  • 1977 – News of the World
  • 1978 – Jazz
  • 1980 – The Game
  • 1980 – Flash Gordon
  • 1982 – Hot Space
  • 1984 – The Works
  • 1986 – A Kind of Magic
  • 1989 – The Miracle
  • 1991 – Innuendo
  • 1995 – Made in Heaven
  • 2008 – The Cosmos Rocks (Queen + Paul Rodgers)

Live

  • 1979 – Live Killers
  • 1986 – Live Magic
  • 1989 – At the BBC (Con registrazioni ritrovate del 1973)
  • 1992 – Live at Wembley ’86
  • 2004 – Queen on Fire – Live at the Bowl
  • 2005 – Return of the Champions (Queen+Paul Rodgers)
  • 2007 – Queen Rock Montreal
  • 2012 – Hungarian Rhapsody: Queen Live in Budapest ’86
  • 2014 – Live at the Rainbow ’74