Renato Pozzetto, il più sottovalutato di tutti
Per molti è il volto di una certa commedia all'italiana, ma Pozzetto è stato soprattutto l’anima della movimentata Milano degli anni ’60 e '70, quella di Giorgio Gaber («voleva farmi migliorare alla chitarra, gli dissi “lascia perdere, la smetto di romperti le balle"»), Piero Manzoni («lo aiutammo con le sue 'Linee'»), Dario Fo («era speciale») e naturalmente di Enzo Jannacci («vide qualcosa in noi, diventò il nostro faro»). Con l’amico di sempre Cochi ha dato vita al cabaret meneghino, scrivendo strepitose e surreali canzoni musicate da Jannacci. E poi la Rai e il successo nazionalpopolare al cinema. Dopo un Nastro d’argento per un film di Pupi Avati si è ritirato dalle scene e ora ha raccolto la sua storia – e di quella Milano – in un’autobiografia. La nostra intervista