Sofia Carmina Coppola è una regista, sceneggiatrice, e produttrice cinematografica americana. Nasce a New York il 14 maggio del 1971 ed è terzogenita del registra Francis Ford Coppola e della scrittrice, artista e documentarista Eleanor Coppola.
Figlia d’arte ha mosso i primi passi nel mondo della regia con il cortometraggio Lick the Star nel 1998 all’età di 27 anni. Ad oggi è considerata una regista ed un’autrice di punta nel panorama del nuovo cinema statunitense.
Infanzia
Cresciuta nella fattoria di famiglia a Rutherford in California, ottiene il diploma nel 1989 presso la St. Helena High School, e frequenta in seguito il Mills College ed il California Institute of the Arts, laureandosi in Fotografia e Arte. Attratta fin dall’adolescenza dalla moda, negli anni novanta ha disegnato la linea d’abbigliamento Milkfed diventata poi popolare in Giappone. È proprio nel campo della moda che Sofia sviluppa ed affina il suo gusto estetico e stilistico, divenuto poi in seguito, punto focale nella sua regia.
L’importanza di chiamarsi… Coppola
La famiglia di provenienza annovera, tra i suoi componenti, altri nomi importanti del mondo dello spettacolo. Sofia è cugina di Nicolas Cage e Jason Schwartzman, è nipote dell’attrice Talia Shire e suo nonno fu Carmine Valentino Coppola, noto compositore e direttore d’orchestra.
Con un contesto famigliare così forte alle spalle, le critiche di nepotismo si sprecano. Essere figli d’arte comporta dei vantaggi innegabili, ma spesso si rischia di non tenere conto delle difficoltà di un confronto continuo con personalità ingombranti come genitori, fratelli o parenti prossimi. Il talento non è una dote che si ottiene per via ereditaria e fronteggiare le aspettative, suscitate da un cognome, non è sempre cosa semplice.
Questo accade nel 1990 quando, a soli 19 anni Sofia ricopre il ruolo di Mary Corleone ne Il Padrino – Parte III, ultimo capitolo della saga diretto da suo padre.
Una prova attoriale casuale avvenuta in mancanza di Winona Ryder (all’epoca lontana dalle scene per problemi di salute) che porta gran parte della critica a penalizzarla senza sconti, ritenendola inadatta, poco espressiva e presente nel cast esclusivamente per favoreggiamento paterno. Le viene assegnato il Razzie Award come peggior attrice non protagonista ed addirittura un premio speciale come peggiore esordiente del decennio. A seguito di tutto ciò, Sofia dichiarerà di non voler proseguire nella carriera d’attrice.
L’ingresso nel mondo della regia
È verso la fine degli anni novanta che Sofia si accosta al mondo della regia con la chiara volontà di mettere in pratica gli insegnamenti paterni e, al contempo, tracciare una strada del tutto sua.
Il giardino delle vergini suicide, sua opera prima del 1999, le permette l’approdo alla regia dall’ingresso principale. Vince nel 2001 gli MTV Movie Awards come Miglior nuovo film-maker e la nomination agli Empire Awards come Miglior debutto. In questo lungometraggio si rintracciano già gli elementi riconoscibili di quello che sarà il suo linguaggio artistico negli anni a venire. La storia drammatica delle sorelle Lisbon è incentrata sulla narrazione di figure femminili fuori dalla norma in cerca di libertà, ma rinchiuse all’interno di un sistema famigliare ottuso ed anaffettivo che le porterà ad una tragica fine. Coppola ne descrive fragilità ed aspirazioni tipiche dell’adolescenza, ma aggravate da un contesto opprimente che non ne permette la crescita né l’esperienza di vita.
Con Lost in Translation – L’amore tradotto del 2003, la regista mette a segno un secondo successo non solo di critica, ma anche d’incassi (un totale di quasi 120 milioni di dollari rispetto al budget d’investimento di soli 4 milioni).
La commedia, dai toni romantici, ha per protagonisti Bill Murray e Scarlett Johansson nei panni di un attore in declino e di una giovane sposa trascurata dal marito. L’incontro tra i personaggi avviene in una Tokyo attraente ma estranea, che aumenta il senso di smarrimento dei protagonisti, spingendoli uno verso l’altro come attratti da un comune spirito di sopravvivenza in terra straniera. Il film varrà a Sofia un Golden Globe ed un premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale.
Nel 2006 esce Marie Antoinette, terza pellicola della regista, strutturata come una rivisitazione pop della vita di Maria Antonietta, giovane sposa giunta alla corte di Versailles appena quattordicenne. Nuovamente Coppola punta l’occhio di bue sul senso di spaesamento in terra straniera, correlato alla difficoltà di doversi adattare ad un mondo diverso rispetto a quello fino ad ora conosciuto. Maria Antonietta viene data in sposa al Delfino di Francia e, nell’adempiere ai suoi doveri di erede al trono, fatica ad adeguarsi agli obblighi di corte. Gli eventi storici si intrecciano con i desideri e gli eccessi di una giovane donna alla scoperta di sé stessa.
I successi
La carriera di Sofia si consolida ulteriormente nel 2010 quando, con il film Somewhere, si aggiudica il Leone d’oro per il miglior film alla 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. La pellicola è considerata l’opera più matura della regista dove, evidente, è il passaggio dalla precedente estetica indie ad uno stile più asciutto ed incentrato su due tematiche principali: il vuoto esistenziale e lo stacco generazionale. Il tutto descritto attraverso la vita del protagonista Johnny Marco, star del cinema dall’esistenza sregolata e priva di concretezza che, all’improvviso, si trova costretto a confrontarsi con la figlia Cleo, lasciata temporaneamente alle sue cure dall’ex moglie.
Nel 2017 è il Festiva di Cannes a premiarla con le Prix de la mise en scéne per L’inganno, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Thomas P. Cullian.
La storia narra le vicende di un collegio femminile nell’America della guerra civile. Un nucleo di donne chiuso e protetto dal mondo esterno le cui dinamiche si sfaldano quando, all’improvviso, il caporale nordista John McBurney vi giunge ferito e malconcio. L’inaspettata presenza maschile creerà una forte tensione all’interno del collegio, modificando ed alterando giochi di potere inattesi.
In occasione dell’80ª Mostra del cinema di Venezia, Sofia presenta il suo ultimo lavoro: Priscilla, trasposizione cinematografica delle memorie scritte da Priscilla Presley nel 1985.
Vita privata
Dal 1999 al 2003 Sofia Coppola è stata sposata con il regista Spike Jonze per poi risposarsi, nel 2011, con l’attuale marito Thomas Pablo Croquet, cantante della rock band francese Phoenix. Il matrimonio è avvenuto a Bernalda in provincia di Matera, nella proprietà di famiglia. La coppia ha avuto due figlie: Romy, nata nel 2006 e Cosima, nata nel 2010.