Com’era, com’è ‘Talking Heads: 77’
Storia di un debutto folgorante che ha sofferto dei contrasti tra David Byrne e il produttore Tony Bongiovi (il cugino di Jon) e che nella riedizione 2024 suona benissimo
I Talking Heads sono stati una delle più importanti band new wave americane attiva tra il 1974 e il 1991. La formula sonora che ha reso celebre la musica dei Talking Heads trova un punto di contatto tra il rock alternativo e l’avanguardia, la melodia e la sperimentazione, la musica “bianca”, la black music e la musica etnica. I Talking Heads sono una delle colonne portati del post-punk e per descrivere la loro musica spesso viene usato il termine art-rock. Nel 2002 i Talking Heads sono stati inseriti nella Rock’n’roll Hall of Fame.
I Talking Heads si sono formati nel 1974 e sono sempre stati guidati da David Byrne, artista che negli anni è diventato forse il simbolo di un approccio d’avanguardia nella musica pop. Oltre che per la musica, i Talking Heads sono ricordati per concerti dalla grandissima carica sia emotiva che sperimentale, che è stata racconta anche nel celebre film-concerto del 1984 Stop Making Sense, diretto da Jonathan Demme).
I Talking Heads nascono dall’incontro di David Byrne con Chris Frantz (batterista) e Tina Weymouth (bassista) alla Rhode Island School of Design. I tre sono cresciuti nella New York degli anni Settanta: sarà proprio quel fermento artistico e musicale, così come la grande voglia di novità, a ispirare profondamente la loro carriera. La formazione dei Talking Heads si completa con l’ingresso di Jerry Harrison, già chitarrista dei Modern Lovers.
Dopo l’esordio con il 45 giri Love Goes to Building Fire, a cui fa seguito un tour con i Ramones, nel 1977 esce il disco d’esordio Talking Heads: 77. La band e il disco non sfuggono all’attenzione di Brian Eno, già uno dei produttori più in vista dell’epoca. Insieme a Eno, i Talking Heads producono nel 1978 il secondo disco More Songs About Buildings and Food. Questi primi due dischi propongono già uno stile molto originale e ricercato fatto di canzoni brevi tra cui spicca quella che è una delle canzoni più famose dei Talking Heads: Psycho Killer.
Nel 1979 i Talking Heads pubblicano il terzo disco, Fear of Music. Alla produzione c’è sempre Brian Eno, che qui ha un maggior impatto alla resa sonora delle canzoni e per la collaborazione con il leader dei King Crimson Robert Fripp, che suona la chitarra nel brano I Zimbra. Una delle canzoni più famose di questo disco è Life During Wartime.
Nel 1980 esce quello che viene considerato dalla critica il capolavoro dei Talking Heads, oltre che uno dei dischi più importanti della musica contemporanea: Remain in Light. Sempre prodotto da Brian Eno, il disco completa l’evoluzione del sound dei Talking Heads verso una complessità stilistica più marcata: elettronica, rock alternativo, black music e funky molto ritmato. Percussioni ossessive. Brani molto veloci. Per i Talking Heads si tratta di uno studio sul concetto di ritmo, costruito su stratificazioni di percussioni che dialogano con testi enigmatici e visionari. La canzone più famosa del disco è Once in a Lifetime.
Dopo la pubblicazione di Remain in Light i Talking Heads prendono una pausa di quattro anni. In questo periodo viene comunque pubblicato l’album live The name of this band is Talking Heads (1982), che contiene diverse registrazioni effettuate tra il 1977 ed il 1981 in diverse città tra cui New York e Tokyo. Sempre nel 1981, Tina Weymouth e Chris Frantz (che si sono sposati nel 1971) pubblicano il disco d’esordio del loro progetto parallelo Tom Tom Club.
Nel 1983 i Talking Heads ritornano a pubblicare musica con il quinto disco Speaking in Tongues. Prodotto dalla band senza l’aiuto di Brian Eno, è un lavoro in cui gli elementi di musica etnica si fanno più pervasivi e la sonorità si allontanano sempre di più dal rock tradizionale.
Nel 1985 esce il sesto disco dei Talking Heads, Little Creatures. La canzone più famosa del disco è Road To Nowhere. Appena un anno dopo, nel 1986, esce il settimo disco, True Stories, lavoro pubblicato in contemporanea con l’omonimo film diretto dal cantante David Bynre. Questo disco, però, non è la colonna sonora nonostante abbiamo lo stesso titolo.
Nel 1988 esce l’ottavo e ultimo disco dei Talking Heads: Naked. Il lavoro è prodotto da Steve Lillywhite e vede tra gli ospiti anche il chitarrista degli Smiths Johnny Marr. A seguito della pubblicazione di Naked, i Talking Heads annunciano un periodo di pausa che si trasformerà, nel 1991, in un vero e proprio scioglimento. La loro ultima canzone è Sax and Violins, inclusa nella colonna sonora dei film di Wim Wenders Fino alla fine del mondo.
In seguito allo scioglimento del gruppo, David Byrne iniziare una proficua e soddisfacente carriera solista (iniziata in verità nel 1989 con il disco Rei Momo). I Talking Heads senza David Byrne si riuniranno per un disco a nome The Heads dal titolo significativo: No Talking, Just Heads. Al lavoro partecipano numerosi cantanti della scena punk e new wave come Johnette Napolitano (Concrete Blonde), Debbie Harry (Blondie), Gordon Gano (Violent Femmes), Michael Hutchence (INXS) e Andy Partridge (XTC).
Storia di un debutto folgorante che ha sofferto dei contrasti tra David Byrne e il produttore Tony Bongiovi (il cugino di Jon) e che nella riedizione 2024 suona benissimo
Nel 1984 David Byrne e soci sono protagonisti di un cult dei film rock, capace di influenzare generazioni di musicisti a venire. Il film diretto da Jonathan Demme tornerà al cinema dall’11 al 13 novembre
La riedizione restaurata per il quarantennale del film-concerto di Jonathan Demme sarà nelle sale a novembre, ma debutterà il 19 ottobre alla Festa del Cinema di Roma
Dopo l’annuncio del tour degli Oasis abbiamo cercato di determinare in modo totalmente ascientifico le probabilità che altre grandi band si rimettano assieme, dai Led Zeppelin (sogna ragazzo sogna) ai Pink Floyd con Waters (praticamente zero) passando per R.E.M., Police, White Stripes, Sonic Youth
Quando cantava il pezzo di Al Green, David Byrne era «un predicatore, un fuoco controllato, un animale selvaggio» che in un vecchio video sgranato le ha fatto scoprire «senso dell’umorismo, lussuria, ritmo»
La riedizione per il quarantesimo anniversario del grande film-concerto dei Talking Heads raccontata da chi ci ha lavorato. «Ora è un’esperienza immersiva», assicura Jerry Harrison
Grandi dischi rock, il new romantic che sfonda, Madonna che inizia a cambiare il pop, il metal che va in classifica: ecco il meglio dell’anno, dai R.E.M. ancora underground agli U2 di ‘War’
È il discografico della vecchia scuola che ha contribuito a diffondere punk e new wave negli Stati Uniti, e non solo. «Tutti volevano lavorare con lui»
Lo racconta Chris Frantz nel nuovo libro 'Remain in Love'. Reed s'era invaghito della giovane band, ma dopo un incontro atipico e un manager cocainomane, l'affare non andò in porto. Un estratto
Nella ‘Filosofia della canzone moderna’ il Nobel parla direttamente o indirettamente di molti colleghi. Non tutti l’hanno presa bene
Re del carnevale, borghese XL, uomo senza pelle: il musicista dei Talking Heads anima i suoi concerti con idee innovative e costumi brillanti. Ecco cinque trasformazioni che non si dimenticano facilmente
«I fan non vogliono pezzi in quello stile, vogliono tornare adolescenti». 'American Utopia' è ora un film di Spike Lee. È l'occasione per parlare con Byrne dell’ossessione per la sua vecchia band e di blackface
La band sull'orlo del collasso, l’idea di decostruire la canzone pop, l’influenza della musica africana, le jam, la supervisione di Brian Eno, il groove perfetto di ‘Once in a Lifetime’: che gran disco
L'artista interpretava persone di colore in un filmato promozionale del film concerto dei Talking Heads 'Stop Making Sense'. «È come guardarsi allo specchio e capire che non sei, o non eri, chi credevi di essere»
I grandi del rock diventano ancora più grandi, esplode l’hard & heavy, i generi si fondono in modo creativo. Dai Talking Heads agli AC/DC, passando per Dire Straits e Clash, ecco i dischi più interessanti pubblicati 40 anni fa
La storia della band vista attraverso gli occhi del batterista, che sta per pubblicare una biografia: l'autismo di David Byrne, i contrasti, la lunga storia d'amore con Tina Weymouth, il successo dei Tom Tom Club, la reunion
La band di David Byrne è stata tante cose: giovani rampanti del CBGB, interpreti radicali del punk-funk, superstar innovative degli anni ’80. Ecco i loro dischi, dagli imperdibili agli... imperdibili, ma un po' meno
Fan e siti hanno fantasticato su una reunion della band dopo l’attivazione di un account ‘ufficiale’ Instagram. Ma il cantante ha smentito. Ecco tutta la storia
Restiamo
in contatto
Ti promettiamo uno sguardo curioso e attento sul mondo della musica e dell'intrattenimento, incursioni di politica e attualità, sicuramente niente spam.