È morta Cissy Houston, grande cantante gospel, madre di Whitney
Aveva 91 anni. Aveva cantato con Aretha Franklin, Elvis Presley, Jimi Hendrix, Van Morrison e difeso la memoria della figlia
Whitney Elizabeth Houston è stata una cantante e attrice statunitense, tra le voci più potenti nella storia della musica: con la sua notevole estensione vocale – capace di raggiungere fino a tre ottave – Whitney era in grado di toccare note estremamente acute.
Vincitrice di 6 Grammy Awards, 22 American Music Awards e innumerevoli altri premi, Whitney Houston è passata alla storia come una delle artiste più famose della popular music, inserita da Rolling Stone al 2° posto della classifica dei 200 migliori cantanti di tutti i tempi.
Whitney Elizabeth Houston nasce il 9 agosto 1963 a Newark, nello stato del New Jersey, da John R. Houston ed Emily Dinkard Houston. Whitney ha un fratello maggiore, Michael, e un fratellastro, Gary, figlio che la madre ha avuto da un matrimonio precedente.
Whitney si approccia al mondo della musica fin da piccola, seguendo la madre – cantante gospel – nei locali notturni dove quest’ultima si esibisce. A 9 anni la piccola Houston prende parte al coro della New Hope Baptist Church e due anni dopo ne diviene solista.
A 14 anni partecipa al singolo Life’s a Party della band di Michael Zager e quest’ultimo, colpito dal talento della giovane, le propone un contratto discografico, proposta che Whitney rifiuta per volere della madre, desiderosa che la figlia concludesse il percorso scolastico. L’anno successivo Houston è tra le voci di sottofondo di I’m Every Woman, brano popolare di Chaka Khan, parte della colonna sonora del film The Bodyguard.
Nel 1981 dopo aver conseguito il diploma, come d’accordo con i genitori, avvia la sua carriera musicale con la Tara Productions e contemporaneamente vive alcune esperienze da modella, tagliando traguardi importanti: Whitney è una delle prime donne afroamericane a posare per copertine di riviste note, tra cui Glamour, Cosmopolitan, Vogue e Miss Young.
Nel 1983 si esibisce per la prima volta in tv, intonando Home di Diana Ross e cantando insieme alla madre in un medley. Dopo svariate collaborazioni con altri artisti, nel 1984 incide insieme a Teddy Pendergrass Hold Me, singolo che presto si trasforma nel suo primo successo.
Il debutto discografico risale al 1985 con Whitney Houston, disco pop soul composto da 10 tracce. Tra i brani estratti dall’album emergono soprattutto You Give Good Love, Greatest Love of All, How Will I Know e Saving All My Love for You. Quest’ultimo brano, scritto da Michael Masser e Gerry Goffin, permette a Whitney di vincere il suo primo Grammy Award come Miglior interpretazione vocale pop femminile. L’album domina le classifiche di numerosi paesi e vende oltre 30 milioni di copie, un successo impressionante per una cantante emergente.
Forte della popolarità ottenuta, nel 1987 la cantante pubblica Whitney, il suo secondo progetto discografico, anticipato da I Wanna Dance with Somebody (Who Loves Me), una delle sue canzoni più famose (vincitrice di un Golden Globe come Miglior interpretazione vocale pop femminile). Il disco, dalle sonorità pop, replica il successo commerciale del precedente, ma viene definito da parte della critica come un lavoro impersonale realizzato per accontentare il mercato. Tra i singoli dell’album, emergono anche Where Do Broken Hearts Go, So Emotional e Didn’t We Almost Have It All, tutti brani che presidiano il primo posto della Billboard Hot 100.
Ormai all’apice della sua carriera, nel novembre 1990 Whitney pubblica il terzo album, I’m Your Baby Tonight, di stampo pop e R&B. Del disco riscuotono popolarità soprattutto la title track e All the Man That I Need, entrambe in vetta alle classifiche americane.
Torna a dominare le classifiche l’anno seguente, con il singolo dell’inno statunitense che canta per le truppe americane rientrate dalla guerra del Golfo.
Oltre a eccellere in ambito musicale, nel 1992 Whitney esordisce come attrice sul grande schermo, recitando al fianco di Kevin Costner nel film The Bodyguard. Houston partecipa anche alla colonna sonora della pellicola con alcuni brani che raggiungono immensa popolarità. Tra questi, la cover di I Will Always Love You – canzone di Dolly Parton – riscuote enorme successo, tanto da divenire uno dei singoli più famosi della cantante. Oltre a quest’ultimo, emergono anche I Have Nothing e Run to You, che si aggiudicano anche una candidatura agli Oscar. Nel 1994 trionfa nuovamente ai Grammy Awards, vincendone tre (tra cui Record dell’anno e Album dell’anno).
Nel 1995 torna a vestire i panni da attrice nel film Waiting to Exhale, contribuendo a una parte della colonna sonora: incide tre singoli, tra i quali spicca Exhale (Shoop Shoop), vincitore di un Golden Globe come Miglior canzone R&B. L’anno successivo recita insieme a Denzel Washington in The Preacher’s Wife: qui la colonna sonora viene interamente interpretata da Whitney, che ancora una volta domina le classifiche, soprattutto con i brani I Believe in You and Me, Step by Step e My Heart Is Calling.
Dopo 8 anni dall’ultimo progetto discografico, Houston torna nel 1998 con My Love Is Your Love, album dalle sonorità pop e contemporary R&B, da cui vengono estratti, oltre alla title track, anche Heartbreak Hotel (feat. Faith Evans e Kelly Price), It’s Not Right but It’s Okay, My Love Is Your Love, I Learned from the Best e When You Believe (feat. Mariah Carey), quest’ultima vincitrice di un Oscar come Miglior canzone originale.
Whitney inaugura il nuovo millennio pubblicando il suo primo Greatest Hits, contenente, oltre ai maggiori successi della sua carriera precedente, anche degli inediti in collaborazione con altri artisti.
Anticipato dal singolo Whatchulookinat, nel dicembre 2002 esce il quinto album di Houston: Just Whitney, composto da 16 tracce, tra le quali emergono One of Those Days e Try It on My Own. L’anno seguente la cantante realizza One Wish: The Holiday Album, un disco natalizio che purtroppo non raggiunge gli esiti commerciali sperati.
Tra il 2004 e il 2006 Whitney interrompe la sua attività musicale a causa di alcuni problemi, diventati insostenibili, insorti nel suo matrimonio con Bobby Brown. Dopo aver divorziato da quest’ultimo, la cantante torna in scena nel 2007, esibendosi ad alcuni eventi e tenendo diversi concerti. Dopo circa tre anni e mezzo di lavoro, Houston si presenta con un nuovo album nell’agosto 2009, pubblicando I Look to You. Tra le tracce contenute nel disco, spiccano Call You Tonight, Million Dollar Bill e I Didn’t Know My Own Strenght.
Il 2012 vede il suo ritorno sul grande schermo con il film Sparkle, ultima interpretazione sostenuta da Whitney. Si esibisce per l’ultima volta a Hollywood, intonando il brano Jesus Loves Me con Kelly Price.
L’11 febbraio 2012 Whitney Houston viene trovata senza vita al Beverly Hilton Hotel, immersa nell’acqua della vasca da bagno della sua stanza. Aveva 48 anni.
La polizia dichiara l’assenza di elementi collegabili a un omicidio: Whitney avrebbe avuto un collasso cardiaco provocato, probabilmente, dall’abuso di droga, farmaci e alcol.
Il 18 febbraio si tengono i funerali nella chiesa battista di Newark, dove Whitney aveva iniziato a cantare. L’artista viene sepolta nel cimitero di Westfield, vicino al padre (morto nel 2003).
La cantante è passata alla storia come una delle icone più famose della musica di tutti i tempi, motivo per cui nel 2017 viene realizzato un docufilm su di lei intitolato Whitney: Can I Be Me, mentre nel 2022 la sua vita e la sua carriera vengono raccontate nel film Whitney Houston: I Wanna Dance with Somebody.
Per quanto riguarda la vita sentimentale, Whitney ha avuto diverse relazioni, alcune più impattanti di altre.
Nel 1980 Houston vive una storia d’amore con Robyn Crawford, ragazza conosciuta nel campus di East Orange. Whitney è stata costretta a terminare la relazione per evitare ripercussioni sulla sua carriera. Nonostante ciò, Houston sceglie di avere Robyn al suo fianco come assistente artistica.
Durante gli anni Ottanta la cantante si lega sentimentalmente al giocatore di football Randall Cunningham e, successivamente, all’attore Eddie Murphy.
Nel 1992 Whitney si sposa con il cantante R&B Bobby Brown, conosciuto tre anni prima ai Soul Train Music Awards. Il matrimonio non viene accolto positivamente dagli amici e dai familiari di Houston, poiché Brown, oltre a essere già padre di tre figli avuti da tre donne diverse, è coinvolto in alcuni fatti giudiziari. Dopo aver superato un aborto spontaneo, nel 1993 i due mettono al mondo Bobbi Kristina Brown, la loro unica figlia, ma verso la fine degli anni Novanta la situazione della coppia comincia a vacillare.
Nel 2003 Bobby viene arrestato per aver picchiato Whitney. Quest’ultima inizia a fare abuso di droghe – dipendenza che viene aggravata dalle avversità con il marito – e ciò si riflette sulla sua carriera: Whitney arriva tardi ai concerti, li annulla con scarso preavviso e non si presenta nella sua forma migliore. La coppia si separa nel 2006 a causa del comportamento violento, infedele e instabile – accentuato dall’assunzione costante di droghe e alcol – che Bobby usava avere con la moglie. In seguito al divorzio, la custodia della figlia viene affidata a Whitney, che nel frattempo tenta di disintossicarsi.
Dopo la scomparsa della cantante, l’eredità viene destinata alla figlia, unica erede, ma il 31 gennaio 2015 Bobbi Kristina viene trovata dal compagno Nick Gordon immersa nella vasca da bagno della casa di Roswell, esanime. La giovane viene trasportata d’urgenza in ospedale dove, anche a causa del mix di farmaci ingerito, rimane per diversi mesi in gravi condizioni, oscillando tra la vita e la morte. Nel luglio successivo, a 22 anni, Bobbi Kristina si spegne definitivamente. Il medico legale definisce l’annegamento come causa principale della morte della giovane, ma, nonostante ciò, le dinamiche dell’accaduto risultano poco chiare, motivo per cui la polizia inizia a considerare l’ipotesi di omicidio. Il fidanzato Nick risulta tra i primi indagati, ma muore nel 2020 per overdose, lasciando un alone di mistero sulla tragica fine di Bobbi.
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