Storia ‘diversa’ del cinema: Lo stato delle cose… in Germania – Parte II
Dopo Wim Wenders, la rinascita della produzione tedesca passa da Rainer Werner Fassbinder. Uno degli autori più liberi e sperimentali del secondo Novecento. Un genio
Dopo Wim Wenders, la rinascita della produzione tedesca passa da Rainer Werner Fassbinder. Uno degli autori più liberi e sperimentali del secondo Novecento. Un genio
La cultura tedesca, capofila della rinascita delle arti nel primo ’900, subì un colpo d’arresto con l’avvento del nazismo. Ma dagli anni ’70 qualcosa si risvegliò. Complice un certo Wim Wenders…
I francesi continuano a rivoluzionare la Settima Arte. Dopo il Fronte Popolare degli anni ’30, nei ’60 tocca alla Nouvelle Vague di Truffaut, Godard e tutti gli altri. E tutto cambia, ancora
“La miglior regia è quella che non si vede; la regia deve vedersi”: in questa opposizione sta, forse, l’intera storia dei film. Un’analisi su quando la lingua cinematografica è diventata un campo a sé. Da Robert Altman a ‘Moulin Rouge!’, passando per la Nouvelle Vague
Dopo Marcel Carné, l’altro “eroe” della rivoluzione del cinema d’Oltralpe anni ’30 e ’40 è Jean Renoir, il figlio del grande pittore impressionista che con ‘La grande illusione’ e ‘La regola del gioco’ firma due capolavori assoluti
Nato sull’onda del governo socialista di Léon Blum, il Fronte Popolare è il movimento che cambia le sorti del cinema d’oltralpe (e globale). Un titolo su tutti: ‘Il porto delle nebbie’, dietro cui c’è il leggendario trio Carné-Prévert-Gabin
Poche eccezioni (Nanni Moretti su tutte) in quello che è un decennio di profonda crisi per la produzione nazionale. Che la nuova ondata di comici – Benigni, Troisi, Verdone – prova a risollevare, almeno negli incassi
C’è, nel decennio difficile che segue le stagioni d’oro della nostra produzione, un titolo che sbanca gli Oscar: ‘L’ultimo imperatore’ di Bernardo Bertolucci. Ma è solo un caso, e non del tutto ‘italiano’. Intanto, il sistema nazionale crolla…
Dopo il neorealismo di De Sica e Rossellini, il dopoguerra lancia la stagione d’oro della nostra commedia. Due nomi la cambieranno per sempre: Mario Monicelli e Dino Risi. Che, con la complicità di Gassman e Sordi, riscrivono (letteralmente) l’Italia
La nostra lunga cavalcata nella stagione d’oro del cinema italiano si chiude con Michelangelo Antonioni. Il regista (non solo) dell’incomunicabilità, che ha imposto un nuovo paradigma
Quattro Oscar per i film (di cui due consecutivi) e uno alla carriera. Una Palma d’oro. Infiniti capolavori. È il turno di Federico Fellini. Che, l’hanno stabilito tutti, è ‘il Cinema’
Un ritratto di Vittorio De Sica, attore e autore popolarissimo in patria e divo hollywoodiano mancato. Per fortuna. Altrimenti non avremmo mai avuto ’Sciuscià’ e ‘Ladri di biciclette’. Con cui ha davvero conquistato l’America
E poi l’Italia inventò il Neorealismo. E cambiò tutto. Da De Sica a Rossellini, fino a ‘Ossessione’ di Visconti, questi non sono solo film, ma opere d’arte che hanno rivoluzione l’arte del Novecento
‘Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza’ di Elisabetta Sgarbi è un’indagine sull’artista classe 1926 il cui occhio ha innovato per sempre l’arte della fotografia nostrana
Non è un Paese per eroi… o, quantomeno, un cinema. Bisogna tornare alla Hollywood degli anni d’oro. E a Errol Flynn, eroe assoluto, dal West all’avventura
Tra gli esempi più virtuosi degli anni recenti c’è il Russell Crowe di ‘State of Play’. Ma da Cooper a Brando, da Dean a Depp, in tantissimi hanno incarnato personaggi portatori di valori e ideali assoluti. Una (prima) carrellata
Da Pearl Harbor alla Guerra Fredda, Hollywood ha cercato di imporre un modello che sensibilizzasse il pubblico nei confronti della guerra. Ma non sempre le cose sono andate come gli Studios avrebbero voluto
Al principio, il cinema era solo evasione. Poi, dagli anni ’20 e ’30, tanti autori si accorsero che con le loro opere potevano scrivere nuovi libri di testo. Un titolo su tutti, da cui tutto ebbe inizio: ‘La corazzata Potëmkin’
Il più grande committente di pubblicità? Hollywood. Che negli anni ’30 e ’40 schierò le sue più grandi star, da Greta Garbo a Gary Cooper, per “vendere” l’amore per la guerra e l’odio contro i comunisti. Funzionò?
Testimonial celebri, generi rubati al grande schermo, modelli – da Indiana Jones al Gladiatore – pedissequamente replicati. Ciak, si… vende!
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