Il ragazzo sul delfino (1957) di Jean Negulesco – Hydra
In principio fu Sophia (e Anthony Quinn in Zorba il greco, “made in Creta”: ma era meno vacanziero). Che, a Hydra, si tuffa in questa dramedy sentimentale diretta dallo specialista Negulesco. Nei panni di una pescatrice di spugne (!) che trova un tesoro. E, ovviamente, l’amore (alias Alan Ladd). Riprese anche sull’Acropoli di Atene, a Rodi e a Corinto: un piccolo tour dell’Egeo (e terraferma).
Le grand bleu (1988) di Luc Besson – Amorgos
Se siete stati ad Amorgos, capite il perché del titolo: è tutto blu, grandissimo blu. Oggi, al porto di Katapola, resta un bar che si chiama come il titolo di questo film dalla lavorazione (e, da noi, distribuzione) tribolatissima, ma che impose Besson sulla scala globale. Jean-Marc Barr è l’apneista Jacques Mayol, Jean Reno il suo rivale italiano Enzo Molinari: un cult nel cult.
Mediterraneo (1991) di Gabriele Salvatores – Kastelorizo
L’imprecisata isola del Dodecaneso in cui il gruppo di soldati italiani (in ordine alfabetico: Abatantuono, Alberti, Bigagli, Bisio, Catania, Cederna, Conti) arriva, in piena Seconda guerra mondiale, a stabilire un presidio militare è, nella realtà, Kastelorizo. Da quel momento meta di pellegrinaggio nostrano: vuoi forse negarti una partitella in spiaggia ancora oggi?
Il mandolino del capitano Corelli (2001) di John Madden – Cefalonia
Non una commedia balneare, ma un melodrammone sempre a sfondo italo-coloniale che sì, è un pasticcio: ma Cefalonia non è mai stata fotografata meglio. A suo modo indimenticabile l’amore tra il capitano italiano del titolo, alias Nicolas Cage, e la greca Penélope Cruz: oggi griderebbero alla cultural appropriation. Ma c’è la veteranissima local Irene Papas: facciamocela bastare.
Che ne sarà di noi (2004) di Giovanni Veronesi – Mykonos
Piccolo culto generazionale per questa vacanza post-maturità quasi mucciniana. Giovanni Veronesi dirige Silvio Muccino, Violante Placido e uno scatenatissimo Elio Germano su sfondo di mulini a vento di Mykonos, qui più versione liceo romano che avamposto rainbow-cool. Ma va bene così: il ritmo c’è, i panorami mozzafiato pure (ricordate i tuffi dalla scogliera?).
Mamma Mia! (2008) di Phyllida Law – Skopelos
Il film ambientato in Grecia per eccellenza è il musicarello con la “dancing queen” Meryl Streep sulle hit degli ABBA. L’immaginaria isola di Kalokairi, dove l’ex starlette pop si rifugia per gestire un albergo, è in realtà mutuata sulla vera Skopelos e la vicina Skiatos, da quel momento (e ancor più dopo il sequel Mamma Mia! Ci risiamo del 2018) nel carnet di viaggio degli americani. Paradiso perduto.
Le mie grosse grasse vacanze greche (2009) di Donald Petrie – Olympia
Dopo il boom del Mio grosso grasso matrimonio greco, che però era officiato negli States, la protagonista Nia Vardalos ci riprova con questo detour (letteralmente) in patria. La one-hit-wonder stavolta è Georgia, guida turistica divisa tra Olympia e la solita Acropoli (ma con aggiunta di capatina in Spagna: non vale!). Non ha avuto il successo del precedente, ma per gli amanti della cine-Grecia resta una tappa obbligata.
Immaturi – Il viaggio (2011) di Paolo Genovese – Paros
Altro giro, altro viaggio di maturità. Ma stavolta quello che la classe di Immaturi del titolo (tra cui Luca e Paolo, Ambra Angiolini, Raoul Bova e Ricky Memphis) non era riuscita a fare dopo gli esami che furono. La destinazione è quella scelta allora: Paros. Dove avverranno gli stessi incroci amicali e sentimentali che ci si aspetterebbe da un gruppo di adolescenti. Un altro giro di ouzo per tutti.
Before Midnight (2013) di Richard Linklater – Kardamyli
L’ultimo capitolo (pare definitivamente) della rom-saga di Richard Linklater inaugurata con Prima dell’alba porta Ethan Hawke e Julie Delpy su un promontorio del Peloponneso che si specchia nel mare di Kardamyli. E ci sono anche dei greci chiamati per l’occasione, nel corso di una cena (come sempre parlatissima) che è uno dei momenti migliori del film. Insieme al finale notturno. Sigh.
I due volti di gennaio (2014) di Hossein Amini – Creta
Un thriller alla Hitchcock sulle rovine di un’antica civiltà e (forse) di una coppia. Il risultato, a cavallo tra l’Acropoli ateniese (aridaje) e il palazzo di Minosse a Creta, non sarà probabilmente all’altezza delle premesse. Ma il cast – anzi: il triangolo – è super: Viggo Mortensen, Kirsten Dunst e Oscar Isaac. Bastano e avanzano.