«Un film intenso con una protagonista impeccabile», l’ha definito il New York Times. «Un dramma che amerete per il suo intimismo e il suo mistero», fa eco il Wall Street Journal. «Un perfetto equilibrio tra serenità e ribellione», secondo Variety. Dopo essere stato presentato a numerosi e prestigiosi festival internazionali, arriva finalmente nelle sale italiane il 5 maggio, distribuito da P.F.A. Films e Emme Cinematografica, L’audizione di Ina Weisse. Ecco 3 buoni motivi per non perderlo.
Una trama tra musica e thriller psicologico
A tenere più di tutto legati alla poltrona è, semplicemente, la trama del film. Incentrata su Anna Bronsky (Nina Hoss), una severa insegnante di violino in un liceo musicale a Berlino. È sposata con il liutaio francese Philippe (Simon Abkarian) e insieme hanno un figlio di 10 anni, Jonas (Serafin Mishiev), che frequenta la stessa scuola. La relazione con suo marito sembra sgretolarsi, e Anna si ritrova alla ricerca di nuove sfide nella sua piuttosto noiosa vita familiare e professionale. Durante gli esami di ammissione annuali della scuola, Anna rimane affascinata dal talento di un candidato di nome Alexander (Ilja Monti), al punto che si mette contro tutti gli altri insegnanti per ammetterlo. Mentre Anna prepara Alexander per gli esami intermedi, lui diventa rapidamente la sua nuova fissazione. Trascorrendo la maggior parte del tempo con lui e concentrandosi ampiamente sul suo miglioramento, inizia a trascurare la sua famiglia anche più di prima, mettendo il suo dovere al di sopra dell’amore per suo marito e suo figlio. La pressione aumenta ancora quando il suo collega e amante segreto Christian (Jens Albinus) la invita a esibirsi in un quintetto e la sua esibizione si rivela un disastro. Dopo questo evento umiliante, Alexander diventa l’unico obiettivo di Anna e la distanza tra lei e la sua famiglia cresce drammaticamente. Fin quando arriva il giorno dell’esame e gli eventi prendono una svolta inattesa…
La regia di Ina Weisse
Alla regia dell’Audizione c’è la berlinese Ina Weisse, nata artisticamente come attrice (il suo ultimo film davanti alla macchina da presa è Opera senza nome di Florian Henckel von Donnersmarck, il regista premio Oscar per Le vite degli altri). L’audizione è il suo primo film di finzione propriamente per il cinema dopo diversi cortometraggi, un film per la tv (Der Architekt) e un documentario (Die neue Nationalgalerie). Ed è il titolo che mette in luce meglio di tutti le sue doti da director, in un misto di sensibilità e tensione. L’audizione nasce da uno spunto autobiografico: «Daphne (Charizani, la co-sceneggiatrice, ndr) ed io abbiamo suonato per molti anni, lei il violoncello ed io il violino, e siamo state anche membri di un’orchestra», rivela Weisse. «Quindi quel mondo, che spesso non è altro che una sorta di regime dove si susseguono strazianti e interminabili prove, ci era molto familiare. Abbiamo deciso di descrivere quel processo, tutto quel lavoro che c’è dietro la musica». Ma, alla base, il film è un dramma esistenziale su una donna alla ricerca di sé stessa: «Abbiamo cercato di descrivere lo strappo intimo e lo stato d’insicurezza di Anna. L’origine del dramma è la sua ricerca dell’assoluto e della sua inflessibilità con sé stessa».
L’interpretazione di Nina Hoss
Tra le attrici tedesche contemporanee più amate e richieste sulla scena internazionale, Nina Hoss è nota in Italia soprattutto per le sue collaborazioni con Christian Petzold, anch’egli uno dei nomi più cool del cinema “made in Berlin”. La loro prima collaborazione risale a Wolfsburg, del 2003, cui sono seguiti Yella (2007), Jerichow (2009), La scelta di Barbara (2012) e Il segreto del suo volto (2014). Nella sua filmografia ci sono anche incursioni anglofone come La spia – A Most Wanted Man di Anton Corbijn (2014), accanto al compianto Philip Seymour Hoffman, e dieci episodi della serie Homeland – Caccia alla spia. Con L’audizione, Hoss rivela ancora una volta le sue grandi dote drammatiche e introspettive, al punto da essersi meritata la Concha de Plata come miglior attrice al Festival Internacional de Cine de San Sebastián per il ruolo di Anna. Ina Weisse l’ha voluta in questo personaggio semplicemente perché «non vedevo l’ora di lavorare con lei. Ha interpretato questo personaggio ambivalente con grande empatia, e ha anche imparato dei difficili pezzi da suonare al violino in modo ammirevole».