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Abbiamo visto ‘Eternals’, e ci sono almeno 5 cose bomba

La visione di Chloé Zhao, da ‘Nomadland’ alla nuova Fase Marvel. La divina Angelina Jolie . La complessità insolita per un cinecomic. Ecco cosa pensiamo di questo attesissimo blockbuster, in anteprima ad Alice nella Città 2021

Foto: Marvel Studios

La visione di Chloé Zhao

Il Marvel Cinematic Universe riparte da un’autrice con la A maiuscolissima, che viene dal cinema indie (Songs My Brother Taught Me, The Rider – Il sogno di un cowboy) e ha appena vinto l’Oscar per il miglior film (Nomadland) e per la miglior regia, secondo donna nella Storia. Insomma, è chiaro che ai Marvel Studios volevano cambiare passo. E con lei ci sono riusciti. Eternals è un’epica sci-fi con tocco intimissimo. «C’era solo una regista che poteva unire in questo modo umanità, dimensioni e natura solenne, è Chloé», Kevin Feige himself dixit. E in effetti la sfida era proprio quella di mantenere la grandiosità, l’action e l’ironia che i fan amano dell’MCU, ma combinandola con una crescendo emotivo della storia e dei personaggi. In questa grande avventura fantascientifica, che si sviluppa su migliaia di anni con una fluidità di sguardo notevole, ci sono pure il romance e il dramma familiare, perché in fondo gli Eterni questo sono: una famiglia disfunzionale. Ma tutto nella visione di Zhao sta perfettamente in equilibrio. Compresa una buona dose di cuore.

Il super cast

Non si vedeva un cast Marvel così ricco ed eterogeneo dai tempi di Endgame (sì, son già passati due anni). E in ogni caso non c’era Angie (basta il soprannome, vedi più avanti). Zhao vuole gli ex fratellastri di Game of Thrones Richard Madden e Kit Harington che, archiviati metalupi e draghi, interpretano rispettivamente Ikaris, il boss “designato” degli Eterni con lo sguardo che brucia (letteralmente), e il bravo ragazzo “umanissimo” con delle sorprese nella manica. Il nucleo pulsante del film è però la Sersei di Gemma Chan, elegantissima attrice inglese di origini cinesi, finora mai vista nel ruolo di protagonista. E poi c’è Salma Hayek nel che presta il volto all’Eterna Primaria, ovvero la guida saggia del gruppo. E l’attore e comico pakistano naturalizzato statunitense Kumail Nanjiani nella parte dell’esilarante Kingo, Eterno diventato star di Bollywood. L’ingegnere arcobaleno del gruppo (aka Phastos, il primo personaggio apertamente gay in un film Marvel) è invece Brian Tyree Henry, già iconico Paper Boi in Atlanta di Donald Glover. Tutti giustissimi nei panni degli dèi di diverse religioni che hanno aiutato il processo dell’umanità lungo tutta la sua storia. E non perdete la scena dopo i titolo di coda (in realtà sono due): c’è un ingresso nell’MCU di Harry Styles da applausi. E il meglio deve ancora venire.

Angie la divina

Angelina Jolie è Thena. Foto: Marvel Studios

Questo capitolo va fatto a parte per forza. Thena – «Drop the A» – from Olympia. E pure dea della guerra. C’era solo un’attrice (no: una dea, anche lei) a cui assegnare un ruolo come questo: Angelina Jolie. Che però viene usata da Zhao in modo, in un certo senso, inedito. Dopo la parte assai cartoonesca (seppur centratissima) di Malefica, sempre per Disney, la regista la smarca dalla pura iconografia fumettistica, rendendola forse il personaggio più pieno di Eternals. Thena è una guerriera fragile, ma senza il vittimismo del nostro tempo: se mai, portatrice di un’umanità sfumata decisamente insolita per la scrittura dei cinecomic. Poi c’è l’icona Jolie, che si assume tutti i rischi (un ruolo da supporting, che però ruba ovviamente la scena) e si toglie qualche sfizio: per esempio, proporre il primo modello di supereroina con golfino di cachemire. Tutto vero, tutto bellissimo.

La complessità

Gli ultimi Avengers sono stati, a loro modo, inappuntabili. E anche Black Widow era una buona avventura “in solitaria” per la Vedova Scarlett, pardon Nera. Ma si restava nel campo cartone animato/telefilm di Italia 1 della nostra adolescenza: la complessità questa sconosciuta, ormai, perché bisognava far contenta la Generazione Z. Chloé Zhao con Eternals decide di fare quello che non vedevamo, forse, dai tempi di Doctor Strange e Black Panther: trattare gli spettatori come adulti, almeno quando lo sono. Lo spettacolone per ragazzini è assicurato (e l’autrice di Nomadland, apparentemente lontana da queste “macchine infernali”, dimostra una mano sicurissima anche nell’action), ma si punta a un racconto più complesso, appunto, e stratificato. Piazzando al centro della storia una riflessione non scontata (e parecchio spiritualeggiante) su vita, mortalità, libero arbitrio, e solito brodo filosofico-esistenzialista. Al tempo stesso, però, senza complicare troppo la trama: è tutto dritto, comprensibile, fortemente “immedesimabile”. Sentitamente ringraziamo.

La selecta musicale

La colonna sonora firmata Ramin Djawadi, noto soprattutto per lo score di Game of Thrones (due gli Emmy in saccoccia), funziona, ma va sul classicone che non sbaglia proprio perché non vuole sbagliare. È nella tracklist che Eternals si gioca qualche carta più interessante. Il primo pezzo che sentiamo è Time dei Pink Floyd: capita l’ironia? E poi, sempre per essere dichiaratamente (e furbamente) didascalici, passa The End of the World di Skeeter Davis. I boomer sono accontentati, poi ci sono le giovani platee da blockbuster Marvel: ecco allora Friends dei BTS, addirittura evocati nel copione. E poi Harry Styles, ma di lui abbiamo già parlato. E ne riparleremo…

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