Se non avete ancora sentito il nome di Fulvio Risuleo, rimediamo subito. 28 anni, romano, ha vinto due premi a Cannes con i corti Lievito madre, storia di un barattolo di acqua, farina e miele che diventa terzo incomodo in una relazione, e Varicella, dove una mamma vuole far prendere la varicella al figlio prima che il bambino cresca. La sua opera prima, Guarda in alto, era una favola urbana tutta ambientata sui tetti di Roma, con protagonista Giacomo Ferrara, lo Spadino di Suburra. Risuleo ha anche scritto e diretto la prima web serie interattiva prodotta in Italia, Il Caso Ziqqurat, il nostro primo vero e originalissimo esperimento seriale non lineare.
E oggi esce il suo secondo film, Il colpo del cane, con Edoardo Pesce (Dogman), Daphne Scoccia (Fiore) e Silvia D’Amico (Non essere cattivo, Fino a qui tutto bene). Rana (D’Amico) e Marti (Scoccia) sono una coppia precaria, anzi, precarissima. Al loro primo giorno da dogsitter per caso, subiscono il furto del bulldog francese che era stato affidato loro da una ricca signora, interpretata da Anna Bonaiuto. Decidono di mettersi all’inseguimento del ladro, un miserabile, sedicente veterinario che sostiene di chiamarsi Dr Mopsi (Pesce). Una storia di perdenti, di ultimi, una commedia che diventa via via sempre più amara raccontata con il piglio visionario e a tratti anche nonsense di Risuleo.
Nella prima parte del film seguiamo Marti e Rana nella loro vita, fino al furto e alle sue conseguenze, ma ben presto è proprio l’antagonista a diventare protagonista con una lunga digressione sull’origin story del Mopsi del grandissimo Pesce: “Ho volutamente cercato una struttura sbilenca che potesse viaggiare sui binari dell’emotività dei personaggi, senza basarmi su “algoritmi narrativi” precostruiti”, spiega Risuleo. “È un film sui punti di vista e di come la realtà cambi a seconda dell’angolo da cui la guardiamo. Anche il genere non è uno solo: la commedia, il dramma, il mistero e l’azione si incrociano nella stessa storia”.