“Forse non tutti sanno che Rolling Stone è nato come una sorta di giornale underground della contro-cultura. Il Colonnello McCormick si starà rivoltando nella tomba alla notizia che il suo caro Chicago Tribune abbia pubblicato un articolo edito da Rolling Stone”.
L’articolo in questione, scritto da David Weir e Howard Kohn, rivelava l’Inside Story i due parti del rapimento di Patricia Hearst, nipote del magnate dell’editoria William Randolph, ad opera dell’ Esercito di Liberazione Simbionese, una formazione terroristica di estrema sinistra.
“Per certi versi l’ELS è stato l’ultimo rantolo degli anni ’60, anche se un rantolo inusuale” spiega Weir. “E per qualche motivo io credo di essere l’emblema di un’intera generazione che si è allontanata dalle proteste, ci siamo sposati abbiamo avuto figli, abbiamo trovato lavoro, siamo diventati dei professionisti in vari ambiti e progressivamente tutto il nostro idealismo si è dissolto”.
Jane Wenner racconta della San Francisco di quel periodo: “C’erano l’ELS, gli Zebra Killer e i killer dello Zodiaco. Ad un certo punto la città iniziò a farmi paura, non vedevo l’ora di andarmene verso est, pensai che New York fosse il fulcro dell’editoria e che quello fosse il momento giusto”.
Anche Jan Wenner concorda: Quando fondammo Rolling Stone San Francisco era una città vivace, entusiasmante. Jerry Garcia, i Grateful Dead e gli Airplane si sono sistemati e non hanno il tempo di andare in giro a creare scalpore”. È il 1977 quando Rolling Stone si trasferisce da San Francisco a New York.
Questo e molto altro nella terza puntata di Rolling Stone – Sesso, Stampa e Rock’n’roll, la docu-serie diretta dal premio Oscar Alex Gibney e dal vincitore dell’Emmy Blair Foster, che ripercorre gli ultimi 50 anni di musica, politica e cultura popolare americana attraverso la prospettiva della rivista iconica – la nostra – che comprese fin da subito come il rock’n’roll fosse ben più della semplice musica.
Su Sky Arte ogni mercoledì alle 21.15.