I 10 migliori documentari sportivi di sempre | Rolling Stone Italia
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I 10 migliori documentari sportivi di sempre

Ci sono le grandi storie (più o meno drammatiche) di atleti come Michael Jordan, Maradona, Beckham, Totti, ma anche la docuserie sulla Formula 1 e il dietro le quinte del calcio inglese. Ecco la nostra classifica

I 10 migliori documentari sportivi di sempre

Maradona allo Stadio San Paolo di Napoli

Foto di Alfredo Capozzi

Hoop Dream

Steve James

1994
Hoop Dreams - Official Trailer

Se c’è da trovare un capostipite di tutta questa nuova frontiera di documentari sportivi che raccontano ‘in divenire’ le carriere di certi atleti senza quindi poterne sapere successi o drammi, Hoop Dream è sicuramente il punto di partenza. Il regista Steve James, affascinato dal basket giovanile americano, decide di seguire per 5 anni la vita di due giovani promesse del parquet, William Gates e Arthur Agee. I due teenager sono tra i pochi neri della St. Joseph High School a Westchester in Illinois, là dove si è formato uno dei più grandi di sempre, Isiah Thomas. Il risultato sono 250 ore di filmati (James non aveva abbastanza finanziamenti per il documentario ed era costretto a intervallarlo con altri lavori) che porteranno a oltre tre anni di montaggio. Dopo la premiere al Sundance Film Festival nel 1994 diventerà ben presto un classico del genere.

Dogtown and Z-Boys

Stacy Peralta

2001
DOGTOWN AND Z-BOYS [2002] - Official Trailer

Pochi sport sono cool come lo skateboard. E pochi documentari sono cool come Dogtown and Z-Boy. Diretto da Stacy Peralta, uno degli skater più celebri di sempre e membro degli Z-Boys, è la storia dell’evoluzione della disciplina da passatempo invernale dei surfer a vero e proprio sport acrobatico. Peralta torna così alla sua adolescenza e ci riporta a metà degli anni ’70 in California, nella comunità di Dogtown, dove con gli Z-Boys prenderà d’assalto le piscine vuote dei ricchi di Beverly Hills per mettere a punto quelli che saranno i primi trick dello skateboard. La versione cinematografica, Lords of Dogtown (sempre scritta da Peralta), uscirà nel 2005 consacrando definitivamente quel preciso momento storico.

Zidane, un ritratto del XXI secolo

Douglas Gordon e Philippe Parreno

2006
Zidane: A 21st Century Portrait trailer

Perché da oltre cent’anni il calcio è lo sport più popolare al mondo? Si potrebbe dire certo perché è il più facile da praticare (basta una palla, e nemmeno di un materiale specifico) e questo lo rende, a suo modo, molto popolare, vicino alla gente comune. Sarà anche perché in Europa prima e in Sud America poi si è legato al campanilismo, all’appartenenza, diventando una fede laica. Ma, quello che spesso di dimentica, è che il calcio è prima di tutto poesia in movimento e il film documentario di Douglas Gordon e Philippe Parreno è il miglior modo per comprenderlo. Ispirato a Football As Never Before di Hellmuth Costard su George Best, l’opera segue nella sua interezza un match disputato dal campione francese Zinadine Zidane con la maglia del Real Madrid con 17 telecamere sincronizzate. Il corpo del talento francese, uno dei più eleganti ad aver mai calcato un campo da gioco, fluttua in uno spazio fuori dal tempo, come sospeso in un altrove creato dalla sonorizzazione composta dal post rock dei Mogwai che innalza Zidane nell’Olimpo della poetica.

Maradona by Kusturica

Emir Kusturica

2008
Trailer | Maradona (2008), an Emir Kusturica Documentary

Partiamo da un presupposto: ogni documentario su Maradona è qualcosa che vale sempre la pena vedere. Il calciatore argentino è stato più di un giocatore, di uno sportivo, di una celebrità. È stato Napoli ma anche l’Argentina, un politico ma anche un tossico, un uomo, certo, ma anche e soprattutto una divinità. Nessun calciatore (no, nemmeno Cristiano Ronaldo, Pelè o Messi) e nessun atleta (nemmeno Michael Jordan o Muhammad Alì) ha subito una divinizzazione in vita come Diego Armando Maradona. Ce lo ricorda Diego Maradona, il film documentario di Asif Kapadia, una miniera d’oro di filmati d’epoca del campione, ma anche la più recente Maradona in Messico, la docuserie Netflix che segue gli ultimi anni di Maradona, quelli da allenatore in Messico, prima della sua prematura scomparsa. Ma il ritratto più intrigante e affascinante è quello del regista boniasco Emir Kusturica, un viaggio diretto nell’intimità del campione di Lanús. Un’intimità che trova voce in una delle più celebri frasi di Maradona che nel documentario si confida così al regista: «Sai che giocatore sarei stato se non avessi tirato di coca?». Umano e imperdibile.

Sunderland ‘Til I Die

2018
Sunderland 'Til I Die | Official Trailer [HD] | Netflix

Il calcio inglese è un’altra cosa. Non è solo campo, non è solo tribuna e tifo, ma è anche e soprattutto l’anima di molte città. Per questo l’idea della casa di produzione Fulwell 73 di seguire giorno e notte la vita del Sunderland, storica squadra dell’Inghilterra del Nord nata nel 1880, era già di per sé vincente. L’idea di partenza del progetto è quella di seguire il Sunderland, retrocesso nella seconda divisione inglese, nella sua cavalcata per riconquistare un posto tra i grandi della Premier League dove è abituata a competere. Quello che accade mentre la telecamera filma è però tutt’altro: il Sunderland attraverserà il peggior momento della sua storia, retrocedendo nuovamente e entrando in un caos di cambi allenatore, giocatori, proprietà. Il racconto si svolge dentro e fuori dalle mura dello stadio, in un inaspettato dramma sportivo senza precedenti. Se vi piace il genere, la collana All or Nothing di Amazon è quella che fa per voi.

Formula 1: Drive to Survive

dal 2019
Formula 1: Drive to Survive | Official Trailer [HD] | Netflix

Forse nessuna serie-documentario prima di Formula 1: Drive to Survive è riuscita nell’impresa di dare nuovo lustro a uno sport uscito dal discorso comune come la Formula 1. Quando nel 2019 Netflix pubblica la prima stagione (siamo alla 6 ora) attorno al progetto c’è un po’ di perplessità: chi dovrebbe guardare una serie che racconta la stagione appena conclusa di uno sport in crisi? Sulla carta una domanda legittima, ma la qualità nello storytelling sovrasta ogni buon senso e in poco tempo Drive to Survive – con la sua capacità di trovare nuovi angoli da cui raccontare la F1 e tutto l’intrigante mondo dietro le quinte – riporta un grande entusiasmo attorno ai circuiti. Un formato così vincente che verrà replicato per golf (Full Swing), tennis (Break Point), ciclismo (Tour de France), football americano (Quaterback e Receiver), corse automobilistiche (Nascar: Full Speed), rugby (Sei Nazioni: Full Contact), atletica (Sprint) e così via. Format vincente.

The Last Dance

Jason Hehir

2020
The Last Dance | Relive the Phenomenon | Netflix

È stato il documentario in streaming più chiacchierato di sempre? Probabilmente sì. Sarà che è uscito durante la pandemia, quando tutti avevamo tempo per guardarlo, sarà che il protagonista era uno degli sportivi più conosciuti di sempre, Michael Jordan, ma The Last Dance è stato il caso del 2020. Prodotto da ESPN e Netflix, i dieci episodi che compongono la serie raccontano l’incredibile ultima stagione di Jordan ai Chicago Bulls. Con uno storytelling affilato che ripercorre l’impareggiabile storia dei Bulls dal ’91 al ’98, The Last Dance è qui per ricordarci che la grandezza dello sport e, in particolare, nel bene e nel male, dei suoi grandi miti.

Mi chiamo Francesco Totti

Alex Infascelli

2020
Mi chiamo Francesco Totti - Trailer

Roberto Baggio, Gigi Riva, Gianni Rivera. Gigi Buffon, Paolo Maldini, Dino Zoff. La storia calcistica italiana è piena di talento come in poche altre nazioni del mondo. Ma tra tutti i campioni che hanno calcato i nostro campi, ce ne uno che per amore della maglia e del pallone è riuscito a diventarne il più celebre. Parliamo naturalmente di Francesco Totti, un nome indelebile della storia di Roma e della Roma, ma anche della celebre spedizione italiana in Germania che portò alla Coppa del mondo del 2006. Alex Infascelli ripercorre – con voce narrante d’Er Pupone – la carriera di un calciatore diventato simbolo di una città. Speravo di morì prima, scrisse un tifoso su di un celebre striscione nella sua partita di addio nel 2017. Giusto per inquadrarne la portata.

Naomi Ōsaka

Garrett Bradley

2021
Naomi Osaka | Official Trailer | Netflix

Il racconto del tennis è spesso molto più interessante del tennis stesso. Non ce ne vogliano i fan, ma la capacità del tennis di andare oltre e raccontare storie incredibili che travalicano il senso sportivo è forse la sua forza più grande. Se Open di Agassi era presto diventato un libro cult, un bestseller capace di portarci dentro la storia caotica e eccessiva di uno dei tennisti più affascinanti di sempre, anche la breve miniserie (tre puntate) sull’ascesa e caduta di Naomi Ōsaka è travolgente. Nessuno in tempi recenti è riuscito ad avere una parabola così veloce e violenta come la tennista giapponese, che in pochi anni è passata dall’anonimato ad essere la numero 1 del ranking mondiale, per poi sprofondare nel dimenticatoio delle classifiche a causa di una profonda depressione. I tre episodi raccontano, come forse mai prima, cosa significa la salute mentale nello sport, e in particolare in uno sport solitario come il tennis.

Beckham

Fisher Stevens

2023
'BECKHAM' Documentary Series | Official Trailer | Netflix

È stata la serie Netflix sportiva (e non solo) più chiacchierata dello scorso anno. E in effetti il cocktail era esplosivo: per la prima volta infatti il golden boy del calcio inglese si è raccontato apertamente davanti alla macchina da presa, accompagnato da quella che è a tutti gli effetti la co-protagonista dei quattro episodi, sua moglie nonché ex Spice Girl Victoria Beckham. Nessuna coppia nel mondo dello sport (ci spiace per Totti e Ilary) ha fatto parlare e discutere come loro, la vera royal family inglese degli anni ’90, e Beckham è qui per ricordarci quei tempi folli. Calcio inglese, tabloid, anni ’90: cosa poteva andare storto?